Originariamente inviata da
cornflakesgirl
Nel “
Cristo sul sarcofago sorretto da due angeli” la figura scultorea di Cristo intero è appoggiata al lato breve di un sarcofago scoperchiato di ispirazione classica, come indicano la volute decorative visibili ai lati del sepolcro. È sorretto da due angeli, un cherubino con la veste blu e un serafino con la veste rossa. La posa discosta dei piedi di Cristo, uno appoggiato al basamento del sarcofago che reca la firma dell’artista e l’altro sul terreno sassoso, guida verso il punto focale della composizione nelle vicinanze dell’ombellico del Cristo, da cui si dipartono a raggiera il drappo del sudario retto dal cherubino, le pose degli angoli e l’apertura svettante lungo diagonali delle loro ali. Alle spalle del gruppo religioso si apre un vasto paesaggio, in cui rappresentazioni apparentemente legate alla quotidianità recano invece precisi riferimenti simbolici posti dalla letteratura in relazione con la Resurrezione. Lo sfondo a sinistra è composto per quinte degradanti che terminano, all’orizzonte, nella luce dorata del tramonto, messa in risalto dai toni d’azzurro delle cime montuose. Prima di queste, sotto il picco irto di una montagna pietrosa, è visibile la sagoma delle mura di Gerusalemme, imperante sui campi verdeggianti dei pascoli, attraversati da un sentiero dove camminano le Pie donne. A destra della tela, lo sfondo appare dominato dalla punta del Golgota, dove si innalzano le tre croci spoglie. Sotto il colle roccioso si trova una larga cava davanti alla quale gli scalpellini lavorano ad una colonna e ad una statua. L’apice della raffigurazione drammatica dell’”Ecce Homo” è raggiunto grazie alla contrapposizione tra la maestà della figura del Cristo flagellato e la greve brutalità dei suoi accusatori due dei quali, da dietro il Messia, protendono le mani brandendone il corpo. Ogni particolare del dipinto contribuisce alla facile semplificazione religiosa della scena. La visione ravvicinata del busto di Cristo consente di coglierne appieno le lunghe strisciate dei colpi del flagello, e l’espressione sofferente, gli occhi arrossati e le gocce di sangue che colano dalle ferite della corona di spine, mentre due accusatori sono attentamente caratterizzati da rughe d’espressione quasi incise, dallo sguardo vitreo come in quello di sinistra, e dalle bocche semichiuse quasi a profferire quanto è riportato sui cartigli spiegati sopra le loro teste, che invocano “crocifiggilo, prendilo e crocifiggilo”.
Fonte
Spero sia questo quello che cercavi