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Studiare negli USA costa salato, e dilazionato

  1. #1
    ineffabile Quelo
    Uomo 102 anni
    Iscrizione: 28/4/2011
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    Predefinito Studiare negli USA costa salato, e dilazionato

    Tze Tze: Usa: prestiti per gli studenti, una bolla da 550 miliardi di $



    "La crisi dei mutui sub-prime? La bolla delle carte di credito? Il debito sovrano? Il credito al consumo? Tutto questo ci sembrera quasi uno scherzo quando sarà scoppiata la vera, grande bolla che minaccia - anzi ha giù compromesso - il presente e, purtroppo, anche il futuro dell’economia americana: l’indebitamento degli studenti. Non è ancora del tutto chiaro a gran parte dell’opinione pubblica, anche perché i giornali di casa nostra spesso si occupano più del “colore” che dei contenuti; eppure il movimento Occupy Wall Street è formato in buona parte anche da studenti o neo-laureati, che protestano contro banche e grandi istituzioni finanziarie proprio a causa dei debiti che stanno strangolando un’intera generazione, prima ancora che cominci a lavorare. Fino a qualche anno fa - lo ricordo nettamente - i lodatori del sistema capitalista americano in servizio permanente effettivo illustravano con ammirazione il sistema universitario degli States, dove gli studenti per pagare le costose rette universitarie si indebitavano a dismisura, ma ricevevano (si diceva così) il sostegno delle banche e delle finanziarie, a volte in accordo con la stessa università."

    Figli miei, tenetevi strette le buone vecchie tasse universitarie...




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  3. #2
    evince
    Utente cancellato

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    Fanno riflettere tutte 'ste bolle... comincio a pensare che l'economia usa negli ultimi vent'anni sia vissuta di rendita. Chissà se basteranno i nostri eroi (brancaleoni alla conquista degli usa - ogni riferimento al ceo fiat è espressamente voluto) a invertire la tendenza e a far sì che almeno una parte di quello che i cittadini usa consumano sia prodotto in patria. La cina non durerà a lungo con questi ritmi, si parla insistentemente di possibili crolli del mercato immobiliare anche laggiù... poi ci sarà l'africa da "colonizzare", e infine non rimarrà più nulla... anche alla luna abbiamo rinunciato, così le mire espansionistiche di 'sto capitalismo avanzato dove si dirigeranno? boh!

  4. #3
    ineffabile Quelo
    Uomo 102 anni
    Iscrizione: 28/4/2011
    Messaggi: 1,233
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    Quote Originariamente inviata da evince Visualizza il messaggio
    ... poi ci sarà l'africa da "colonizzare", e infine non rimarrà più nulla... anche alla luna abbiamo rinunciato, così le mire espansionistiche di 'sto capitalismo avanzato dove si dirigeranno? boh!
    Speriamo non nel solito dejà vù...

    Lo sbocco finale della crisi capitalistica è la guerra



    Le crisi sotto il capitalismo non sono tutte uguali, questo si sa. Ma si deve anche sapere che per superare le crisi economiche la classe borghese capitalistica è obbligata a seguire linee di intervento che non possono incidere minimamente sulle cause profonde delle crisi - ossia sul modo di produzione capitalistico - ma possono intervenire sugli effetti e, in particolare, sugli effetti che provocano sulle condizioni di vita delle masse lavoratrici, perchè - lo ripetiamo - è dal lavoro salariato degli operai che la classe borghese estrae il suo guadagno, sotto forma di plusvalore, e al quale dà il nome di profitto.

    Il fattore decisivo sul mercato mondiale, in ultima analisi, è sempre il prezzo concorrenziale delle merci. Più aumenta la concorrenza fra capitalisti nel mercato, più essi tendono ad ottenere costi di produzuione più bassi e, quindi, gettare nel mercato merci a prezzi più convenienti. La legge di concorrenza non smette di funzionare, anche in presenza di cartelli e monopoli. Caso mai, come in effetti succede nello stadio imperialistico del capitalismo, l'azione dei cartelli e dei monopoli consiste nell'aumentare la pressione sulla classe proletaria in termini di intensità di lavoro e di produttività e abbassando i salari. La spinta della classe dei capitalisti a forzare la collaborazione di classe nonostante l'abbattimento dei salari, l'aumento del tasso di sfruttamento dei lavoratori impiegati e l'aumento della disoccupazione, tende, come ricorda Kautsky non ancora passato al nemico, «a distruggere e indebolire le loro organizzazioni»; di più, questa tendenza, in tempo di crisi, «è tanto più forte, quanto più aspra è la concorrenza sul mercato mondiale e quanto più questo appare ristretto in rapporto alla crescita illimitata delle forze produttive del capitalismo» (23).

    Alla classe capitalistica non basta, però, schiacciare la classe salariata sotto la pressione dell'aumentato tasso di sfruttamento e della miseria crescente diffusa nelle gradi masse proletarie. Per uscire dalla crisi, quando i contrasti sul mercato mondiale si fanno particolarmente acuti con i concorrenti, da mettere in pericolo la stessa esistenza della classe borghese nazionale come classe dominante, non bastano più misure economiche e sociali restrittive, non basta più la collaborazione di classe in fabbrica, non bastano più leggi che aumentano l'autoritarsimo e il dispotismo sociale della classe dominante: si deve passare all'uso della forza militare, la politica di difesa degli interessi capitalistici e imperialistici della classe dominante cambia i propri mezzi di intervento, e diventa politica di guerra.
    Le guerre commerciali, le guerre monetarie, le guerre delle diplomazie, ad un certo punto convergono in un'unica guerra, la guerra militare, la guerra per la spartizione del mercato mondiale su altri rapporti di forza di quelli precedenti.
    Riprendendo questo aspetto del problema, continuremo il resoconto nel prossimo numero.

    Partito Comunista Internazionale: Le crisi cicliche del Capitalismo





  5. #4
    Scrivano Lucien
    Uomo 39 anni da Imperia
    Iscrizione: 10/10/2008
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    In effetti una bella guerretta mondiale potrebbe risolvere un sacco di problemi, a cominciare dalla disoccupazione e dalla sovrapopolazione... ma i tempi non sono ancora maturi.

  6. #5
    Overdose da FdT Fiona
    Donna 35 anni
    Iscrizione: 12/1/2011
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    Eh purtroppo è così, una mia amica di O.C. mi ha detto che da loro i genitori te lo chiedono direttamente: 'Vuoi sposarti o vuoi laurearti?' perché costa uno sproposito -devi prendere un prestito abnorme a mo' di mutuo- e a differenza dell'Italia una volta laureata devi restituire tutto centesimo per centesimo.

  7. #6
    Sempre più FdT _HaRmOnY_
    Donna 32 anni da Pesaro-Urbino
    Iscrizione: 23/5/2007
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    vabbè, però c'è da dire che i prestiti sono fatti benissimo. ho amici americani che stanno studiando senza pagare assolutamente nulla, e avranno poi anni e anni di tempo per restituire il debito. una ragazza si è laureata in medicina e in 5 anni aveva ripagato il debito. non è una tragedia.
    e c'è anche da dire che là, fin dalla nascita del figlio si iniziano a mettere soldi da parte per il college.

  8. #7
    Too Many Humans Oregon
    Uomo 33 anni da Venezia
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    Quote Originariamente inviata da Rosemary Visualizza il messaggio
    Eh purtroppo è così, una mia amica di O.C. mi ha detto che da loro i genitori te lo chiedono direttamente: 'Vuoi sposarti o vuoi laurearti?' perché costa uno sproposito -devi prendere un prestito abnorme a mo' di mutuo- e a differenza dell'Italia una volta laureata devi restituire tutto centesimo per centesimo.

    di O.C.?

  9. #8
    Overdose da FdT Fiona
    Donna 35 anni
    Iscrizione: 12/1/2011
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    Quote Originariamente inviata da Khumiko Visualizza il messaggio

    di O.C.?
    Orange County.
    Esiste davvero.
    A Annie Lennox piace questo intervento

  10. #9
    ineffabile Quelo
    Uomo 102 anni
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    Quote Originariamente inviata da _HaRmOnY_ Visualizza il messaggio
    vabbè, però c'è da dire che i prestiti sono fatti benissimo. ho amici americani che stanno studiando senza pagare assolutamente nulla, e avranno poi anni e anni di tempo per restituire il debito. una ragazza si è laureata in medicina e in 5 anni aveva ripagato il debito. non è una tragedia. e c'è anche da dire che là, fin dalla nascita del figlio si iniziano a mettere soldi da parte per il college.
    Come (giustamente) diceva un mio amico che viveva là, "l'America l'ammira chi non c'è mai vissuto..."


  11. #10
    Sempre più FdT _HaRmOnY_
    Donna 32 anni da Pesaro-Urbino
    Iscrizione: 23/5/2007
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    Quote Originariamente inviata da Quelo Visualizza il messaggio
    Come (giustamente) diceva un mio amico che viveva là, "l'America l'ammira chi non c'è mai vissuto..."


    io c'ho vissuto, e mi ci sono pure diplomata, spiacente deluderti.

    quando dico "amici", sto parlando dei miei "fratelli" e "sorelle" , ovvero i figli della coppia che mi ha ospitato per tutta la durata del mio soggiorno negli usa, un anno. gente che vedevo ogni santo giorno.. grazie a loro ho visto i lati positivi, i lati negativi, e credimi non ci sono andati leggeri quando mi hanno parlato dei negativi (sanità in primis). ma quando parlo di college, visto che avevo ampiamente valutato la possibilità di frequentarlo là (dannata me che non mi sono decisa), so esattamente di cosa sto parlando.

    non ammiro l'america in tutto, ovviamente.
    per farti un esempio, il liceo, dal punto di vista scolastico, è uno schifo. noi ci lamentiamo, ma raggiungiamo un livello di cultura altissimo, rispetto a loro.
    dal punto di vista extrascolastico, invece, il loro liceo è favoloso.
    il cibo.. lasciamo perdere.
    ma sono OT.

    il college? credimi, ce l'avessimo noi il sistema loro. noi siamo ancora ai test d'ingresso fatti a casaccio, là ci sono le pre-school (post liceo) fatte apposta per mandarti verso un determinato indirizzo, e solo dopo aver frequentato per 4 anni hai un vero test d'ingresso. (es: prima 4 anni di Pre-medical school, e poi test di medicina vero e proprio).

    i prestiti? dico solo che la mia famiglia americana, con un reddito medio, ha potuto mandare al college 5 figli, di cui una con una bimba a carico, solo grazie ai prestiti. e non mi pare abbiano gli strozzini dietro casa pronti a riprendersi i soldi. li hanno restituiti in tempi brevi, di questo ne sono sicura perchè ho affrontato l'argomento più di una volta.

    la situazione descritta nell'articolo io personalmente non l'ho vista, eppure sono una persona senza prosciutti sugli occhi e con spirito critico. sinceramente, penso che riguardi determinate università, determinate banche, determinate istituzioni finanziarie, e soprattutto determinati stati.

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