Di fronte a stimoli esteticamente piacevoli il cervello femminile e quello maschile reagiscono in maniera differente.
Tutto avrebbe avuto origine a partire dal pleistocene: donne e uomini si sarebbero divisi i lavori in famiglia e nel giro di poco più di un milione e mezzo di anni la selezione naturale avrebbe fatto il resto. Per esempio, le diverse specializzazioni maschili e femminili avrebbero provocato diversi “stili percettivi” nei due sessi, influenzando anche la percezione del bello. Uno studio pubblicato lunedì scorso sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) dimostra che di fronte a stimoli di grande valore estetico (opere d'arte, paesaggi, manufatti e scene urbane) nel cervelli di soggetti maschi e femmine si attivano aree diverse.
Negli uomini le immagini considerate belle stimolano le aree cerebrali responsabili dell'analisi della posizione assoluta degli oggetti. Nelle donne avviene la stessa cosa, ma in più si attivano anche regioni associate alla posizione relativa - sopra, sotto, dietro, davanti...- Queste differenze potrebbero avere un'origine evolutiva.
“È il primo studio sull'attivazione neurale in compiti estetici che include anche il sesso come variabile,” spiega Camilo Cela-Conde, antropologo evoluzionista dell'Università delle Baleari in Spagna.
Lo studio di Cela-Conde, che ha esaminato la reazione a un magnetoencefalografo – uno strumento che rileva l'attività elettrica nervosa in tempo-reale misurando i campi magnetici generati dalle correnti elettriche nel cervello - mostra interessanti discrepanze nei due sessi e anche se gli individui testati differiscono molto in cosa considerano bello, i pattern di attivazione cerebrale sono molto stabili. Sia negli uomini che nelle donne si osservava infatti l'attivazione delle aree per l'analisi delle coordinate spaziali, ma solo nelle donne si evidenziava una forte attività nelle zone deputate all'analisi delle categorie.
Nelle società primitive di cacciatori-raccoglitori che si possono osservare ai giorni nostri “gli uomini hanno il compito di cacciare, mentre le donne quello di raccogliere i vegetali,” racconta Cela-Conde. “Se questo schema può essere esteso al comportamento dei nostri antenati, possiamo immaginarci una pressione selettiva per incrementare le capacità spaziali dell'uomo, e una maggiore abilità nel distinguere piante e tuberi commestibili nelle donne.”
Che cosa c'entra la percezione della bellezza in tutto questo? Secondo Cela-Conde si tratterebbe di un prodotto secondario di altre nostre abilità cognitive, anche se quali e come questo succeda resta ancora in buona parte un mistero. Un punto di vista interessante sull'argomento è quello esposto nel recente libro di Dennis Dutton,
The art instinct (Bloomsbury Publishing PLC 2008), secondo cui la predisposizione verso i prodotti dell'arte è il risultato della selezione naturale e l'arte stessa avrebbe un valore adattivo importante per la nostra specie.
Nella ricerca di Cela-Conde comunque le differenze di attivazione cerebrale osservate non dipendevano da un funzionamento generalmente diverso fra cervello maschile e femminile: infatti si osservavano esclusivamente quando i soggetti guardavano stimoli che consideravano belli.
Una spiegazione alternativa comunque andrebbe cercata nello sviluppo del linguaggio: i sistemi cerebrali di analisi delle coordinate spaziali, rispetto a quelli di categorizzazione, sono meno attivati dalla comunicazione linguistica. Le differenze osservate nello studio quindi potrebbero avere origine in un'altra diversità fra i due sessi: le donne sono più infatti abili nel parlare degli uomini.