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acqu.aria
Meningite: Infiammazione delle meningi, cioè delle membrane che formano il rivestimento del cervello e del midollo spinale. La meningite viene classificata come pachimeningite (dal greco pachy-, "grasso") quando colpisce la dura madre (la membrana più esterna) o come leptomeningite (dal greco lepto-, "sottile") quando colpisce la pia madre e l'aracnoide (le membrane interne).
La pachimeningite è in genere causata da trauma (come una frattura delle ossa del cranio) o dall'estensione di un'infezione da microrganismi dell'orecchio medio, del processo mastoideo del cranio, dei seni etmoidi (che si trovano nella parte posteriore del naso) o dei seni frontali (che si trovano nell'osso parietale).
La leptomeningite, molto più comune, può essere causata dall'estensione dell'infiammazione della parte alta della faringe (rinofaringe), o dall'invasione delle meningi, attraverso la circolazione sanguigna, da parte di batteri come quelli che causano la polmonite (pneumococchi); oppure, dall'infezione da parte di meningococchi e di Haemophilus influenzae; ancora, può essere determinata da virus.
La meningite acuta meningococcica è una malattia infettiva specifica e rappresenta un'affezione molto grave. I batteri responsabili attaccano le vie respiratorie superiori e le meningi, soprattutto nei bambini e nei giovani, in particolare nei luoghi in cui molte persone vivono insieme. Tali batteri sono i meningococchi della specie Neisseria meningitidis; furono isolati nel 1887 dal medico austriaco Anton Weichselbaum. È diffusa in quasi tutto il mondo, ma è più comune nelle regioni temperate settentrionali, dove si diffonde con periodiche epidemie.
La meningite tubercolare, molto più comune nei bambini che negli adulti, è di solito secondaria alla tubercolosi polmonare; fino alla scoperta della streptomicina era quasi sempre fatale, mentre oggi è solitamente curabile, anche in caso di recidiva (cioè del ripetersi di attacchi della malattia).
La meningite può anche avere un'origine virale; questo tipo di meningite costituisce, in genere, una forma di meningite infettiva non fatale, con poche complicanze, che colpisce di preferenza i bambini.
3 SINTOMI E TERAPIA
La maggior parte dei casi di meningite insorge all'improvviso, con manifestazioni come cefalea, rigidità del collo, febbre, nausea, vomito, astenia e irritabilità, che spesso portano a delirio, convulsioni e coma. La meningite progredisce rapidamente e, se non trattata, può provocare la morte in 24-72 ore. È fondamentale che venga diagnosticata precocemente e che il paziente venga urgentemente ricoverato in ospedale; i casi di meningite batterica possono venire trattati con la tempestiva somministrazione di antibiotici. Talvolta, soprattutto nei bambini che non vengono messi precocemente in terapia, possono verificarsi gravi danni al cervello, come nei casi in cui, in seguito alla malattia, si creano aderenze tra le membrane che ostacolano il flusso del liquor cefalorachidiano tra i ventricoli e gli spazi sottostanti alla membrana aracnide: l'accumulo di liquor e il conseguente aumento della pressione endocranica possono provocare un aumento del volume del cranio (idrocefalo).
La meningite virale si presenta di solito con cefalea, febbre alta, vomito e dolori alle gambe. I pazienti guariscono in genere spontaneamente, in una-due settimane.
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