FOTO NICOLETTA BRASCHI
Benigni si alza di soprassalto e comincia a camminare ritmicamente intorno alle poltrone.
Bonolis: M’hai fatto pijà un colpo!
Benigni: (avvicinandosi al videowall e baciandolo) Volevo dire… hai presente quella foto di Caterina Caselli quando dalla televisione bacia la foto di Gene Pitney? Era una citazione. Ora… Nicoletta Braschi… naturalmente qui non posso dire niente… Ci vorrebbero i raggi x per vedere tutto il corpo. Non c’è un organo che sta fermo in questo momento. Si muovono tutti, ma proprio tutti! Qualsiasi cosa, sincrepedine… Lo sai, siamo fatti di nervi e sangue caldo… non c’è un organo che sta fermo in questo momento. E con lei è nato… io l’ho incontrata…non ne ho mai parlato, perché è giusto che quando si incontrano delle cose nella nostra vita… C’è un incontro no, c’è un destino, ma bisogna proteggere le cose più possenti, accadimenti anche semplici, ma che hanno una loro grandezza. Lei studiava all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e fece il saggio con Luca Ronconi su una cosa di Strindberg, non mi ricordo quale personaggio. Quando la vidi entrare in scena vidi una maestà fragile, una fragilissima maestà. È come quando trovi una montagna di neve. Dice il poeta «Se hai una montagna di neve tienila all’ombra», perché le maestà come le montagne fragili sono delicate, bisogna custodirle bene e non esporle ai lumi. E allora io ho trovato questa montagna di neve. Della grandezza delle montagne te ne accorgi quando t’allontani. Col passare del tempo è nato – userò una parola bruttissima – un sodalizio. Siamo stati insieme nel lavoro e ho fatto tutto con lei. Tutte le commedie, come Il piccolo diavolo, Johnny Stecchino, Il mostro, le ho fatte con lei e hanno avuto un successo in Italia enorme, popolare, che io gli voglio ancora bene alla gente che viene tutto da loro. Quindi gli devi volere bene alla gente. Ma io vi voglio bene e basta. Non sai mai come reagire quando ti vogliono bene. Lei è un gran pezzo di donna e poi la commedia popolare non ha un successo se la protagonista femminile non ha un’anima. Se ti mettono in galera e ti dicono «Tu stai tre anni in galera se non mi dipingi un quadro come Guido Reni, come Delacroix, con tutti i muscoli, le cose. Dopo un anno tu lo fai sennò muori». Ma se oltre a dipinger così ti dicono che tu ci devi metter l’anima, non ce la fai, non ci riesci. È come lo sguardo della Gioconda. Possono passare i millenni, ma nessuno ce la fa a rifarlo identico e tu non sai da dove viene. Ecco, Nicoletta ha un volto che può abitare tutte le storie, sembra dipinta da un pittore senese del Duecento. Nello sguardo c’ha l’anima e ha una recitazione molto moderna. Sono rimasto incantato e, diciamo, che tutte le storie che ho pensato sulla commedia hanno avuto questo esito popolare per questa trasmissione d’amore. Diciamo che non le ho mai dedicato niente, perché tutto quello che ho fatto, l’ho fatto con lei. Spero che lei qualche volta dedichi una cosa a me.
Bonolis: La montagna di neve è una tra le cose più belle che ho sentito.
Benigni: Non ne parlerei se non mandandole un saluto d’amore. Può accadere tutto e tutto è lecito, Ma lo stare insieme, il camminare insieme nel tempo verso la stessa direzione, ritmare il passo uno con l’altro è un appagamento, è una gioia che nei primi tempi son tutte bischerate.
Bonolis: Prego!