Era l’era … era l’era che il Giurassico era un parco; gli atei, devoti; la Sinistra era stata al governo ma anche antagonista; la Destra, liberista ma anche populista, polista, monopolista, duopolista; la casta politica, sempre più casta ma anche *******; il papa, un pastore tedesco che abbaiava in gotico latino; il Sindacato, un brontosauro in via d’estinzione. Solo il debito pubblico dell’Enotria non era in via d’estinzione.
Era l’era che il segretario del più grande (forse)partito (forse)ex (forse)comunista frequentava con la consorte il salotto di casa Rizzoli per portare la buona novella presso gli indigeni – e la moglie di Rizzoli si candidava nelle liste del (suppergiù)Partito (certamente)della (sedicente)Libertà.
Non era già più il tempo che i comunisti mangiavano i bambini, perché il Gambero Rosso non era riuscito a farli dichiarare – i bambini - ‘presidio slow food’. I bambini, da parte loro, non si sognavano nemmeno di mangiare i comunisti, ormai vecchi e stantii. Inoltre, erano stati dichiarati – i comunisti, non i bambini - ‘specie in via d’estinzione’ e perciò protettti - ma anche ‘patrimonio dell’umanità’.
Viveva (emblematica tripla V …) in quel tempo un grande profeta, venuto in Enotria da terre lontane; Egli spesso diceva: “Noi veniamo da lontano” (in quanto profeta, parlava per conto terzi e usava il plurale majestatis).
Sedetiam, l’arcano suo nome.
Era Egli cresciuto mangiando bambini; poi, un giorno fatale (la Storia dirà per chi), a Berlino gli crollò sulla testa un intero muro. (Questo evento ispirò ‘The Wall’ ai Pink Floyd, che gli dedicarono la terza edizione del loro capolavoro: ‘The Wall-ter’.)
Da quel giorno Sedetiam si ravvide e non mangiò più bambini – nemmeno nel segreto dell’urna.
Egli era stato sino ad allora un fan di Berlinguer e dei fratelli Kennedy, ma la caduta del muro a Berlino gli provocò una semiamnesia: con Berlino se ne andò in frantumi anche Berlinguer. Perché Sedetiam era proiettato nel futuro: Egli cancellò sia il passato che il trapassato. I Kennedy, in quanto americani, sono immortali.
Nel frattempo, in Enotria era andata in frantumi quella che era stata una splendida dimostrazione di ciò che poteva essere il potere cristiano: appunto, la Demo-crazia Cristiana. Con essa, era andato definitivamente a ******* anche il Partito Comunista Entrano, un gagliardo power-point della democrazia socialista.
Un giorno, in casa di un grande poeta, Sedetiam trovò dei ragazzi che parlavan di pace: di colpo capì che era quella la meta che aveva raggiunto per esser felice.
Purtroppo, nel frattempo il subcomandante Faust-Ho Chi Minh gli aveva soffiato l’arcobaleno, per dar vita alla Sinistra Fantagonista con gli operatori ecologici ex verdi-arcobaleno (quelli che per la grande crisi della monnezza partenopea avevano coniato lo slogan: “Ripuliremo Napoli con il terno-valorizzatore). Anche Grillo si aggregò loro, con una propria lista; simbolo: un grillo sparlante che usa un arcobaleno per scagliare frecciate contro l’arco costituzionale. In seguito furono tutti denunciati dai NAS per arcotraffico.
A Frascati, capitale naturale dell’Enotria, in vista dei Grandi Giochi Elettorali vennero inaugurati i padiglioni della Nuova Fiera, sui quali campeggiava la scritta: ‘Alla Fiera dell’Ex’. Ex comunisti, ex fascisti, ex libris, ex voto (sempre preziosissimi), exit pol, ex cathedra, extrauterini, extracomunitari, extracomunistari. “Dura l’ex, sed l’ex” si sentiva ripetere ovunque; frase oscura ed evocatrice: quasi più nessuno capiva il latino, parlato ormai soltanto in alcune vallate della bergamasca.
Sedetiam dimostrava, in quei frangenti, una crescente abilità nella gestione dell’ex, tanto da meritarsi l’appellativo di ‘Campione di ex-appeal’: prendeva con la mano sinistra e passava alla mano destra oppure anche viceversa. E la sinistra sapeva sempre ciò che faceva la destra e così viceversa. E la sinistra sapeva che la destra sapeva che la sinistra sapeva e così viceversa. Più nessuno ci capiva niente, ma proprio qui stava il bello, perché è dall’ignoranza che nasce la volontà di redenzione (questa massima l’ho trovata già scritta qui: per non saper né leggere nè scrivere, qui la lascio).
La vecchia politica era ormai un ciarpame del passato; nuovi contenuti si andavano consolidando – nuove energie interne. Tutti i seguaci di Sedetiam erano soliti infilarsi due dita nel naso e due dita nel sacro orifizio per autoprodurre energia rinnovabile e biologica. E l’indice e il medio ficcati nel naso decisamente divaricati erano il simbolo di vittoria del capo Sedetiam.
Era un’epoca così, di grande felicità e serenità: più nessuno si masturbava per non far piangere Giuliano Ferrara. Che intanto abortiva partitini che nessun altro all’infuori di lui avrebbe potuto concepire e per non candidarsi con Cribbio Miconsenta si era fatto legare ad una sedia e per non essere sedotto dalle sirene della modernità urlava a squarciagola e squarciamaroni: “Fogli, sempre fogli, fortissimamente fogli”. Talché Riccardo chiese la sua mano, subito respinto da una tuonante invettiva: “Perché, da solo non ce la fai?”.
E venne il giorno – gran giorno fu quello! – che Sedetiam, dopo aver:
seguito il funerale di un barboncino omosessuale dilaniato da un branco di doberman naziskin (casualmente ripreso in Eurovisione);
carezzato la figlia miodistrofica di un immigrato clandestino affetto da singhiozzo cronico (casualmente ripreso in Eurovisione);
posato in canottiera per il bollettino ufficiale dei muratori cispadani (criE);
firmato autografi ad una scolaresca montenegrina (criE);
distribuito dolcetti ai bambini diabetici dell’asilo per sordomuti (criE);
firmato un appello contro la diffusione delle allergie da stress al di fuori di una corretta dialettica democratica (criE);
condiviso il (frugale) pranzo con i gatti di Largo di Torre Argentina (criE);
stretto la mano a 5.468 ultras dell’Atalanta in visita a Roma per un’udienza papale, convinti di trovarci ancora papa Giovanni XXIII (criE);
dopo tutto ciò e molto altro ancora (criE), presentò alla nazione intera la sua rivoluzionaria proposta non solo politica ma anche esistenziale. (qui ci stavano bene i due punti, ma preferisco concedervi una pausa più sostanziosa, per recuperare le energie e predisporvi all’annuncio della Buona Novella).
Se avesse vinto le elezioni, avrebbe trasformato l’Enotria in un grande set cinematografico – e la vita stessa sarebbe diventata un film, un grande Kolossal. Sceneggiatore, regista, produttore, attore protagonista: Sedetiam, per motivi di coerenza stilistica. E se gli avanzava il tempo, buttava giù anche la colonna sonora. L’avrebbe presentato (criE) nell’ambito del Festivalter del cinema di Frascati.
La ricerca e la stesura del soggetto gli erano costate molto tempo ed energie, ma ne era valsa la pena: avrebbe messo in scena il suo grande progetto di vita: trasformare l’Enotria in un grande set cinematografico. Nel film, ideatore, sceneggiatore, regista, produttore e interprete principale non poteva che essere lui: Sedetiam. Il titolo, forse un po’ lungo, ma chiaro e trasparente, sarebbe stato: ‘Dell’arte di rimanere se stessi imitando gli altri. Ovverosia imitare gli altri rimanendo se stessi. Ma anche rimanere gli altri imitando se stessi o imitare se stessi rimanendo gli altri’.
In vista della realizzazione del kolossal, aveva iniziato a selezionare le comparse, mediante estenuanti, severissimi provini, durante i quali essi dovevano dimostrare di saper pronunciare con grande spirito democratico e partecipativo il monosillabo ‘Sì’. Titoli di preferenza: scarsa o nulla attività recitativa alle spalle; scarsi o nulli legami con il territorio.
Il film sarebbe stato prodotto dalla SedetiamFilm, creata per contrastare lo strapotere commerciale della Filmiconsenta.
La politica artistica e commerciale delle due major (o stai al passo coi tempi o è tempo che passi), per quanto all’apparenza simile, si differenziava proprio nell’elemento di fondo: l’una posponeva, l’altra anteponeva il sostantivo ‘film’.
Ed era questo l’elemento in base al quale agli spettatori era dato cogliere la differenza fra le due produzioni.
Mentre Sedetiam lavorava sodo alla realizzazione del suo capolavoro, Miconsenta non risparmiava energie e uomini per il suo, di kolossal: “Il Paradiso del liberismo. Paperone è morto, W Paperino!”. Personaggi principali: Paperino e Qua! Qui e Quo. Interpreti: Cribbio Miconsenta, la Mussolini, Fini, Ciarrapico.
Ma fra i due grandi litiganti, altre piccole produzioni indipendenti cercavano di farsi strada: la Pudici Film di Casini, con il suo “Dio, Patria e Famiglia. Papa, pappa e papà” - e la Rosa Rosae Rosae Film, con le sue aggregate: la Rosa Bianca Film, la Rosa nel Pugno Film, la Rosa Russo Jervolino Film e la Anna La Rosa Film. Erano in corso trattative con la Rosibindi Film e con la Rosiconi Film del clan Mastella. Si mormorava che avrebbero messo in scena “Misticanza di rosa. Muore la margherita, ma Pezzotta continua”.
A parte, con-correva anche la Narcobaleno Film, che vantava attori del calibro di Faust-Ho Chi Minh e Gregory Peck O’hraro. Il titolo provvisorio del loro film, scartato il già noto “Camera con vista”, era “Salotto continuo”. Nella pubblicità del film, agli spettatori si garantiva il posto fisso in sala, ma a tempo determinato (due ore); il rispetto assoluto delle norme di sicurezza all’interno delle sale di proiezione; una razione di pop-corn inclusa nel prezzo del biglietto; la raccolta differenziata dei biglietti e dei sacchetti dei pop-corn; l’ingresso in sala anche per le coppie di fatto, gli omosessuali e gli extracomunitari.
Come non bastasse tutta ‘sta concorrenza minore nella produzione di film, ci si mettevano anche le sale cinematografiche degli oratori, che volevano mettere becco nella scelta dei film da proiettare.
Dagli oggi, dagli domani, Sedetiam e Miconsenta si resero conto che i loro avversari rosicchiavano fette sempre crescenti di mercato, con le loro pellicole, assottigliando gli introiti delle loro major. Come spesso accade, in omaggio ai sacri principi della concorrenza e del mercato (E = MC2, dove E sta per Entrate; M per Mercato; C per Concorrenza; 2 per “se siamo in 2, perché cacchio dobbiamo farci concorrenza?”), i due grandi imprenditori cinematografici decisero di fondersi nella ‘SedetiamiconsentaFilm’, con capitale sociale ma anche democratico e libero di spostarsi senza vincoli ideologici e dogmatici.
Questo passo fondamentale fu deciso nell’interesse degli spettatori: non avrebbero più dovuto identificare sui manifesti la posizione di ‘film’ per capire il genere di spettacolo che li attendeva.
Karl Kraus *, tipografo austriaco emigrato a Berlino, di passaggio a Roma per visitare il Cimitero egli Atei, si fermò a leggere il manifesto pubblicitario del primo kolossal della SedetiamiconsentaFim:
“Tutti insieme appassionatamente.”
Sottotitolo:
“No alle masturbazioni elettorali: non disperdere il voto!”.
“Ach! Film cià fizto!” bofonchiò scuotendo il capo il piccolo austro-teutonico. In cuor suo covava un grande progetto: un kolossal dal titolo: “Gli ultimi giorni dell’unanimità” **.
NOTE
* Karl Kraus - Wikipedia
** Parodia del capolavoro di Kraus: “Gli ultimi giorni dell’umanità” (Castel Tirolo - matine letteraria - "Gli ultimi giorni dell'umanit")