Amava le donne però a giorni alterni,
negli altri sognava di vendere kaki.
Il sabato il c*lo puliva ai macachi
gridando: “V’invidio perché siete eterni”.
Un po’ per lavoro, un po’ per diletto
faceva il presunto senz’altri aggettivi.
Son tanti fra i morti i ‘presunti esser vivi’
Per ogni Pinocchio c’è un morto Geppetto.
Lavava le strade con acqua e sapone
ma solo Marsiglia al profumo lavanda
La sera suonava però nella Banda
trillando col fischio del capostazione.
Non pochi ne aveva scolati di fiaschi
lo scolo giammai contraendo neppure
Il losco individuo roteando la scure
riuscì a scorporare il Monte dai Paschi.
“Mannaggia la sfiga!” gridò Domitilla
cui il Monte di Venere andato era in fiamme.
“Saran tutte belle del mondo le mamme
però quando è l’ora io voglio Godzilla”.
Davanti a parole così maliziose,
il nostro, vedendo se stesso peloso,
piangeva perdente ma non più vizioso.
Potè solo scuoter le cicce adipose.
E’ l’Adipe un fiume che scorre in Trentino
nei laghi gemelli di Colo e Sterolo
Dei Monti Lipidi raccoglie lo scolo,
lui che dal San Grasso sbucò qual filino.
La Storia non dice se ci fu un finale
- la Storia che, muta, si muta nei tempi.
Noi che siamo pii ma pure siam empi
chiudiamo schivando una rima banale