Guardo la mia vecchia bilancia: segna mezzogiorno (o mezzanotte). Come sempre.
Questo, mi piace delle bilance: la loro inattività, il loro senso dell’equilibrio. Devi costringerle a muoversi altrimenti, loro se ne stanno lì perfettamente immobili. E dopo l’uso forzato tornano immediatamente al mezzogiorno.
Non come gli orologi, che gli devi dare sì la carica, ma poi vanno avanti per conto loro. Sempre lì a inseguire il tempo.
Una volta che stavo potando cactus in Arizona, mi son chiesto: “Ma lo raggiungeranno mai, il tempo?”. La risposta mi è sgorgata dal cuore: “Sei un ozioso perditempo”.
Il giorno della mia Prima Comunione, ebbi per padrino (o non siamo tutti una grande famiglia?) un mio zio (il nome è tutelato dal garante della privacy). Mi venne fatto di chiedergli: “Se lo zio è il padre di tutti i vizi, le ciulate che ti sei fatto te ….”. Sua moglie (che fosse mia zia non è importante ai fini dell’apologo) qualche dubbio doveva già avercelo avuto, perché mi diede uno sberlone sulla testa e mi disse che non mi potevo accostare all’Eucarestia (pronunciò la E maiuscola con un arial black48) se prima non mi confessavo.
Su questa frase, mi vengon via tanti di quegli spunti, che non so dove andremo a finire. Procediamo con ordine. La mia prima risposta fu che non volevo essere io il primo a dar vita al fenomeno del pentitismo (parliamo dei primi anni ’60; in seguito, ne vennero altri, ma sono i primi, che non si scordano mai) comunque, mi sarei confessato, ma non avrei mai fatto i nomi dei complici.
Poi dissi: “Però lo zio non confessa”. Fu allora che appresi la corretta pronuncia dell’espressione “Fat i cassi tò!” (1).
In rapida sequenza pensai che se l’Eucarestia ci teneva tanto, poteva venire lei da me.
Fu quello il giorno più bello della mia vita.
Morii il giorno dopo.
Il fatto in sé mi lasciò abbastanza indifferente: sapevo che non poteva finire così: quello era il giorno della mia PRIMA – e non ULTIMA Comunione.
Come a confortarmi in questa certezza, mentre su La7 la Bignardi intervistava (in replica) Mastella, sulla terza Rete l’Annunziata intervistava Toni Negri (2) e sulla Seconda la Ventura conduceva ‘Quelli che il calcio’. Non potevo non vedere dietro ciò un chiaro disegno divino.
I disegni non li amo particolarmente; propendo per i quadri, non necessariamente di partito o aziendali. Una volta rimasi molto colpito da un quadro elettrico: una vera folgorazione.
E qui il cerchio si chiude: Folgore da San Gimignano (3) altri non era che il più veloce trombatore di tutta la Toscana; un po’ come mio zio. Solo che quello oltre che tosco era anche furbo: bastardi non ne lasciò in giro.
Peccato che ci deve sempre essere una conclusione, perchè a volte sarebbe anche bello prender su e buonanotte ai suonatori.
NOTE
1. intraducibile espressione celtica del 20 a.B. = ante Bossi)
2. http://it.wikipedia.org/wiki/Toni_Negri
3. http://it.wikipedia.org/wiki/Folg%C3..._San_Gimignano