E’ notte fonda. Il silenzio è sovrano.
Perché allora mi sveglio col terrore
in un lago salato di sudore
e il cuore cerco di placare invano?
Mi prende tipo quella sensazione
d’averci mani forti intorno al collo
Il naso è in pappa, andato, quasi frollo
ed il respiro in via di emigrazione.
Oddio, sto per lasciare questa Terra,
un morbo strano mina i miei polmoni:
percorsi da violente convulsioni
mi chiedon se scoppiata sia la guerra.
Mi manca l’aria – eppur anelo ad essa.
Respiro - e tosto l’aria schizza fuori
urlando: “Resta pur, se vuoi – e muori!
ma io non entro neanche se compressa”.
Comincio a respirare con affanno,
i sensi, asilo chiedon al Botswana.
Galleggio in atmosfera puteolana (*)
e già i bookmaker spacciato mi danno.
Sarà che ieri ho molto scarpinato
sui monti sudando come un caprone.
Adesso giacio nudo sul lettone
dall’afa e dall’affanno circondato.
Lo so, caro lettore, non mi credi,
ma a un tratto sopraggiunge la coscienza
e sgamo la ferale pestilenza:
iersera non mi son lavato i piedi.
* aggettivo di Pozzuoli, terra di solfatare