Ieri sera mi è sparito il portafogli in discoteca; per sfogarmi l'incazzatura me la racconto da solo, in rima
L'alcole scorre fra profumi d'incenso,
Venere ammira per come sa Marte
volare, danzare lieve per l'aere denso.
Ma Sfiga impera e vuole la sua parte,
perché troppa gioia richiede compenso:
ed Ella dispone con sopraffina Arte:
scoprir con scorno e grande cordoglio
che dalla tasca è svanito il portafoglio!
La mano inutilmente nella tasca
annaspa, fruga, afferra il niente;
è inutile che t'illuda che rinasca
dal nulla: non c'è, non si sente!
Inutile tasca vile che alla frasca
hai gettato tutto il mio presente!
Per provar che non sono alieno
mi resta solo la carta del treno...
Di sù, di giù, di là, di qua cercando
vado il portafogli che prese il volo;
forse mi era caduto camminando,
ah, è la! No, quello è un tovagliolo...
Vederlo parmi di quando in quando
e senza di lui mi sento così solo...
Giro col naso volto al pavimento,
fra la rumenta a frugare intento.
E poi mi viene quell'orrido sospetto:
e se me l'han rubato? Ormai tutto
il locale frugai dal piano al tetto.
Impossibile! No! Chi è quel brutto...
Ladruncolo, che tu sia maledetto!
Penserò a te ad ogni mio rutto,
spero che i soldi della tua rapina
ti paghino un'overdose d'eroina!