Una delle nozioni più elementari della teoria politica parla del fatto che quando il terreno della competizione si sposta dai programmi politici alla sistematica denuncia di attività lobbistiche e alla segnalazione costante di dis-valori degli avversari la democrazia rappresentativa viene delegittimata attraverso la disaffezione alla politica stessa.
Se queste parole vi ricordano un caso particolare state proprio pensando al "bel paese". Un esempio? Il recentissimo passato ci ha mostrato una competizione elettorale per le europee dove si è parlato di tutto meno che di Europa. Ma parliamoci chiaro, il fenomeno non è certo così recente, è un processo avviato ormai da anni acuitosi negli ultimi tempi.
Quale può essere la causa? Non sono un politologo ma ho studiato come in una situazione di bipartitismo (poco importa se in Italia sia solo relativo, sta di fatto che un 60-70% degli elettori è diviso tra due partiti) il partito vincente sarà colui che riuscirà ad occupare il punto ideale dell'elettore mediano. Questo in pratica significa che PD e PDL tenderanno a far convergere i propri programmi verso il centro rendendoli di fatto molto simili. Di conseguenza l'elettore sarà irrimediabilmente confuso, o meglio, sarà irrimediabilmente indifferente. I partiti quindi cercheranno di attirare voti non sulla base delle proprie idee ma andando a sottolineare i disvalori dell'avversario.
Ovviamente parlo per vie generali, le differenze tra i programmi ci sono, ma probabilmente molti elettori non sono sensibili a queste differenze. Facile lasciarsi imbambolare dai patetici media italiani: il gossip è la notizia, e il voto è il frutto del gossip in parecchi casi.
Possibili soluzioni? A mio parere spezzare il bipartitismo artificiale che ci vogliono imporre e regole finalmente chiare e certe su chi può e chi non può far politica (vedi questione del conflitto di interessi, questione dei condannati ecc). Peccato che nella pratica tutto questo sia difficilmente applicabile -.-