CIRCA TRENTA feriti TRA POLIZIOTTI E CIVILI. Ue: «preoccupati, stop a violenze»
Moldova, manifestanti anti-comunisti occupano il Parlamento: una vittima
Concesso il riconteggio dei voti, ma non c'è accordo.
I liberal-democratici: «Andiamo avanti con la protesta»
CHISINAU - Caos a Chisinau, capitale della Moldova. Migliaia di manifestanti - 10mila secondo la stampa russa - hanno preso d'assalto la sede del Parlamento per contestare la vittoria dei comunisti alle legislative di domenica. Una ragazza moldava è morta asfissiata dall'ossido di carbonio sprigionato dall'incendio appiccato nell'edificio: la notizia arriva dall'agenzia
Interfax, ma non c'è una conferma ufficiale.
RICONTEGGIO DEI VOTI - Dopo diverse ore le autorità hanno autorizzato un nuovo conteggio dei voti, ma il leader del partito liberal-democratico all'opposizione Vlad Filat ha smentito il raggiungimento di un accordo con il governo sulla cessazione dell'azione di protesta. «Abbiamo presentato le nostre rivendicazioni alle autorità, senza tuttavia ricevere una risposta ufficiale» ha detto Filat all'agenzia
Interfax -. L'azione di protesta proseguirà finché non avremo una risposta ufficiale, ma invitiamo i nostri sostenitori a comportarsi in modo civile e a non farsi coinvolgere dalle provocazioni». Il segretario della commissione elettorale centrale Iuri Ciokan ha smentito che sia partito il riconteggio delle schede.
OCCUPATO IL PARLAMENTO - Ci sono stati scontri con la polizia e lanci di pietre, circa 30 persone - sia tra i manifestanti che tra i poliziotti - sono rimaste ferite, alcune ricoverate in ospedale. Gli anti-comunisti hanno letteralmente travolto il cordone degli agenti, che hanno risposto con idranti e gas lacrimogeni. Gli oppositori hanno avuto la meglio e alcuni sono entrati nel Parlamento gridando «abbasso il comunismo!»; hanno lanciato dalle finestre mobili e documenti e appiccato il fuoco in alcune stanze. L'incendio si è esteso ai primi due piani dell'edificio, che ne ha dieci in totale. I mezzi dei vigili del fuoco non riescono ad arrivare sul posto per spegnere le fiamme per il gran numero di persone presenti nelle zone circostanti. I manifestanti hanno completamente circondato gli edifici del parlamento e della presidenza e sono riusciti a issare la bandiera dell'Unione Europea. Lo slogan: «Vogliamo entrare in Europa, vogliamo unirci con la Romania». In Moldova sono stati bloccati i principali siti internet d'informazione e nel centro di Chisinau non funzionano i telefoni cellulari.
IL PRESIDENTE: «NON AVETE PROVE» - La tensione è salita dopo una manifestazione indetta dal partito liberal-democratico, che alle elezioni ha avuto il 12%. Il leader Vladimir Filat ha detto di essere pronto a tutto, «anche all’uso dei metodi forti», per ottenere l'annullamento del voto: i comunisti, arrivati al 50% (con 61 seggi sui 101 all'Assemblea nazionale), vengono accusati di brogli. Il nuovo Parlamento sceglierà entro l'8 giugno il successore dell'attuale presidente Vladimir Voronin che, essendo al secondo mandato, non potrà ricandidarsi. Voronin, che martedì sera farà un discorso a tutta la nazione, accusa l'opposizione di voler tentare un colpo di Stato e di voler destabilizzare il Paese: «Contestare i risulati elettorali è solo un pretesto - attacca -. Non ci sono ancora i risultati finali ufficiali. Per questo ci sembra strano che ci sia tanta fretta da parte di coloro che hanno scatenato un tale baccanale. Non vi è nessuna prova di possibili brogli elettorali e tutti sono a conoscenza delle valutazioni positive date dagli osservatori internazionali». Gli fa eco Mark Tkaciuk, uno dei leader del partito comunista al potere: «Gli eventi di oggi altro non sono che il tentativo di un colpo di Stato».
SOLANA: «MOLTO PREOCCUPATO» - Javier Solana, Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, ha rivolto un appello a tutte le parti per «fermare la violenza e la provocazione. La violenza contro edifici del governo è inaccettabile. Sono molto preoccupato per la situazione a Chisinau». Il segretario generale del Consiglio d’Europa Terry Davis ha messo in evidenza come, nonostante le carenze riscontrate dagli osservatori internazionali, il risultato del voto non è in discussione. «Non è accettabile e chiedo a tutti di dare prova di moderazione. Il Consiglio d’Europa e altri osservatori internazionali hanno notato numerose carenze che devono essere colmate prima delle prossime elezioni, ma che non mettono in discussione il risultato finale. Alcune persone possono non essere soddisfatti dall’esito del voto, ma accettare la sconfitta fa parte del processo democratico. Qualunque eventuale presunta irregolarità elettorale deve essere affrontata davanti a un tribunale e non per strada».
RUSSIA E ROMANIA - Anche la Russia ha espresso «preoccupazione» per la situazione in Moldova. Il vice ministro degli Esteri Grigori Karasin ha fatto notare che «praticamente tutti gli osservatori, sia quelli della Csi (Comunità di Stati indipendenti,
ndr) che quelli della Ue e dell'Osce, hanno dato un giudizio abbastanza positivo» sulle elezioni. Più duro il commento dell portavoce dell'ambasciata russa a Chisinau, secondo cui i violenti scontri sono dovuti a provocatori che si sono mescolati a studenti e giovani indicendoli ad assaltare gli edifici governativi. Dalla Romania il ministero degli Esteri segue con attenzione ciò che accade a Chisinau ed esprime «preoccupazione per le informazioni riportate dai media, che fanno riferimento ad atti di violenza e alla mancanza di accesso del pubblico a informazioni attraverso i media». Bucarest ricorda gli ostacoli all'ingresso dei cittadini romeni in Moldova. «Il ministero degli Esteri esprimerà un punto di vista ufficiale dopo un'analisi completa di questi sviluppi e respingerà qualsiasi atteggiamento provocatorio contro la Romania».
OSCE: STANDARD RISPETTATI - Secondo l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) le elezioni legislative di domenica sono state nel complesso conformi agli standard internazionali, anche se «sono necessari miglioramenti per garantire un processo elettorale libero da interferenze amministrative e aumentare la fiducia della popolazione», si legge nel comunicato ufficiale della missione internazionale. Il voto si è svolto «in un ambiente pluralista, che offriva diverse alternative politiche e la giornata è stata ben organizzata e si è svolta tranquillamente e pacificamente». Il conteggio dei voti «è stato giudicato positivamente dagli osservatori nonostante alcune mancanze procedurali» e i media hanno garantito «ai concorrenti l’opportunità di comunicare i propri messaggi» anche se le emittenti statali «hanno reso confusa la distinzione tra la copertura degli obblighi dei rappresentanti del governo e la loro attività di campagna elettorale». L’Osce segnala però che la campagna elettorale «è stata segnata da frequenti accuse di intimidazioni agli elettori e ai candidati e denunce sull’abuso delle risorse statali». «Abbiamo notato dei reali miglioramenti rispetto al 2005» ha detto Marianne Mikko, capodelegazione del Parlamento europeo, sottolineando che «comunque devono essere fatti ulteriori sforzi».
MAGGIORANZA QUALIFICATA - I comunisti hanno ottenuto circa il 50% delle preferenze, quasi quattro punti in più rispetto alle consultazioni del 2005: con 61-62 deputati avrebbero la maggioranza qualificata di tre quinti necessaria per eleggere il prossimo presidente. Altri tre partiti filo-europei di opposizione hanno raccolto un ulteriore 34%, oltrepassando al soglia di sbarramento del 6%: i liberali (12,9%), i liberal-democratici (12,24%) e Nostra Moldavia (9,87%). L’affluenza ha sfiorato il 60%.
Moldova, manifestanti anti-comunisti occupano il Parlamento: una vittima - Corriere della Sera