ROMA (24 marzo) - La Corte d'Appello di Roma, sezione lavoro, ha respinto il ricorso della Rai contro Michele Santoro che si vede così confermare sia il risarcimento economico che il rispetto della collocazione e del ruolo legato al programma in onda.
La Rai infatti aveva già pagato 1,5 milioni di euro al giornalista per il risarcimento del danno subito con l'allontanamento dalla tv pubblica e aveva anche dovuto rispettare la sentenza che gli imponeva di riportare in video Santoro nella stessa collocazione di prima.
Tutto questo era stato stabilito dal Tribunale del lavoro contro il quale, in appello, la Rai aveva presentato il ricorso che oggi è stato respinto. Viene quindi confermata la parte che stabiliva le modalità di utilizzazione di Santoro, che la Rai aveva contestato in quanto a suo avviso doveva essere ripensata perché avrebbe inciso sull'autonomia imprenditoriale dell'azienda. Ma anche la parte economica del risarcimento, che la Rai aveva già pagato.
«Ieri la Corte d'appello di Roma, sezione lavoro, presidente Ermanno Cambria e relatore Donatella Casablanca, ha confermato integralmente la sentenza emessa dal tribunale di Roma in primo grado con la quale la Rai era stata condannata a reintegrare Michele Santoro nelle mansioni di realizzatore e conduttore del suo programma in prima serata e aveva condannato la Rai a un risarcimento danni in misura di circa un milione di euro». Lo rende noto l'avvocato Domenico D'Amati, legale di Michele Santoro.
«La Rai - continua D'Amati - aveva impugnato la decisione sostenendo che il giudice non poteva limitare la sua autonomia imprenditoriale. Santoro da parte sua ha sempre sostenuto di aver difeso l'autonomia della Rai limitandosi a chiedere il rispetto degli accordi a suo tempo intercorsi. Con la sentenza di oggi questi siamo ad oltre 10 giudici che danno ragione a Santoro e torto alla Rai. La decisione di oggi è una gran bella soddisfazione».
Rai, Santoro vince anche in Appello: respinto il ricorso dell'azienda - Il Messaggero