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Rete femminista
Rete FemministaLa rete femminista si è costituita il 20 Maggio 2007 con una assemblea realizzata per incontrare e dare voce a percorsi personali e politici di donne che in questi anni hanno resistito attivamente alla deriva della politica e alla implosione delle forme di rappresentanza . La partecipazione alla Rete si è basata sull’adesione ad una Carta d’intenti che prevede alcuni punti fondamentali tra cui: l’autodeterminazione delle donne e la difesa delle libertà a livello legislativo e sociale, la modifica della legge 40 e in particolare dell’articolo primo, che lede i diritti acquisiti dalle donne, la difesa delle unioni civili, la critica della globalizzazione neoliberista attraverso una politica estera rivolta alla pace e al disarmo, per la creazione di una cittadinanza europea basata sui diritti e non sull’esclusione. L’obiettivo della rete è quello di dare parola alle donne, ma anche di costruire senso e spessore per una nuova politica che sia capace di migliorare la qualità della vita e di produrre un “salto di civiltà” globale . Esiste indubbiamente una crisi dei modelli di convivenza e questo non può lasciare indifferenti le culture del femminismo che ha assunto la trasformazione come proprio obiettivo politico. Fare i conti con il presente non è facile, poiché la realtà è sempre di più improntata dalle regole del diritto del più forte e sempre più segnata dalle teocrazie patriarcali. Lo vediamo bene nel mondo delle guerre e della violenza quotidiane e lo vediamo bene qui in Italia dove la paura del diverso, la precarietà economica, stanno velocemente riportando le donne e gli uomini verso modelli di vita tradizionali nella speranza che questo possa fermare la velocità del cambiamento. Ci troviamo infatti di fronte a uno scenario nuovo per il quale servono nuove pratiche di negoziato e di conflitto e nuove forme di presenza nello spazio pubblico. La rete, a partire dalle teorie e dai saperi che una “intelligenza generale” di donne ha costruito sulla coscienza del proprio corpo e delle proprie esperienze, intende riflettere insieme ad altri e ad altre su un possibile agire comune. Per questo nella costruzione della Sinistra Europea la Rete Femminista intende lavorare per la trasformazione delle forme relazionali costruite sull’ordine patriarcale a tutti i livelli, dalle discriminazioni sessiste sul lavoro alla schiavitù sessuale, dalle aggressioni e maltrattamenti in famiglia, all’assenza delle donne nelle istituzioni della politica e nei partiti, dalla misoginia alla cooptazione paternalistica. Questo significa soprattutto incidere sulla concezione di un potere che si basa sull’esclusione del diverso. La grande avanzata delle destre in tutto l’occidente è la dimostrazione che la paura produce arretramenti sul versante della “comune umanità” e un ritorno al sacro e al fondamentalismo religioso , con le sue pretese universalistiche, come fattore di rifugio per le identità personali. Di fronte a questo, termini come diritti umani, democrazia, giustizia sembrano perdere di significato, o peggio trasformarsi nel loro opposto. Per questo motivo è importante, oggi più che mai, essere presenti da femministe nello spazio pubblico e trasformare le forme istituzionali. Certamente non è facile poiché richiede di modificare la chiusura maschile, forte soprattutto in Italia, di fronte al cambiamento. Richiede anche la capacità di affrontare le differenze tra donne valorizzando le maggiori o minori capacità, mantenendole il più possibile, all'interno di un moto circolare, in modo da renderle funzionali alla gestione del conflitto con il potere patriarcale che permea lo spazio pubblico e coinvolge uomini e donne. Imparare a gestire le differenze nello spazio pubblico è importante non solo per le donne per anche per una nuova sinistra che voglia trovare soluzioni per uno dei più grandi punti di crisi dell'umanità: l’insicurezza che nasce dalla convivenza tra diversi. Su quella insicurezza si fondano la paure del presente, l'attaccamento alla conservazione, e in ultima analisi l'apparente inattaccabilità del liberismo. La vera priorità è dunque lavorare sulla paura dell’altro e cercare visioni condivise tra soggetti differenti. Visioni che riescano a cogliere l’intreccio tra le dinamiche culturali e le nuove forme di vita coniugandole in modo alternativo per la libertà di tutte e di tutti. L’adesione della rete femminista alla Sinistra europea è dunque finalizzata a lavorare insieme ad altri sulla complessità del presente, incidendo sui processi identitari, mescolando pratiche politiche, decostruendo l’impianto geo-politico attuale e ricostruendo un immaginario collettivo dove esistano futuro e speranza. Questo secondo noi è uno dei compiti principali di una sinistra nuova e alternativa.Nodo di Bologna La Rete Femminista – nodo di Bologna nasce per contaminare la costruzione a livello locale della SE con il dibattito femminista. Vogliamo promuovere dialoghi, relazioni e partecipazioni femminili e femministe capaci di trasformare un modo di fare e stare in politica fossilizzato su schemi di potere lontani dalle esigenze della società. Vogliamo relazionarci con le donne della provincia e della città, non solo quelle già socialmente impegnate con cui ci relazioniamo nella Rete delle Donne di Bologna, o nel partito, ma anche con quelle che fanno fatica ad avvicinarsi a questi luoghi, sentendoli come escludenti, ma che pure vogliono vivere e rendere migliore la città, la politica di sinistra in città ed in provincia. Vogliamo dare voce ad un nuovo modo di fare politica dal basso, rappresentativo delle diverse sensibilità, al quale la donna possa partecipare finalmente come soggetto artefice di cambiamenti politici e sociali, come promotrice del processo di liberazione dagli schemi di dominio e di potere del neoliberismo patriarcale, perché crediamo che un mondo migliore sia possibile, e vogliamo contribuire a costruirlo.
SinistraEuropea.it
Rispondi citando
non che sia stata una cosa sbagliata, anzi, le donne hanno sicuramente ottenuto molte cose giuste, ma oggi non è piu proponibile
Originariamente inviata da toscanissimo
