beh guarda che uno dei metalli meno costosi del gruppo del platino
il meno costoso è il nichel (o nickel) poi m pare ci sia rame, argento, palladio, oro e platino...
ma quando fanno scontrare i fasci di protoni?
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
la prim collisione è prevista a metà ottobre salvo imprevisti....
si parlava del 21 ott m pare...
Uno scienzato comasco
all'esperimento del Big Bang
Andrea Dotti è al Cern di Ginevra per lavorare al grande progetto. Diplomato al liceo Giovio, ha maturato lì la sua passione per la fisica
CERNOBBIO Fra i 2500 scienziati, provenienti da 37 nazioni, che stanno lavorando ai laboratori del Cern di Ginevra al grande progetto dell’acceleratore di particelle, ce n’è uno che parla lariano. Andrea Dotti, 31 anni di Cernobbio, diplomato al liceo Giovio e laureato all’università di Fisica nucleare di Pisa, è uno degli scienziati italiani che sta lavorando al progetto e che da sei mesi si trova al Cern di Ginevra. «La soddisfazione per l’esito del primo test è stata grande - ci ha raccontato al telefono da Ginevra - È un passo storico per la fisica, si tratta di un primo esperimento che ha come scopo quello di scoprire nuove possibili particelle, un test compiuto dopo 14 anni di lavoro al Cern». Andrea Dotti è un "cervello" nato e cresciuto in riva al Lario e che è destinato, molto probabilmente, a emigrare all’estero, seguendo il destino di molti altri scienziati italiani. «La mia passione per la fisica è nata sui banchi del liceo Giovio - ricorda con piacere - e devo ammettere che me l’ha trasmessa la mia docente di Scienze, la prof Tarenghi. Dopo la maturità, scelsi quasi per caso l’università statale di Pisa, preferendola a quella di Milano per il consiglio di alcuni amici. Non è stato facile vivere lontano dalla mia famiglia e dai luoghi dove sono nato e cresciuto ma studiare a Pisa è servito molto per la mia formazione umana e professionale».
Big bang lariano nel 2020
"Buco nero? Rischio remoto"
Fisici dell’Insubria nell’esperimento che affinerà quello in corso al Cern di Ginevra. Servirà a forografare con più precisione la "particella di Dio", sempre che si riesca a catturarla, e a chiarire altri misteri della materia
«La tecnologia che stiamo mettendo a punto servirà per "the next big thing"... sperando di non sparire tutti il nel buco nero il mese prossimo».
Sorride sornione Massimo Caccia, docente di Fisica all’Università dell’Insubria. Il mondo ha appena tirato un sospiro di sollievo, dopo che gli scienziati del Cern di Ginevra hanno azionato il macchinario per riprodurre il big bang senza causare l’apocalisse da più parti ventilata, e lui sta già lavorando al "prossimo grande evento", che nel 2020 dovrebbe fotografare con precisione ancora maggiore l’origine dell’universo. Si chiama Ilc, ovvero International Linear Collider, una supermacchina che per fotografare le particelle utilizzerà dei sensori messi a punto da Caccia insieme al suo gruppo di 7 ricercatori della facoltà di Scienze di Como. «Con Lhc rompi il marmo e scopri la vena - spiega Caccia utilizzando una similitudine scultorea -, con il linear collider completi il capolavoro». Il nuovo "autoscontro" per fasci di materia e antimateria sarà un tubo lungo 30 chilometri (3 in più di Lhc) e costerà 5 miliardi di euro (uno in più dell’anello appena inaugurato). «Tra il 2010 e il 2012 verrà scelto il sito dove collocarlo - dice Caccia, poi si inizierà la costruzione che in sette anni ci porterà a completarlo». Le pianure di Chicago sono il pole position per ospitare la supermacchina. E Caccia e soci non nascondono di «fare il tifo per Obama», che da presidente degli Stati Uniti probabilmente favorirebbe l’esecuzione dell’esperimento del secolo nella sua città.
bah...che non diventi una moda..... praticamente ancora bisogna accenderlo e vedere che succede e già si pensa a "COMPLETARE IL CAPOLAVORO"........vabbè tanto chi sono io x fermare il "progresso"....
Massino Caccia è il mio prof di fisica di cui vi parlavo...