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crollo dei consumi

  1. #1
    Overdose da FdT
    Uomo
    Iscrizione: 29/9/2004
    Messaggi: 6,184
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    Predefinito crollo dei consumi

    (espresso)
    Non si salvano nemmeno macellerie pescherie e panetterie Crollano i consumi: niente più scarpe, niente più vestiti, né materiale per il tempo libero. I pugliesi fanno a meno ormai di tutto. Rinunciano con difficoltà al cibo, ma anche rispetto agli acquisti di alimentari le priorità e soprattutto le modalità stanno cambiando. Lo dimostrano i dati forniti dal Registro delle imprese della Camera di Commercio di Bari: è una vera moria di negozi e non si salvano nemmeno le macellerie, le pescherie e le panetterie.
    Ieri l´Istat ha pubblicato l´ultimo rapporto sul valore delle vendite del commercio al dettaglio. In tutta Italia, in aprile, l´Istituto di statistica registra un crollo dei consumi pari al 2,3 per cento: in particolare, gli italiani tagliano le spese soprattutto per i beni non alimentari, le cui vendite sono scese del 3,4 per cento, mentre gli acquisti in cibo sono scesi dello 0,8 per cento. La zona in cui la situazione è sicuramente peggiore è il Sud, dove le vendite sono crollate in media del quattro per cento. I dati Istat non smentiscono l´ultima rilevazione di Unioncamere sulle vendite nel 2007: la Puglia lo scorso anno ha accumulato perdite nelle vendite di beni non alimentari pari al 2,6 per cento. Per il cibo i pugliesi preferiscono stringere la cinghia per non dovervi rinunciare: gli acquisti infatti si mantengono sostanzialmente stabili. "Ma anche per gli alimentari le priorità stanno per cambiare – dice Pino Salomon, della associazione consumatori Adoc di Puglia – In cima alla lista delle spese ci sono inevitabilmente le bollette, se è vero che in Puglia ormai viene tagliata anche l´acqua se i conti non sono saldati. E in questo senso è necessario che il commercio stesso cambi". In Puglia, come in tutto il Mezzogiorno, gli alimentari vengono ancora acquistati al chilo: cosa che da tempo non succede più in altre regioni italiane. "I negozianti pugliesi dovranno abituarsi – dice Salomon – alla richiesta di una mela o di 250 grammi di pane. Senza considerare che un ritocco ai prezzi ormai è necessario".
    Logiche e dinamiche nuove del commercio, che costringono gli esercenti ad adeguarsi o a essere espulsi dal mercato. Dall´inizio dell´anno, soltanto a Bari sono centinaia i negozi che hanno dovuto chiudere i battenti. Complessivamente sono 552 gli esercizi commerciali al dettaglio che hanno dichiarato la cessazione di attività e 444 quelli all´ingrosso. A questi si aggiungono 60 rivendite di autovetture, 165 esercizi legati al mondo delle costruzioni e tre relativi alla produzione di energia elettrica, gas e calore. Ma è nel numero dei negozi al dettaglio ormai chiusi che si scopre una tendenza estremamente negativa. A Bari da gennaio a oggi hanno dovuto abbassare le saracinesche quattro negozi di frutta e verdura, 13 macellerie, quattro pescherie e cinque panetterie-pasticcerie. Non sono immuni dalla crisi nemmeno le rivendite di prodotti per l´igiene personale: sono 21 le profumerie ed erboristerie che risultano chiuse. Mentre quasi un centinaio sono i negozi di abbigliamento che hanno dovuto dichiarare la cessazione di attività. Stessa sorte per 30 negozi di scarpe e accessori. Della crisi del mobile si sa e a Bari sono state finora 46 le rivendite che hanno chiuso, mentre 16 sono i negozi di elettrodomestici e 22 le ferramenta ormai espulse dal mercato. Persino gli ambulanti con posto fisso, i venditori dei mercati, hanno chiuso la partita Iva in 59 nei primi mesi di quest´anno. "Ormai i consumatori preferiscono – spiega il rappresentante dell´Adoc – le grandi gallerie commerciali, ipermercati inclusi, dove si risparmia tempo e denaro".
    Ma non è sempre così. Una delle più grandi società di commercio di Bari, la Asc, cui fanno capo otto negozi di scarpe, fra cui la ditta Fortissimo e il megastore di Modugno, sta vivendo una crisi legata al crollo dei consumi con perdite pari a 357mila euro dall´inizio dell´anno. E questo ha costretto l´amministratore Angelo Paoletti ad avviare la procedura di licenziamento per 34 dei 93 dipendenti e a chiudere il magazzino del Baricentro: per ridurre i costi di gestione le forniture avvengono direttamente ai punti vendita. La Asc ha già raggiunto un accordo con i sindacati: la fuoriuscita del personale sarà su base volontaria incentivata e l´azienda si è impegnata, nel caso di una ripresa del mercato, a riassumere i lavoratori messi in mobilità.
    ------------------------------------------
    L'Italia lamenta la crisi e il crollo dei consumi. Ma poi spendiamo 1.7 miliardi di euro per dare da mangiare a cani e gatti. Una contraddizione?


  2. #2
    obo
    .
    35 anni
    Iscrizione: 23/9/2005
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    speriamo crollino ancora di più.

    comunque si, cioè chi spende soldi e soldi per le scatolette, o ha i soldi e se lo può permettere, oppure sacrifica se stesso per un animale.. mah

  3. #3
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
    Iscrizione: 6/12/2005
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    Quote Originariamente inviata da obo Visualizza il messaggio
    speriamo crollino ancora di più.

    Dalle ceneri del sistema economico attuale nascerà di certo una società migliore.

  4. #4
    Assuefatto da FdT
    Donna 43 anni da Ferrara
    Iscrizione: 4/5/2007
    Messaggi: 875
    Piaciuto: 0 volte

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    Se gli stipendi sono da fame come si può pretendere che la gente acquisti??
    Le attività che chiudono , sono in genere le piccole imprese, che anche se di alimentari hanno dei prezzi elevatissimi.
    Giustamente le famiglie preferiscono acquistare nei discount e negli ipermercati piuttosto che nel negozietto sotto casa.
    La qualità non è poi così scadente ad esempio in un discount ho trovato il tonno el dragon (chi lo conosce?) che se poi uno legge bene trova scritto che è prodotto dalla Palmera (che costa molto di più) e con gli stessi soldo compri il doppio delle cose!

  5. #5
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
    Iscrizione: 3/4/2006
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    speriamo crollino ancora di più.
    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    Dalle ceneri del sistema economico attuale nascerà di certo una società migliore.
    Ma che minchia di uccelli del malaugurio che siete!!!

  6. #6
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
    Uomo 42 anni da Reggio Emilia
    Iscrizione: 21/12/2007
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    Si vede anche che non sono toccati dalla situazione!
    Se avessero un negozietto, o una qualunque altra attività autonoma, e la dovessero chiudere, o fossero impiegati in una azienda che riduce il personale e rimanessero in mezzo a una strada, dubito che direbbero le stesse cose..

  7. #7
    obo
    .
    35 anni
    Iscrizione: 23/9/2005
    Messaggi: 35,505
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    Quote Originariamente inviata da Wittman Visualizza il messaggio
    Si vede anche che non sono toccati dalla situazione!
    Se avessero un negozietto, o una qualunque altra attività autonoma, e la dovessero chiudere, o fossero impiegati in una azienda che riduce il personale e rimanessero in mezzo a una strada, dubito che direbbero le stesse cose..
    ma che ne sai?

  8. #8
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
    Iscrizione: 6/12/2005
    Messaggi: 17,140
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    Quote Originariamente inviata da obo Visualizza il messaggio
    ma che ne sai?
    Oggi gli piace fare l'indovino...

  9. #9
    FdT-dipendente
    Uomo 37 anni da Bergamo
    Iscrizione: 14/7/2008
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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    Dalle ceneri del sistema economico attuale nascerà di certo una società migliore.


    certo, e te come pensi di campare mentre tutto brucia, in attesa delle ceneri?
    ti nutri di ideali?

  10. #10
    Tyler Durden
    Uomo 37 anni
    Iscrizione: 6/10/2007
    Messaggi: 16,094
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    Quote Originariamente inviata da TheLord Visualizza il messaggio
    certo, e te come pensi di campare mentre tutto brucia, in attesa delle ceneri?
    ti nutri di ideali?
    dai ragazzi basta parlare di sti diamine di consumi.. a chi vuoi che interessi?.. oggi la moda si chiama "modello tedesco"




    -.-'

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