Ciampi rinvia legge sull'inappellabilità
Il capo dello Stato ha rinviato alle Camere la legge sull'inappellabilità delle sentenze di assoluzione da parte del pm
Un no chiaro e forte. Il presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha rinviato alle Camere la legge sull'inappellabilità delle sentenze di assoluzione da parte del pubblico ministero. Ora se vorra riapprovare la legge il Parlamento dovrà riunirsi dopo lo scioglimento delle Camere a causa delle elezioni.
Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha chiesto alle Camere - a norma dell'articolo 74, primo comma, della Costituzione - una nuova deliberazione in ordine alla legge: «Modifiche al Codice di Procedura Penale, in materia di inappellabilità delle sentenze di proscioglimento». Lo rene noto un comunicato del Quirinale.
LA REPLICA DI PECORELLA - «Appare inspiegabile quali possano essere le ragioni di incostituzionalità». Così il presidente della commissione Giustizia della Camera, Gaetano Pecorella, commenta il rinvio alla Camere della legge da parte del Quirinale. Pecorella è il "padre" della legge, approvata definitivamente il 12 gennaio, che il presidente della Repubblica non ha firmato.
ANM - «Bisogna leggere le motivazioni del rinvio del presidente della Repubblica. Ma già ora si può dire che le preoccupazioni manifestate da noi insieme alla gran parte della cultura giuridica erano fondate». Il presidente dell'Anm, Ciro Riviezzo, commenta così la decisione di Ciampi. «Vedremo su quali aspetti della riforma - aggiunge il leader del sindacato delle toghe - il capo dello Stato ha puntato la sua attenzione».