Dopo aver smantellato tutti i provvedimenti anti-evasione del governo Prodi, adesso l’esecutivo berlusconiano per “fare cassa” è costretta a reintrodurli. Per la serie dilettanti ed arruffoni allo sbaraglio!
Appena arrivato a Palazzo Chigi,
Berlusconi e in particolare il ministro dell’Economia
Giulio Tremonti, pensarono bene di smantellare tutta quella serie di misure anti-evasione predisposte dal governo di centrosinistra. Ne abbiamo già
parlato, si è eliminato la tracciabilità dei compensi dei professionisti; si è innalzato l’importo massimo per rendere non trasferibili gli assegni, si è abolito la trasmissione telematica dei
corrispettivi, si è cancellato l’obbligo di tenere un elenco clienti-fornitori facendo così capitolare la co-responsabilità nel pagamento delle imposte tra committente, appaltatore e subappaltatore. Infine, si è ridotto – come detto – drasticamente le sanzioni.
L’ACQUA E POCA E LA PAPERA… E’ ORMAI ZOPPA – Come spiega oggi una nota del
Nens, “Non
contento di ciò, introdusse una nuova possibilità di chiusura agevolata delle contestazioni dell’amministrazione prevedendo la definizione diretta dei processi verbali della
Guardia di
Finanza e dell’Agenzia delle Entrate con il beneficio di sanzioni estremamente ridotte rispetto a quelle, già fortemente attenuate, previste per l’accertamento con adesione” . In pratica, la sanzione passarono dal
25% al
12,5%, con una riduzione, dunque, del
50%. Tutto a vantaggio di chi avevba trasgredito la legge. Figuriamoci… Tuttavia, siccome l’approssimazione e il pressappochismo nell’esecutivo berlusconiano in questi due anni l’hanno fatta da padrone, qualche mese dopo lo stesso governo modificò nella stessa misura anche la sanzione applicabile in caso di “accettazione degli inviti al contraddittorio e di acquiescenza non preceduta da processi verbali o da inviti”. Sanzioni che così, paradossalmente, erano più favorevole di quelle stabilite in caso di spontanea regolarizzazione delle violazioni da parte del contribuente, il cosiddetto
ravvedimento operoso.
E GLI EVASORI RINGRAZIANO – Un’apparente contraddizione proprio se l’obiettivo fosse stato (e lo è stato?) una seria strategia di contrasto dell’evasione che, come spiega il Nens, “si fonda in buona misura sulla frequenza dei controlli e sull’entità delle sanzioni”. Infatti, ciò non è avvenuto, i controlli negli ultimi anni
sono diminuiti e la riduzione delle sanzioni si è rivelata una sorta di
condono strisciante che ha reso più vantaggiosa l’evasione ed ha nel contempo compromesso il gettito da adempimento spontaneo sul quale si basa il nostro sistema tributario. Nonostante i richiami dell’opposizione, il governo ha proseguito sulla sua strada fino a quando non si è accorto di essere finito in
vicolo cieco. Anche se nessun media lo ha confermato – per carità, non bisogna disturbare il manovratore! – l’evidenza appare ormai chiara, tanto che lo stesso governo, ha operato una repentina quanto grossolana
inversione ad “U”.
LA VENDETTA DI VISCO E IL RASOIO DI HANLON – Infatti, è stata avviata una parziale retromarcia sull’abolizione delle misure anti-evasione, prevedendo tra l’altro
l’obbligo di trasmissione telematica delle fatture di importo superiore ai
3.000 euro. In sostanza si è riesumato quanto varato a suo tempo dal ministro
Vincenzo Visco, quello stesso Visco che la pubblicistica berlusconiana dipingeva come un
vampiro. E non solo. Adesso il Governo fa pure una parziale retromarcia anche in materia sanzionatoria con il maxiemendamento apportato al ddl della Legge di stabilità 2011. Come spiega il Nens, il comma 18 dell’art. 1, già approvato dalla
Camera, innalza “la misura delle sanzioni nei casi di accertamento con adesione” dal 25% al 33,33%. Ossia, dal 1° febbraio 2011, l’entità delle sanzioni nei casi di definizione diretta dei processi verbali e degli inviti al contraddittorio passerà dal 12,5% al
16,66%. A sua volta anche il
ravvedimento operoso comporterà il pagamento di una sanzione
più elevata passando, a seconda dei casi, dal 8,33% al
10% oppure dal 10% al
12,5%. Una
cervellotica retromarcia che al Nens battezano sarcasticamente con il celebre principio del “
Rasoio di Hanlon”, secondo il quale “
Never attribute to malice that which can be adequately explained by stupidity” (Mai attribuire alla malizia ciò che può essere adeguatamente spiegato dalla stupidità).
Holy words e non c’è bisogno di aggiungere altro!
Evasione, al governo non tornano i conti. E riscopre Visco