PINK FLOYD, MORTO IL TASTIERISTA RICHARD WRIGHT LONDRA - Richard Wright, tastierista dei Pink Floyd già al momento della creazione del leggendario gruppo rock a metà degli Anni Sessanta a Cambridge, è morto ieri a 65 anni d'età "dopo una breve lotta con il cancro". Il decesso è stato annunciato dalla famiglia del musicista, che ha avuto un ruolo importante - sotto il profilo creativo ed esecutivo - in una serie di grandi album della band, come 'The Dark Side on the Moon' e 'Wish you were here''. La famiglia ha annunciato "con grande tristezza" il decesso e ha chiesto che la sua privacy "sia rispettata in questo momento difficile".
Wright ha continuato a far parte dei Pink Floyd in tutte le sue varie incarnazioni, anche dopo l'uscita di Roger Waters nel 1985. Ha dato anche un contributo importante alla nascita dell'ultimo grande album dei Pink Floyd: 'The Division Bell'.
Nato in una famiglia benestante nel quartiere di Hatch End a Londra, appena adolescente Wright entra al London College of Music, e lì ha il suo primo impatto con la musica. Abbandona le lezioni di pianoforte dopo appena due settimane. In seguito si iscrive al politecnico di Regent Street alla facoltà di architettura. Qui conosce Roger Waters e Nick Mason, ma ben presto abbandona gli studi per seguire la sua passione per la musica. Nel 1965 i tre, insieme a Syd Barrett, fondano i Pink Floyd. Dopo l'uscita di Syd Barrett, Wright diventa il compositore melodico del gruppo.
La somiglianza della sua voce con quella del chitarrista subentrato a Barrett, David Gilmour, viene sfruttata per creare in alcune canzoni effetti particolari. Wright ha contribuito in modo decisivo a brani celebri dei Pink Floyd, come A Saucerful of Secrets, Echoes, e Shine on You Crazy Diamond. I suoi pezzi di maggior successo commerciale sono due canzoni dell'album Dark Side of the Moon (1973): The Great Gig in the Sky e Us and Them, ma anche Keep talking tratta da The Division bell (1994). Da ricordare tra le sue composizioni sono certamente anche Sysyphus dell'album Ummagumma (1969) e Summer 68 dell'album Atom Heart Mother (1970). In seguito ad alcuni problemi personali legati alla propria vita privata (divorzio), e probabilmente anche a un eccessivo uso di cocaina (peraltro sempre smentiti dall'interessato), Wright viene espulso da Roger Waters durante la registrazione di The Wall (1979). Continua a suonare nei successivi concerti del 1980 e del 1981 che promuovono l'album, ma solo come musicista stipendiato.
L'album successivo, The Final Cut (1983), è l'unico a cui Rick Wright, ormai definitivamente allontanato dal gruppo, non contribuisce. Nonostante questo, lui e il batterista Nick Mason sono i soli componenti del gruppo ad aver suonato in ogni concerto dei Pink Floyd, posto che The Final Cut non ebbe alcun tour promozionale. Wright fu richiamato da Gilmour per dare una mano durante le session conclusive di 'A momentary lapse of reason' (1987) collaborando in alcuni brani dell'album ed è reintegrato a pieno titolo come membro del gruppo con l'album Delicate Sound of Thunder (1988), un doppio che seleziona tra il materiale registrato durante concerti della tournee seguente all'album. Nell'album successivo, Division Bell (1994), scrive cinque canzoni e canta Wearing the Inside Out, certificando la sua personale rinascita artistica a livelli eccelsi. Da un punto di vista strumentale Richard Wright nel corso della storia dei Pink Floyd ha costruito il 'muro sonoro' oltre il quale si stagliavano gli epici assoli di Gilmour. Di estrazione jazzistica, è riuscito ad evolversi sino ad entrare in ambiente psichedelico con naturalezza e sensibilità.
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Ciao Maestro