Dal sito della Repubblica, (1 febbraio 2006)
NEI LABORATORI zeppi di ingegneri di Mountain View ha preso finalmente forma il sistema operativo firmato Google. E' basato su Linux e ha anche un nome: Goobuntu, creato dalla sintesi di Google e Ubuntu, il nome della distribuzione presa come base del sistema.
A rivelare la notizia è stato il Financial Times, in un lungo colloquio con Mark Shuttleworth, il fondatore di Ubuntu Linux. Google ha confermato a The Register di avere, tra i progetti cui sta lavorando, un "desktop linux", ma, con un messaggio al frequentato blog Slashdot, Chris DiBona, sviluppatore a Mountain View, ha anche chiarito che si tratta solo di un sistema ad uso interno che non verrà mai rilasciato al pubblico. E c'è da crederci.
Un sistema operativo marcato Google è da sempre in testa alle classifiche dei desiderata dei fan del motore e non è la prima volta che il nome di Google viene associato a “software” e non solo a “ricerca”. La recente alleanza con Sun Microsystems, impegnata anche nel progetto OpenOffice, ha alimentato le ipotesi, estendendo i possibili campi di applicazione anche alle suite da ufficio stile Office di Microsoft. Inoltre Picasa, Google Talk e Google Earth sono alcuni progetti già pronti da scaricare, magari attraverso il Google Pack, uno strumento per installare una dozzina di software utili in un unico passaggio.
Per creare Goobuntu, gli sviluppatori del motore si sono affidati ad una delle più moderne distribuzioni Linux. Ubuntu è nata dalla lungimiranza dell'imprenditore sudafricano Mark Shuttleworth che, dopo aver venduto la sua azienda hi-tech, spende parte dei profitti ricavati dalla vendita per mettere a punto una distribuzione facile per l'utente quanto Windows ma che comprende tutti i vantaggi di un sistema Linux: gratuità e stabilità per primi. La stessa Ubuntu deriva da Debian, un marchio storico del sistema open source.
Ma sviluppare un sistema operativo non significa rimarchiare un software, come nel caso di Picasa, o sviluppare un applicativo dedicato ad una singola funzionalità, come Google Talk. Il Google OS (Operating System) non vedrà probabilmente mai la luce. Non, almeno, nelle forme in cui siamo abituati a considerare un sistema operativo. Robert Cringely, ascoltato ed esperto opinionista tecnologico, è determinato: "Google non andrà al testa a testa con Microsoft nel campo dei sistemi operativi o dei Pc a basso costo", ha scritto nell'annuale articolo di previsioni per il 2006.
L'esistenza di Goobuntu è piuttosto un segnale di quanto stia crescendo il mercato di Linux negli ambienti Desktop. La distribuzione sudafricana sta raccogliendo consensi ed entusiasmo in tutto il mondo. Shuttleworth vola dalla Cina all'Indonesia, dalla Germania al Kenya per sponsorizzare la propria creazione e presentare una referenza come quella di Google non può far altro che accrescerne i già buoni consensi.
Google, d'altra parte, un sistema operativo "fatto in casa" già ce l'ha ed è quello che gestisce le decine di migliaia di computer sparpagliati nei centri dati che il motore ha costruito in Europa e in America. Sono sistemi che servono informazioni al mondo ogni giorno e ad ogni ora. Se Google volesse entrare nei computer di tutti avrebbe già un canale dal quale distribuire servizi e applicazioni, senza bisogno di avere a tutti i costi un sistema da installare su un Pc, con tutti i problemi di sicurezza e supporto che ne derivano. Se, come nel famoso slogan della Sun, The network is the computer, Google è il suo sistema operativo.