Le lettere sulle tastiere sono disposte davvero in modo da rallentare la scrittura?

Fonte foto: Audrius Meskauskas, 
WikipediaChiunque  usi un computer se l'è chiesto o sentito chiedere almeno una volta:  perché le lettere sulle tastiere sono disposte apparentemente a caso, ma  con una parvenza d'ordine alfabetico nella terza fila, con la sua  sequenza 
DFGHJKL?
Di solito la risposta è che questa  disposizione delle lettere risale ai tempi delle macchine per scrivere  meccaniche e fu concepita per rallentare i dattilografi che correvano  troppo e facevano inceppare i meccanismi, ma è vero solo in parte.
L'origine  di questa disposizione bizzarra è effettivamente dovuta alle prime  macchine per scrivere meccaniche commerciali, risalenti al 1860 circa,  dalle quali derivano le attuali tastiere per computer. Inizialmente ogni  inventore aveva proposto una disposizione differente, ma nel 1873 la  Remington adottò quella scelta dallo statunitense Christopher Sholes per  la sua 
Type-Writer, il cui successo commerciale definì lo  standard di fatto per la posizione delle lettere sulla tastiera, che è  fondamentalmente quello che usiamo tuttora anche se le ragioni per cui  nacque sono completamente obsolete.

Sholes aveva proposto inizialmente (nel 1867, 
brevetto USA 79868)  una disposizione sostanzialmente alfabetica: due sole file di tasti,  con le lettere dalla A alla M in basso e quelle dalla N alla Z in alto; a  sinistra, sulla stesse file, c'erano le cifre, senza 0 e 1 (che si  digitavano usando la O e la I). Si potrebbe dire che il tastierino  numerico fu inventato allora.
Il problema di questa disposizione  sensata era che battendo a macchina velocemente, i bracci dei  martelletti sui quali erano collocate le singole lettere (che colpivano  un nastro inchiostrato per imprimere i caratteri sulla carta) tendevano  ad incastrarsi fra loro quando venivano azionati in rapida sequenza due  bracci adiacenti. La magagna fu risolta collocando le coppie di lettere  più frequenti della lingua inglese (per esempio T e H oppure S e T) in  modo che i loro bracci fossero fisicamente distanti l'uno dall'altro.
Ma  non è vero che la disposizione QWERTY (poi mutata in QWERTZ in alcuni  paesi) fu inventata per rallentare i dattilografi affinché non facessero  inceppare la macchina: al contrario, serviva per consentire loro di  scrivere più rapidamente senza inceppamenti. Del resto, la macchina per  scrivere era stata inventata proprio per consentire di scrivere più in  fretta che a mano nell'era industriale, che pretendeva sempre più  velocità. Non avrebbe avuto senso rallentare il suo operatore.
Tuttavia  lo studio sistematico dell'efficienza e l'ergonomia dovevano ancora  nascere, per cui la disposizione di Sholes non fu ottimizzata a fondo (è  per questo motivo che persiste una parziale sequenza alfabetica). In  inglese, lingua per la quale fu concepita questa disposizione, il 52%  delle digitazioni è nella fila superiore invece che in quella centrale,  dove le dita stanno di norma, e la mano sinistra lavora molto più della  destra. Disposizioni alternative, come la Dvorak (1936), scrivono il 70%  delle parole senza spostare le dita dalla fila centrale.
Un  altro retaggio che persiste nelle tastiere odierne senza alcuna ragione è  la disposizione sfalsata dei tasti, nata inizialmente per fornire  spazio alle leve sotto ciascun tasto. Questo sfalsamento obbliga il  dattilografo a movimenti diagonali inutili ed inefficienti.
Allora  perché non adottiamo una disposizione più efficiente, ora che la   tecnologia ha eliminato tutte queste limitazioni? Per inerzia. Le nuove   generazioni iniziano ad usare la disposizione QWERTY perché la trovano   ovunque intorno a loro e rieducare centinaia di milioni di persone   all'uso di una disposizione differente sarebbe costoso e traumatico.  Dubbiosi? Provateci voi: oggi è facile comperare tastiere alternative e  impostarle nel vostro computer, che già le supporta da tempo, eppure non  lo fa nessuno. E  così andiamo avanti nell'era del microchip con un  sistema inventato quando si usavano leve,  molle, martelletti e rulli  inchiostrati. È come se guidassimo le nostre  automobili usando le  briglie. Mai sottovalutare il potere della pigrizia.