Se si dicesse, poi così, svanirebbe..
Se si vedesse, poi così, smeterebbe..
Se si...
Nessuno poi, ne ricorderebbe, l'incanto; che in ciò , integro, era celato..
Era come un germoglio, di quelli strani sapete..?
Un'pò morbidi all'occhio e un'pò duri al tatto..
Come bambù in fresca giovinezza.
Egli appariva così, non come solito fiore di loto..
Un nodo,solito era portarsi, così; al polso..
Pensiero distorto, perso nel suo silente passato.
Ove ancora rispecchia, il latente battere del suo cuore.
Ma niente in più di ciò, lui dirà di se..
E' emerso nel verde ,qui così, era steso tra l'erbe; in mezzo alle edere...
Giaceva in una primordiale estasi.. disperso , già dissi, o forse no..
Come volere volare, il suo sguardo alza, avvolte anche su me; di certo vede osserva..
Qualcosa che è oltre, più in alto, certo di me..
Ma non è, una cosa che mi rattrista, vi è calma e tranquillità..
In ciò, in cui, lui crede; in cui si confida, e si fida..
Ma è ora che lui si avvii..
E io resterò, un albero, che ha oltrepassato.
Vedevo, un tempo, il suo tormento; mentre con le fronde, ombra gli facevo.
Ma io che dei tempi greci, delle leggende, sono il residuo in questa realtà..
Non posso più muovermi, anche se lo vorrei..
Ma io non posso, non..
Oh.. non più..
C'è un che di triste a ricordar, che anch'io , qui un giorno; anch'io qui correvo..
E camminavo toccando e cogliendo giunchi, tra le fosse tra le valli; tra gli ambienti umidi e palustri..
Perchè di ninfe, spesso il destino è di mutarsi, o in sassi; in piante , fiori o animali..?
Io ero, di umana forma, di umana parola usufruivo..
Tu che non puoi affatto sentirmi..
Dovrei sospirarti ancora, ma non vi è il verso, che al verso mio; possa dare verbo.
E qui per te, fuori stagione, i miei rami si mettono in fiore..
Fingo che il vento si alzi, e muovo le mie legnose braccia, per poterti dire addio; in un movimento che forse ,potrai capire..
Declino le foglie, come gocce, il mio stato d'animo così a te esprimo..
E d'untratto, mentre qui è estate, su me è passata la primavera del saluto..
E le gemme mie ora cadono, come in un repentino autunno, del commiato..
Non dirò mai più una parola, per te non sarà cosa nuova..
Eppure in tutti questi miei pensieri, tu rimani lì davanti a me, come ad ascoltarli..
Poi abbracci questo secolare tronco, come fosse il più antico amico..
Tremo un poco, pare non t'importi..
Cogli quel fiore, che ancora con gli altri non è caduto..
"Possano ancora mille fiorirne, al mio ritorno, vorrei vederti come buchè tra le mani della terra sposa.."
Potendo ti risponderei, ma non potendo taccio, e fingo ancora che vi sia il vento fra le mie fronde; come a muoverle..
E sui prati tutti.. Insetti, fiori ed animali, bevono e sbaffeggiano felici..
Mentre io scribante qui sono in crisi , poichè ho finito inchiostro e lieti fini..
Lo Scribante che non è Dante..