Ha ancora senso un urlo disperato se nessuno lo ascolta?
Ha ancora senso un urlo disperato se nessuno lo ascolta?
Secondo me c'è ancora chi riesce a percepire la disperazione di un urlo...ma resta talmente angosciato da non riuscire a reagire e si nasconde dietro il velo dell'indifferenza..
è in qualche modo un'angoscia esistenziale?
guardate ad esempio l'urlo di munch, vi riporto un pezzo che ha scritto l'artista:
"Camminavo lungo la strada con due amici - quando il sole tramontò - il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue - mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto - sul fondo neroazzurro e sulla città c'erano sangue e lingue di fuoco - i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura - e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura."
Sulla superficie del dipinto infatti i due amici sono dietro...e lui urla da solo. Non è forse vero che si è sempre soli alla fin fine? I nostri rapporti con gli altri non si fermano sempre alla superficie? (Intendo il nostro profondo è solo nostro e non viene mai messo in comune)
In quel momento l'artista si trova ad attraversare un ponte.
Il ponte rappresenta il percorso della nostra vita.
In quel momento lui si è ,secondo me , reso conto che infondo anche se si è in compagnia,ognuno deve fare fare un percorso individuale...
Quando si devono fare delle scelte,quando si vivono determinate cose ci rendiamo conto che gli altri sono solo un contorno...siamo noi i protagonisti...ma lui evidentemente dopo che ha preso consapevolezza di ciò si ha capito di non farcela da solo,lasciandosi travolgere dall'angoscia...