L'ho già pubblicato nei blog, quindi qualcuno di voi l'avrà sicuramente già letto.
E' un brevissimo testo delirante... senza capo, né coda: fine a se stesso. Niente di che, come al solito.
Volevo solo "condividere" questo pensiero, frutto di una noia distruttiva e malinconica
[le espressioni contrassegnate dall'asterisco sono citazioni di canzoni]
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"Amo la Libertà, il Vino e le Canzoni." *
Giorni in cui mi spendo così.
Mi vendo alla prima nota che passa, vendo la mia voce in cambio di una piccola sensazione, di un'emozione.. così brevi.
Ancora ubriaca di sonno, ancora nel limbo dei sogni; con un colore che mi dipinge la pelle, come una tela nuova e infinita, mi muovo lenta e curiosa nei giorni distrutti dal sole, strozzati dal caldo e dalla polvere che tolgono la pace, spezzano la voce.
Lascio in ombra alcuni pensieri, mostro i miei occhi alla luce di un giorno nuovo, ma sempre uguale e sempre troppo breve.
E' il Blues della lontananza* che mi culla, come una piccola barca vuota e abbandonata che ondeggia - instancabile e tranquilla - sul mare che accoglie il cielo notturno, riflettendo desideri che annegano fra conchiglie e coralli.
Potrei stare distesa per ore a fissare la parete bianca, guardando e ascoltando il tempo che non passa.
Pregando perché non passi.
Potrei suonare una classica con un plettro di pensieri,
potrei scrivere dei giorni chiusi come fiori nel cemento.
Ma mentre una piccola farfalla mi svolazza vicino, curiosa, penso che 'no, non è il momento. Non oggi'.
Un pennello raccoglie i miei capelli.
Mi muovo bianca, scalza e silenziosa in un rumore incessante e sistematico, in una realtà alterata da un fastidioso sottofondo.