L' alba bianca,
Precedente il giorno,
Mi sta cacciando
Fuori dal tempo
Che non ha fine.
Fuori dal bene
Che mi fa male.
Sento le allodole,
Tremore di sterpi.
I primi passi
Dei contadini
Verso i fienili.
Mi rivesto
E sotto il palato
Non mi rimane
Che l' agro gusto
Di sangue rubato.
Giaci vinta
Su rosea seta,
Marchiata di passione
Che non mi appartiene.
Che ne è del tuo nome?
Di chi fu il tuo cuore?
Dov' è che il mio morso
Ha vinto il tuo pianto?
In che bordello,
Sopra quale altare?
Io non ricordo
Se non dei violini
Nelle campagne.
Sirene nomadi
Che col loro canto
Mi hanno sospinto
Via dalle stanze,
Tracinandomi
Nelle danze.
Io non ricordo
Se non dei tamburi
Lungo le vigne.
Occhi ardenti
Come fuochi neri,
Spalle giacenti
Sull' edera e i sentieri
E fili d' ebano
Su un collo caldo.
Il tuo imbarazzo,
Dentro i tuoi lamenti;
Voler salvarti,
Quando ormai era tardi
(sfumava la notte
E ancora eri Amore
Prima della Morte).
Ma ride l' aurora
Sopra la brina,
Scioglie le lacrime
Della sera.
Ritorno, sazio,
Al diurno silenzio
Di queste lande,
Lontano dall' aglio
Attaccato alle porte
(Ti svelo un segreto:
Non serve a niente).
Se, schiuse le palpebre,
Avrai la mia fame,
Mi troverai
Tra i lupi e le tenebre,
Sopra le cime.