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l'uccello e la rosa

  1. #1
    Overdose da FdT
    Donna 36 anni da Roma
    Iscrizione: 8/2/2008
    Messaggi: 6,230
    Piaciuto: 0 volte

    Predefinito l'uccello e la rosa

    Una rosa là, nel prato
    Dalle altre si distingue
    È bella, troppo bella
    Le sue spine son dettagli
    Lungo quel gambo vellutato,
    I petali la corona
    Di una principessa incantata.
    Ondeggia la sua forma,
    Segue il vento
    Che dolcemente
    Danza con lei,
    Zittite le onde
    Dal suo soave fruscìo.
    Scende la pioggia
    Con la sua freschezza
    Disseta la nobile sete
    Del delicato zaffiro blu.
    Ma ecco il cielo geloso
    Credendo una stella di vedere
    Vi lancia macigni di ghiaccio
    Per poterla tradire.
    Con le foglie spezzate
    Invoca aiuto
    Lanciando intorno
    Inchini di dolore.
    Un’ala bianca
    Appare splendente in cielo
    Come una stella
    Dietro di sé lascia una scia,
    Dolce aura,
    Luce pura.
    Spiega il suo manto
    Come neve candido,
    E la principessa blu
    In esso si ripara.
    Male fanno le scaglie di vetro
    Che il niveo uccello feriscono,
    Ma esso non vi bada
    Perché un miracolo sta preservando.
    Il dono dell’universo
    Davanti ai suoi occhi
    Pare un diamante celeste
    Che della sua bellezza risplende.
    Il cielo ormai arreso
    Davanti a quella forza
    Che è l’amore,
    Dona con rispetto
    Un raggio di luce in onore.
    L’ormai stremato alato
    Guarda con dolcezza
    Lo splendore da lui difeso
    E sorride di gioia
    Di fronte alla sua integrità.
    Le ferite guariscono,
    Il fiore cresce,
    Ed ogni giorno
    S’avvicina più alle stelle
    Il suo petalo celeste.

    Insegna all’uccello
    Come per ella è ordinario
    Tra i suoi petali guardare,
    Fra le pieghe del cuore

    I sentimenti ascoltare.
    Il volatile affascinato
    Impara in fretta
    Ed ascolta il cuore
    Che verso il blu
    Lo fa volare.
    Nefasto giorno
    In cui colta venne
    Da tenera mano
    In convulsa stretta.
    Dal gambo reciso
    Una goccia cadde
    Di purpurea linfa,
    La quale sulla bianca penna piovve
    Dell’impotente angelo caduto,
    Segnandone il destino
    Ed il pensiero.
    Rubina lacrima
    Che mai se ne andò
    Perché profonda
    L’ala, il pensiero,
    Il cuore marchiò.
    Disperato l’uccello
    In cerca partì
    Della sua rosa
    Che segnato l’avea.
    Quanto cercò l’essere alato
    Fra l’onde del mare
    Nei cumuli nebbiosi
    Tra foreste abbandonate
    In città affollate.
    Le proprie piume lasciò
    Troppo d’intralcio per lui
    Che nella ricerca
    Impegnato era.
    Ovunque guardò
    Ed eccola lì,
    Sul grigio davanzale
    Essa si ergea,
    Non più blu
    Ma cinereo era il suo manto,
    Curvo il gambo,
    Secchi i petali e le foglie.
    Straziato da tanto dolore
    Con fatica le proprie ali
    Nuovamente indossò,
    Per proteggere il fiore
    Da quel mondo meschino.
    La mano maledetta
    Ormai s’era scordata
    Della bellezza da essa rovinata,
    E agiata una finta margherita carezzava
    Senza vita e senza amore.
    Piccole gocce di rugiada
    Che il niveo angelo coglieva,
    Sulle sue ali si posavano
    Per poi scivolare tra i petali
    La rosa blu guarirono pian piano,
    Donandole nuova luce,
    Nuova forza.
    A tale spettacolo
    Le dita si voltarono,
    Con il tradimento sotto le unghie
    Sgualcivano i petali,
    Ne succhiavano la luce
    Con gli occhi vitrei e bramosi.
    Per riempire il proprio vuoto
    Le mani si dissetavano
    Lambendo lo stelo,
    Suggendone la linfa.
    Ed ogni notte
    L’angelo bianco tornava
    Con le ali piene di luce serena
    Ed il cuore colmo d’amore.
    Con essi la risvegliava,
    La riempiva nuovamente di vita
    Per poi tornare ogni sera,
    Al calar delle tenebre
    Quando le mani si coricavano
    E nessun male più facevano.
    Molte volte l’uccello chiedeva alla rosa
    Se potesse riportarla nel prato
    Dove si erano incontrati,
    Dove avevano imparato ad amare,
    A vivere felici.
    Allora la rosa rispondeva,
    Piena di malinconica nostalgia,
    Con i petali stretti tanto
    Che il povero uccello
    Attraverso non potea vedere
    Come pure cogliere
    ciò ch’essi celavano:
    "Sono ormai una rosa grigia
    Solo tu mi ricordi cos’ero,
    Ciò mi serve a donar vita ad altri,

    A mani vuote che tanto cercano affetto.
    Se per questo devo sbiadire,

    È destino che vuole."
    Con queste parole
    L’ala dell’angelo bianco ebbe un fremito
    La ferita che sembrava fosse guarita
    Era di nuovo lì
    A ricordar cosa fosse il dolore.
    Ma il candido era troppo deciso
    Troppa strada aveva compiuto
    Per arrendersi così.
    Ascoltava il proprio cuore
    Come il fiore gli aveva insegnato.
    Nella fede e nella speranza
    Esso perseverava.
    Le foglie cadevano e nascevano,
    Si susseguivano la luna e il sole
    Senza sosta,
    Inesorabilmente,
    Monotoni.
    Ma non tutto era immobile
    Nel suo alternarsi.
    Lentamente i petali della rosa
    Per la sua stanchezza
    Stavano schiudendosi,
    Non riuscivano più a velare
    A stringere in una dolce morsa
    I sentimenti del cuore.
    Il pallido volatile scorgeva sempre più
    Fra le pieghe della grigia corona,
    Un piccolo petalo blu.
    Quel piccolo cuore di zaffiro
    Come una stella brillava
    E chiamava aiuto
    Per uscire, per liberarsi,
    Per tornare donde era venuto.
    Con quell’immagine fissa nella mente
    L’uccello bianco si convinse.
    Non avrebbe mai abbandonato quel piccolo petalo,
    Quella speranza di felicità
    Nel grigiore di quel davanzale.
    Avrebbe pazientemente aspettato
    Il giorno che il cuore avesse vinto la mente,
    Che l’amore si fosse manifestato
    E il piccolo petalo blu tuonato d’emozione.
    Due semplici parole avrebbe aspettato:
    “Portami via”.
    E con una gioia infinita nel cuore
    Si sarebbe alzato in volo
    Fino a rubare alle stelle
    La luce per la sua rosa.
    Portandole un cuore luminoso
    Le avrebbe sussurrato…
    …ti amo.


  2. #2
    FdT-dipendente
    Donna 30 anni da Estero
    Iscrizione: 30/10/2006
    Messaggi: 1,549
    Piaciuto: 1 volte

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    bella ! mi piace molto

  3. #3
    Sempre più FdT
    Uomo 33 anni
    Iscrizione: 8/7/2006
    Messaggi: 3,418
    Piaciuto: 0 volte

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    mi dispiace non sn riuscito a leggerla tutta cmq quel poco che ho visto mi piace molto e senz'altro un 10 per l'impegno hai scrtto tantissimo!

  4. #4
    Overdose da FdT
    Donna 36 anni da Roma
    Iscrizione: 8/2/2008
    Messaggi: 6,230
    Piaciuto: 0 volte

    Predefinito

    grazie

  5. #5
    Overdose da FdT
    Donna 36 anni da Roma
    Iscrizione: 8/2/2008
    Messaggi: 6,230
    Piaciuto: 0 volte

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    scusate.. in effetti è un po lunghetta.. quindi noiosa da leggere.. vabbè..

  6. #6
    Vincitore concorso poesia 2010
    Uomo 44 anni da Gorizia
    Iscrizione: 25/3/2007
    Messaggi: 1,334
    Piaciuto: 2 volte

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    Lunga ma bella. Potresti dividerla in parti, magari.

  7. #7
    Overdose da FdT
    Donna 36 anni da Roma
    Iscrizione: 8/2/2008
    Messaggi: 6,230
    Piaciuto: 0 volte

    Predefinito

    grazie bobot

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