PROLOGO
Brocchi, le disfatte, le illusion, i fatti tristi,
i sogni, l'incaute spese io canto,
che furon al tempo che gli interisti,
vincevan sì , ma se non contava tanto.
Seguirò l'orme e i giovenil furori
di Massimo lor re, che si diè vanto
di comperar Ronaldo , fante di denari,
che però lo tradì per gli spagnoli affari
Dirò di Ronaldo che giunto a Milano da grande gladiatore
Visse negli agi ,coccolato da Massimo il perdente
fuggì poi in Spagna da vile traditore
senza al fin aver vinto niente.
Canterò le gesta delle nerazzurre genti
Che scagliarono moto e seggiolini
per sfogar la rabbia di essere perdenti
Canterò di come Facchetti dal volitivo mento
Mentre si lamentava di Galliani presidente,
riuscì ad addomesticar del calcio il regolamento
lamentando con la stampa spudoratamente
Dirò come sian state perdonate
dell'argentino Batistuta le tante gomitate
Apprenderete , amici miei fidati ,
del perché per la nazionale gli interisti sian sempre infortunati
Cosicché vi convincerete ,ci fosse ancora di bisogno
Che per l'interista la vittoria resta un sogno
Che per lui , che vive d'infelicità
L'unica rivalsa è il pianto senza dignità
Che la gran fortuna ,or schiava nerazzurra
prima che gioisca ‘sta suburra
non porti l’inferiore fuor dal ruolo sottomesso
E in ogni caso che io abbia il tempo, di finir quanto ho promesso.
continua...