Questo post rischia di essere un pò lungotto, forse perché mi ha preso in un momento particolarmente inspirato..per cui vi autorizzo a smettere di leggere appena mi siete stancati delle paranoie di una neodiciottenne..
Il tema è semplice, se non banale:«Che ne sarà di noi?». E’ una domanda che si pone anke Muccino in una notte di stelle cadenti…e penso che questa domanda se la siano posti tutti i giovani di ogni epoca. Poi ognuno ha preso la sua strada: chi portava le scarpe rotte è diventato calzolaio, chi era capace solo a dir stronzate ha fatto carriera in politica, chi voleva girare il mondo o fare l'avvocato ora fa il fornaio.
E noi invece? Che fine faremo? Che gioventù è questa, la meglio, la peggio, la più libera, la più sbandata? Che ambizioni ha, cosa sogna, cosa teme? I tempi sono cambiati e forse il mondo si è complicato troppo…così l’unico obiettivo sembra la fuga, intesa come sballo o come viaggio verso la lontananza. Intesa come divertimento, nel senso stretto del termine… Muccino dice «Andare, andare, andare e ancora andare, andare, andare”..un movimento da palline di mercurio scappate dal termometro rotto..per poi arrivare dove? Chi ci aiuterà a capirci meglio, confusi e fragili come siamo? Il fatto è che nessuno capisce più niente dei ventenni, e noi per primi fatichiamo a spiegarci.
E ora la cosa piu importante, IO che fine farò? Che pieghe prenderà la mia vita dopo l'esame di maturità?..so che è ancora un po’ presto per pensarci, ma quando lo faccio mi rendo sempre più conto che il futuro mi spaventa!..eppure sono così curiosa che ci darei un’occhiata, se si potesse. Tanto per vedere come finirà. Per avere delle certezze, delle convinzioni…
Sarebbe come avere un fantastico DVD nuovo, e dopo aver guardato l’inizio correre subito all’ultima traccia, per vedere il finale.. per fortuna tale possibilità non è concessa a nessuno, per salvaguardare noi stessi probabilmente….forse si scoprirebbe di aver perduto l’interesse nel vederlo interamente. E sarebbe davvero triste.
La mia conclusione è quindi che dobbiamo, anzi devo avere pazienza. Pazienza e capacità di vivere il presente, che effettivamente m’è sempre mancata.
Già, sono una di quelle irriducibili che se non sa di per certo di aver fatto tutto il proprio dovere, non dorme la notte, e va avanti, avanti e ancora avanti fino a che non riesce a combinare qualcosa: una soluzione, o più spesso un gran casino.
Questa volta, devo esser certa di non ricadere nella seconda ipotesi, perciò… mi godrò la vita, mi nutrirò delle felicità che ha da offrirmi ogni giorno, senza perder tempo con un perenne sguardo all’orizzonte, affamato di grandi tesori, che rischia solo di farmi inciampare sulla via.
Ma si sa, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, quindi… la buona volontà c’è tutta, ma…