Ho ancora quell’odore dentro al naso
d’infanzia, di rincorrere farfalle
Scoprire gli animali nelle stalle,
i pésciolini ròssi dentro al vàso.
Le ferie noi s’andava presso i nonni
col pullman, ‘ché la macchina non c’era.
Non àvevam tivù a rubar la séra
e in rìva al lago dòlci erano i sonni.
Il gabinetto stava in ballatoio,
un bùco nero e i fògli di giornale.
In camera il catino col pitale,
del tùtto ignoto ancòr l’acappatoio.
Il cibo quotidiano era modesto,
però com’era buona la polenta
che il nonno con manovra sonnolenta
menàva e poi capòvolgeva lèsto!
S’andava nel pollaio a razzolare
e dì lombrichi sì faceva incetta.
La canna in spalla, in tasca una michetta (2)
e si pescava fino al desinare (3)
Ben lunghe eran le nostre scarpinate
Sentieri, mulattiere, anrica storia
Per noi era ogni volta una vittoria
vedér dall’alto il làgo e le vallate.
Nel bosco eran le fragole, i cornioli (4)
le more ed i lamponi, il nero e il rosso.
Il mùso impiastricciàto a piu non pòsso
E ancora le nocciole ed i pinoli.
La vita ci avvolgeva come un fiume
dàlla corrente tiépida e sommessa.
Sémplice allora, còme oggi complessa.
O fosse una coscienza ancora implume?
NOTE
1. pi|tà|le
s.m.
CO vaso da notte
2. mi|chét|ta
s.f.
RE sett., panino di forma rotonda, piccola pagnotta
3. mi|chét|ta
s.f.
RE sett., panino di forma rotonda, piccola pagnotta
4. còr|nio|lo, cor|niò|lo
s.m.
1 TS bot., arbusto della famiglia delle Cornacee (Cornus mas) delle zone montane dell’Europa e dell’America settentrionale, alto da 2 a 5 m, con foglie ovali, fiori gialli e frutti rossi