WARNING: CONTIENE CAZZATE!!!
Ai tempi di Leopardi non c’erano i giornalini porno. Toccava arrangiarsi
Erra il pastore per l’Asia solitario
rimembra Silvia, le puppe un poco a pera.
Cupa è la notte, notte di luna nera.
Con lui va errando il piacere solitario.
E’ triste riandare ai sempiterni calli
e poi stanco riposarsi in su la sera.
Una capra, uno yak, altro mai non spera.
Se non sono altipiani, son sempre valli.
“Orrido abisso immenso, che il tutto oblia,
Vergine luna, la vita mia è tale;
che se appena rimedio un paio di scale
lassù vedrai che salgo e ti farò mia.
E quando miro in cielo ardere le stelle
o greggia mia che posi, te sì beata
senza cagion di pianto, bella palpata
con garbo darei a tue tante mammelle.
Armento mio, tu dimmi: perché giacendo
a bell’agio ozioso, l’animal s’appaga,
mentr’io se giaccio con la mano che vaga
m’attristo, ‘chè sto la Madonna offendendo?”