MI SCUSO, MA SOLO ORA MI RENDO CONTO CHE MI E' RIMASTA FUORI L'ULTIMA STROFA. MI VEDO COSTRETTO A RIPROPORLA TUTTA, ALTRIMENTI CHI LEGGE PER LA PRIMA VOLTA NON CAPIREBBE.
SCUSATE LA MIA VISTA LACUNOSA
Trent’anni di lavoro o poco più
Trent’anni Direttore Commerciale
di grande serietà professionale
specchiata ed impeccabile virtù.
Non so, nesuno sa cosa facesse
nelle ore non trascorse nell’azienda
Viveva come avvolto in una benda
e si teneva fuori dalle resse.
Soffriva – anche se non diceva niente –
di un ostico problema di pronuncia
per cui si impose più di una rinuncia.
E in fondo era soltanto balbuziente.
La gemte lo stimava un poco orso
non lo vedevan mai per strada o al bar.
Per giunta era imponente stile zar
Nessuno mai con lui avviò un discorso.
La ditta era di quelle di vernici
ed altri frutti d’alchimia moderna
Sognava però l’orso la caverna
e tempi un po’ più semplici e felici.
Passaron gli anni, i lustri, anche i decenni,
lui quasi ormai è muto come un pesce.
E zitto zitto un giorno se ne esce
dal mondo del lavoro - tutto a cenni.
Da allora tu lo vedi, estate e inverno,
calzoni alla zuava e camicione,
sotto la piopggia o con il solleone,
viandante lungo il flusso dell’eterno.
Il pullman prende presto la mattina
- centauro non fu mai, neppure autista,
nemmeno lo si vide mai ciclista –
poi scende a quel paese, là in collina.
Cammina svelto, lunghe le falcate
sebbene gli anni corrano al suo fianco:
lo sguardo, come il passo non è stanco,
quegli occhi che rincorrono le fate.
Raggiunge il suo maniero, la sua stalla,
glorioso gregge di vispe caprette.
Le mumge, le accarezza e poi le mette
in fila sul sentiero. E quasi balla.
Sta fuori tutto il giorno, solitario
nel vento, nella pioggia, con l’arsura.
Di nuovo finalmente si misura
col mondo vivo e non col suo sudario.
Non parla, solo versi gutturali,
segnali che travalican le ere,
un suono che conserva il suo potere
di unire gli elementi naturali.
C’è ancora? cosa fa? sta sempre bene?
Continua a pascolare le sue capre?
Oppure quando a volte il cielo s’apre
l’armento pasce ormai sopra Selene?
Penso e ripenso: come si chiamava?
Non lo ricordo – e quasi mi vergogno.
Sia stato tutto questo solo un sogno
di un cuore che di notte balbettava?