sento passi cadere lenti sulla terra ancora umida
marcio solo, stanco, sfiduciato.
una sorte avversa la mia
fatta di mere speranze e sirene danzanti.
sono un castello di carte in balia del vento,
un granello di sabbia sotto la scarpa del viandante,
una nuvola alta in cielo.
si sente dire in giro che è bene lottare.
si narra delle eroiche gesta e delle grandi sconfitte
sbagliate o giuste che siano,
a chi importa infondo?
che senso ha lottare se non sai ciò che vuoi?
continuare a sanguinare e correre via,
ma per quanto tempo?
il sangue scorre,
le gambe si spossano,
la testa gira.
e quando ti redi conto che è bene fermarsi
ormai è troppo tardi.
sei già morto.