WARNING: CONTIENE SATIRA!
C’era un tempo un gran Partito
d’ideale comunista
però, ahimè, un po’ stalinista
pur se non proprio alla Tito.
Poi ci fu quel terremoto
che crollare fe’ anche il Muro.
Una specie di siluro
che al PCI svuotò lo scroto.
PDS, poi DS
sigle e simboli a gogò
Dal marxismo all’art decò,
ora in jet ora in calesse..
Berlinguer morto da un pezzo,
fuori Natta e pure Occhetto:
l’ideale s’è ristretto
pare tutto un intermezzo.
“Siam moderni ed evoluti,
ci siam fatti riformisti,
quasi quasi laburisti,
niente più trinariciuti.
Abbiam tolto incrostazioni,
ci siam fatti liberali,
liberisti ma sociali
sempre pronti a innovazioni.
Abbiam perso e abbiamo vinto
siam calati e siam cresciuti;
siam rimasti dei Cipputi
perlomeno nel dipinto.
Gli ideali con la muffa
li abbiam messi su in soffitta:
ora va il Partito-ditta,
l’ideale è un po’ una truffa”.
Niente più la dittatura,
manco del proletariato;
il PCI s’è rinnovato
e la lotta è un po’ men dura.
Fu così che il candidato
vincitore alle primarie
fu pescato fra le otarie
e dal popolo acclamato.
Per sconfigger Sua Emittenza
ci voleva il centralismo:
si bandì il personalismo,
vincolata l’obbedienza.
Chi provò a recalcitrare
gli piazzarono le zeppe:
il faccione di zio Beppe
ricomparve sull’altare.
E così finì Bersani
con le spalle contro il muro.
Democratici, al futuro
- al presente: Italiani!