L'ho rivista, perché sono andato a fare un servizio nel suo paese. Al ritorno, mentre passeggiavo, ho visto una figura anche lei a piedi, in lontananza, che stava più indietro di me. Era una piccola figura con un piumino beige e l'ombrello rosso.
Ho rallentato il passo e l'ho riconosciuta. Era lei, in tutto il suo splendore. Mi ha riconosciuto anche lei, perché, arrivato dopo una curva a gomito, si è fermata.
Allora, io ho continuato a camminare fino all'incrocio e da dietro l'angolo l'ho spiata. Ha ripreso a camminare.
I nostri sguardi si sono incrociati, poi, ho attraversato la strada e sono andato via. Lei ha fatto altrettanto. Non una parola, non un saluto da parte di entrambi.
Strada facendo, però, sono riaffiorati tutti i miei ricordi, i ricordi del tempo in cui io e lei eravamo una cosa sola, quando le lacrime non avevano ancora preso il posto del sorriso.
Tra tante immagini, mi è venuta a mente quella di quando siamo usciti la prima volta insieme.
Stava in macchina con me e, a un certo punto, le presi la mano e, senza dire niente, gliela baciai.
Lo facevo spesso. Sul perché tutto sia finito tra noi anni dopo non ho voglia di parlarne.
So solo che è finita, ma che ogni volta che mi capita di rivederla una profonda emozione si impadronisce di me.
Vorrei quasi prenderle la mano come quella sera e baciargliela per l'ultima volta, ma la vita mi porterà a dimenticare, a non provare più niente, forse, a baciare una mano, ma non la sua, quella di qualcun'altra.
Cercherò di farlo con sentimento, con amore, a partire dal primo bacio, affinché la donna che starà al mio fianco non faccia andare sprecato l'amore che mi porto dentro.
Enzo