Ti ho amata, come amano i poeti.
Ho voluto vedere oltre l’apparenza,
oltre le tue follie, i tuoi malumori.
Oltre l’incanto biondo ho trovato…
una valle fiorita e sterminata,
su cui il vento sfiorava con le sue dita dolci,
e da cui sgorgava il profumo dell’amore,
e la mattina era diversa da quella precedente,
la notte gridava di dolore ed io ti cullavo.
Ti ho amata, come nessuno ha mai avuto il coraggio di amarti.
Mi sono imposto di entrare nella tua anima,
e vedervi l’universo intero e il miele che sgorgava,
ho sciolto le tue catene e me le sono addossate,
ho sofferto il freddo e la febbre ardente d’amore,
e quando mi abbandonavi, mi rifugiavo nella poesia,
dedicata ai sorrisi che mi regalavi ogni tanto,
quelle dolci mattinate a stringerci nel calore di un abbraccio,
e di un timido bacio inesperto, soffiato con inusitata dolcezza.
Ti ho amata, come un nessuno sa più amare,
come neppure il tuo principe ha mai saputo amarti,
ho conosciuto uno stadio pieno di tifosi diversi,
che gridavano mille verità, e tu eri al centro del campo.
Lì ho cercato di raggiungerti, ho annaspato e sono rimasto ferito,
ancora una volta, siamo riusciti a stringerci e ancora una volta…
ho rivisto il tuo sorriso dolce ed assaporato le tue labbra.
Abbiamo scritto insieme, abbiamo dato alla luce dei figli,
che nessuno vedrà mai morire, e sono tutti nostri.
Ti ho amata, come il sole ti riscalda la pelle bianca,
e la luna ti culla un po’ mentre hai paura la notte.
Ho sempre parlato nella mia vita, detto insulsaggini,
ma con te ascoltavo solo. Ore e ore imparavo a conoscerti,
ed anticipavo da veggente tutte le tue parole seguenti,
le leggevo dai tuoi denti bianchi, quando mi sorridevi,
mettevi l’accento sul mio amore e lo esaltavi.
Ho vissuto con te una felicità che è pari solo al dolore,
che mi hai dato nel lasciarmi.
Ti ho amata, come una freccia appena scoccata ama il suo bersaglio,
e il mio bersaglio era il cuore sensibile della donna che amo ancora,
con la quale mi sono illuso di poter dividere la vita,
per la quale ho lottato più di Davide contro Golia,
e sarei stato capace di lottare ancora, senza mai fermarmi.
Ti ho amata, e ti amo ancora, sono folle.
Forse non meriti il mio amore, forse dovrei cancellarti,
prendere la candela che arde del mio sentimento puro e delicato,
metterla in un angolino, ed aspettare che il vento della notte senza luna,
la porti via, come la morte porta via i parenti più cari,
e come tu sei scappata via da me.
Ti ho amata, senza una ragione precisa,
senza chiedermi troppo, senza pensare.
Tanto biondi erano i tuoi capelli e tanto chiare le tue carni,
che mi accecasti come Dalila fece a Sansone.
Ti ho amata, mentre gettando un urlo contro il cielo,
gridavo alle stelle le mie angosce,
e piangendo scrivevo le mie poesie più belle,
guardavo le tue foto in cui eri incantevole,
trovavo parole così astruse e balorde,
che solo la follia dell’amore perso poteva affibbiarmi.
Il destino scherza con me, e per questo tu non le leggerai mai.
Ti ho amata, essendo l’uomo che ti conosce di più,
e sa le cose che nessuno conosce,
le tiene strette al cuore come un fazzoletto abbandonato,
camminando sotto la pioggia nera in una giornata inutile,
e respira i tuoi sorrisi e sente i tuoi pensieri,
su quei gradini di pietra che sono stati il nostro nido.
Ed ora scrive ancora, mentre dovrebbe odiarti.
Ti ho amata, quando avrei dovuto odiarti.
Ma quel tuo viso imperiosamente reclama amore,
le mie dita sul tuo corpo era tanto leggere,
che spesso mi chiedevo se ti toccavo o sognavo,
e i tuoi baci così dolci, che pareva di mangiare miele.
Così come un contadino coltiva al terra e aspetta il raccolto,
io attendo la buona stagione ho raccolto solo amarezza.
Ti ho amata, ma tutto il mio amore ora è sofferenza.
Tanto più io sono stato felice, quanto più ora sto soffrendo.
Non ho avuto la forza di tenerti con me nel mio tenero mondo,
così tu sei scivolata via dalle mie dita, e fuggita nella realtà.
Ti ho amata, e a volte mi chiedo se anche tu l’hai fatto.