Perfino il comando dei marines rimase impressionato da tutte le onorificienze di Jason e gli concesse di buon grado un rinvio del servizio militare,perchè si godesse la Sheldon.
( - Hai scelto propio il momento giusto - scherzò il suo ufficiale comandante, - attualmente pare si viva tra una guerra e l'altra.)
La fama crescente di jason lo portò a essere noto anche presso gli studenti che di solito non si sognavano nemmeno di leggere la pagina sportiva del Crimson.Fece anche sì che una mattina presto un visitatore inatteso bussasse alla sua porta.
- Avanti.Serve qualcosa?
- Ehi,qual buon vento fa venire da me il "dizionario ambulante"?Rimasto senza parole?
- Non mi prendere in giro - george keller. - Sono venuto a chiederti un piacerino.
- A me? Ma,george... non sono altro che uno stupido atleta.
- Lo so - disse Keller con un sorrisino appena accennato.
- E per questo che mi puoi essere utile.
- In che modo? - chiese Jason.
- Mi insegneresti a giocare a tennis,Gilbert?Te ne sarei molto grato.
Jason fece una faccia molto perplessa. - Perchè il tennis?E perchè io?
- Chiaro - rispose george. - Quest'estate mi sono reso conto che è lo sport più... come dire... socialmente prestigioso.E naturalmente,sei il miglior giocatore di harvard.
Estremamente lusingato.Keller.Ma purtroppo mi sono impegnato a stracciare tutti quelli che pensano di farmi a polpette nel torneo della prossima settimana.Non ho un attimo di tempo.
Keller,da speranzoso che era,assunse un aria delusa.Sarei felice di pagarti le lezioni,Jason.Qualunque cifra.
- Non è una questione di soldi.Ti insegnerei a giocare...
- Quando? - chiese subito George.
- Cavolo,non saprei Jason,braccato. - Magari nella settimana delle lauree.
- Domenica 10... alle cinque?Non c'è niente a quell'ora.
Quello sapeva a memoria tutto il programma,minuto per minuto.
- Okay - capitolò Jason con un sospiro. - Ce l'hai la racchetta?
- Certo - fece George, - e anche le palle.
- Non c'era bisogno di chiedertelo - mormorò Jason chiudendo la porta.
George Keller era raggiante.
La battuta sarcastica era sfuggita perfino al facondo giovane padrone della lingua inglese.