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un pezzo incompleto del prologo del mio libro

  1. #1
    Matricola FdT
    Donna 31 anni
    Iscrizione: 14/1/2006
    Messaggi: 62
    Piaciuto: 0 volte

    Predefinito un pezzo incompleto del prologo del mio libro

    NN FATEVI IMPRESSIONARE DALLA LUNGHEZZA DEL TESTO, INIZIATE A LEGERE E POI DECIDETE SE CONTINUARE.
    PROLOGO
    All’interno del Vaticano, nella sua stanza, Papa Paolo V scrisse una lettera dando il consenso di portare nella Biblioteca Vaticana alcune cose di massima segretezza. La lettera raggiunse dopo due giorni il destinatario. Alcuni giorni dopo arrivò, nel cuore della notte, una carrozza. Non era molto lussuosa e neanche aggraziata, al contrario sembrava era stata presa in una discarica. Le tendine appoggiate sui vetri erano strappate e le ruote molto rovinate. La carrozza si fermò davanti all’ingresso principale, e mentre il papa si accingeva a raggiungere i suoi ospiti, essi uscirono dalla vettura. Erano cinque uomini ed ognuno di loro indossava un mantello nero. I cappucci nascondevano quasi interamente i loro volti fino solo a mostrare la bocca. Uno di loro, probabilmente il capo, si avvicinò al papa che intanto era arrivato alla carrozza accompagnato da due cardinali.
    - Buona sera, Eminenza. Grazie per aver accettato di custodire questi importanti ...
    - Non si preoccupi, – lo interruppe il papa impedendogli di terminare la frase.
    L’uomo aveva una voce forte, apparentemente sicura ma in realtà spaventata e timorosa:
    - Questi libri sono importantissimi e soprattutto segretissimi. Li affidiamo a lei e alla Santa Sede perché possiate impedire che qualcuno legga il loro contenuto.
    - Non temete, nessuno saprà mai nemmeno che li possediamo.- rispose Papa Paolo V tranquillo e sicuro.
    - Non ne dubito, ma devo chiederle di prestare maggiore riservatezza per…- esitò nel rivelare il segreto, ma poi disse con tono d'accordo - l’elemento più importante di tutti
    - Certamente! – lo rassicurò il papa - Ho già fatto preparare una stanza dove sistemare tutto. State sicuro che nessuno d’ora in avanti vi avrà accesso.
    Anche se, continuando a rassicurandolo, l’uomo sembrava volesse avere maggiore dimostrazione di potersi fidare. Il papa si accorse di questo e decise di soddisfare il suo pensiero:
    - Che cosa ne pensate se le mostro come qui i segreti sono protetti?
    - La ringrazio Eminenza, accetto volentieri il suo invito – rispose, felice di poter controllare di persona
    - Bene. Mi segua allora. Le farò vedere l’archivio della Biblioteca Vaticana che da questa notte diverrà segreto.
    Entrarono all’interno della chiesa accompagnati dai cardinali mentre gli uomini incappucciati controllavano la carrozza. Una volta all’interno del Vaticano, l’uomo rimase senza fiato per quello che vide. Era ( descrivi il passaggio sottolineando la bellezza del posto e descrivendo tutto nei minimi particolari)
    Arrivarono nel braccio ovest del Belvedere dove Paolo V aveva preparato l’archivio dove avrebbe sistemato il tutto. (descrivi il luogo)
    - Ora siete convinto di quanto il Vaticano possa essere sicuro? – chiese il papa sapendo già la risposta
    - Finalmente dormirò tranquillamente perché ora la mia famiglia non rischia più la vita! – rispose soddisfatto
    - Ha anche un figlio? – chiese il papa curioso di sapere di più su quell’uomo
    - Si, si chiama Dario e ha otto anni. Dice che da grande vuole fare l’archeologo e scoprire nuovi reperti storici.
    - Ha preso dal padre. – disse in tono scherzoso, e dopo qualche attimo di silenzio domandò – E sua moglie com’è?
    - Oh, lei è bellissima, molta dinamica e farebbe di tutto per proteggere la nostra famiglia. Mi mancano i suoi lunghi capelli neri e quell’aria sempre allegra.- rispose con tono nostalgico.
    Paolo V fece qualche passo verso la porta e con un cenno della testa fece capire ai cardinali che dovevano lasciarli soli.
    - Non mi ha ancora raccontato come mai è venuto in possesso di queste cose e perché ha voluto sbarazzarsene così di fretta.- disse il papa dando le spalle all’uomo
    - Oh, ma certo.- rispose intenzionato a raccontare tutto - Inizio con il dirle che il mio vecchio antenato vissuto due secoli fa, formò un gruppo di archeologi al fine di trovare quello che oggi abbiamo portato qui. Nel loro tempo di vita non sono riusciti a molto, ma il compito di continuare le ricerche si è tramandato da padre in figlio. Il mio vecchissimo bisnonno era il capo che guidava tutti, di conseguenza lo sono anch’io. Avevamo pensato di sciogliere il gruppo di ricerche dopo aver trovato quello che cercavamo, ma sono ancora tanti i misteri da risolvere. Sembrava andare tutto bene, avevamo trovato anche il posto per nascondere tutto, ma qualcuno sapeva perfettamente chi eravamo e cosa facevamo. Iniziarono a minacciarci dicendoci che dovevamo consegnare tutto a loro altrimenti ne avremmo pagato le conseguenze. Tutti noi abbiamo sempre fatto finta di niente continuando a negare. Dopo quei continui avvertimenti, decidemmo di portare tutto qui per proteggerli. Quelle persone non sanno niente di questo trasferimento.
    - Se le minacce continuano voi rischiate la vita - notò il papa voltandosi verso l’uomo
    - La nostra vita in cambio del segreto più importante del mondo, uno scambio equo. C’è una cosa che non le ho detto: in realtà dovremmo essere sei, ma quando mio padre era il capo, ci fu un uomo che era avido di potere e voleva guidare lui il gruppo ma tutti sapevano che, sotto il suo comando, il buon fine degli studi si sarebbero trasformati in una ricerca di potere. Decisero di cacciarlo e poi di lui non si seppe più nulla.
    Sul volto di Papa Paolo V apparve un piccolo sorriso, mentre si portava alle spalle dell’uomo:
    - Sono tante le persone che vogliono il potere assoluto - disse, mentre raggiungeva una piccola scrivania per prendere qualcosa nel cassetto – e non tutti riescono ad ottenerlo. La tua storia è commovente. Mi dispiace per la tua famiglia, da come me l’hai descritta sembra essere molto bella e affettuosa, sai quanto soffriranno.- disse in tono maligno
    - Non capisco, cosa vuole dire? - chiese perplesso l’uomo
    Improvvisamente il papa scoprì quello che aveva preso. Era una pistola con il silenziatore, puntata dritta alla testa dell’uomo che rimase impietrito.
    - Cosa significa? Lei è un papa! Come può mirare al potere! – si irrigidì tutto.
    - Hai tralasciato una cosa: quell’uomo fu esiliato dalla città insieme alla sua famiglia e in seguito morì a trentacinque anni lasciando moglie e figlio soli.
    - Tu sapevi chi eravamo!- disse con aria sorpresa e incredula - Tu se il sesto membro!
    - Ci sei arrivato. – disse scocciato – I miei genitori mi hanno sempre raccontato cosa è successo. Sono cresciuto nell’odio verso questo gruppo con la speranza che un giorno sarei venuto in possesso dei vostri ritrovamenti storici e finalmente ce l’ho fatta.
    Il capo del gruppo aveva già visto in faccia la morte, ma sebbene non fosse una situazione nuova, egli aveva ugualmente paura perchè finalmente era certo che sarebbe tornato dalla sua famiglia e che dopo pochi giorni anche le minacce sarebbero cessate. Credeva che dopo quella notte tutto si sarebbe pian piano sistemato, ma purtroppo era accaduta una cosa imprevedibile ed inimmaginabile. Quell’uomo, che ha usato i mezzi della Chiesa per la sua vendetta, non aveva lasciato alcun segno che avrebbe portato a lui. E mentre il papa continuava a tenere la pistola puntata contro la sua testa, l’uomo pensava che non avrebbe visto più la sua famiglia, non avrebbe visto crescere suo figlio e non sarebbe invecchiato con sua moglie.
    - Grazie per esserti scomodato a portarmi direttamente qui ciò che cercavo. Adesso non mi servi più.
    Dopo queste ultime parole, lo sparo. Nessun rumore. Nessun grido di aiuto, anche perché probabilmente anche i suoi amici erano morti. Il proiettile aveva preso il petto e non la testa; chissà, magari voleva che soffrisse. E l’uomo, ormai adagiato al suolo privo di quasi tutta la sua energia, rideva vittoriosamente.
    - Cos’hai da ridere?- disse il papa sentitosi preso in giro.
    - Il libro che cerchi è scritto in una lingua antichissima che non riuscirai a tradurre – disse con un filo di voce prima di morire definitivamente.
    Paolo V, timoroso di capire che quello che gli aveva detto l’uomo fosse vero, si affretto a cercare il libro che era ansioso di analizzare, ma quando lo aprì si accorse che aveva commesso un errore ad uccidere le uniche persone che conoscevano il segreto della traduzione.
    Cercando di trattenere la rabbia, iniziò a scrivere una lettera da spedire alle famiglie dei deceduti giustificando la loro morte.
    Quando la moglie, ormai vedova, ricevette la lettera rimase sconvolta e incredula. C’era scritto:

    Cara signora,
    mi duole dirle che suo marito, durante il viaggio di ritorno è stato attaccato dai bracconieri e nel tentativo di difendersi e morto insieme ai suoi compagni. È stato dato fuoco alla carrozza e, grazie alle fiamme, ci siamo accorti dell’attacco. Quando siamo arrivati i copi erano ormai carbonizzati. Le manderò al più presto le ceneri.
    Cordiali saluti e condoglianze.
    Papa Paolo V

    Paolo V bruciò il corpo dell’uomo e le spedì alla moglie in un vaso bianco con qualche decorazione. Dopo il funerale dei cinque membri del gruppo, le loro mogli decederono di sciogliere il gruppo per non mettere a repentaglio la vita dei loro bambini.



    CHE NE DITE?

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  3. #2
    Matricola FdT
    Uomo
    Iscrizione: 8/11/2005
    Messaggi: 17
    Piaciuto: 0 volte

    Predefinito

    molto bello, intrigante e misterioso continua a scrivere

  4. #3
    Ser Nwanko
    Ospite

    Predefinito

    Senza offesa ma: un papa cattivo, un segreto da proteggere il tuo libro si avvicina molto a Angeli e Demoni di Dan Brown. A parte questo trovo che comunque tu sappia scrivere molto bene e il fatto che ci sia già un libro simile non pregiudica il tuo lavoro. Continua a scrivere

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