(* liberamente tratto dal racconto "Il Principe Felice" di O. Wilde)
Rondine, Rondine,
piccola Rondine,
sorella libera
e perciò sola,
non devi dormire
prima che sia sera!
Perché non voli
ancora sulle strade,
non vai a vedere
se c’è ancora fame,
o se il mio oro
si è mutato in pane?
Io non ci vedo,
ma basterebbe
saper che le pietre
che mi ornavano gli occhi
son ora balocchi
per bimbe allegre,
o un soffio di brace
nei caminetti.
Mi sento felice,
Perché il rubino
della mia elsa
son gocce d’ arance
su una gola arsa,
e lo zaffiro
che mi ha dato la vista,
il verso più dolce
di un umile artista.
Rondine, Rondine,
piccola Rondine
che hai rinunciato
al sole d’ Egitto
per dare sollievo
a questo relitto,
perché non mi racconti
dei posti in cui sei stata,
come hai fatto
fino a notte passata,
perché non rispondi,
e ad un tratto
ti sei quietata?
C’è ancora sete
tra questa gente,
troppe famiglie
che non hanno niente
e madri chine senza più latte,
ma le mie vesti
si son disfatte.
Mi sento spoglio
d’ ogni perla ed orgoglio,
e in questo freddo
che non vuole finire
un cuore di piombo
quanto può valere?
Intanto qua sotto
c’ è un gran trambusto;
odo il sindaco chiacchierare
e dire che presto
dovremo andare.
Niente, del resto,
possiamo più fare.
Piccola Rondine,
ora puoi volare,
seguire le brezze
che vanno al mare,
e anche se adesso
vuoi stare in silenzio,
io ti ringrazio
per le carezze
che hai dato al mondo.
Amica mia cara,
ho tanto sonno
e mi sto addormentando,
ma tu non mi lasciare
prima che sia sera.
Prima che arrivi
la Primavera.