E' un progetto al quale stiamo lavorando io e un paio d'amici..io sono la penna,loro mi aiutano nel contenuto... questo,a mio parere,è una della parti meglio riuscite.. buona lettura!
E' strano il modo con cui l'amore faccia notare la propria presenza. E altrettanto strana è la modalità con la quale noi ci accorgiamo di essere Sue vittime. Un treno,o meglio due treni,che tendono ad accelerare per poi dividersi al primo bivio,o anche un treno,anzi,sempre due treni che dal bivio si uniscono per seguire lo stesso binario. Il proprio binario,precedente a quello comune, è il vero fautore della nostra più intima decisione di lasciarci condurre a quello comune o,al contrario,a tirarci indietro,lasciando credere agli esperti che ci sia un guasto tecnico.
Il vero guasto,tuttavia,coincide con quello che è,nel luogo comune,indicato come "cuore infranto".
Non ci sono esperti capaci di riparare questo irreversibile danno. Eppure,ci sono persone,persone come tante,persone che incontri ogni giorno per la strada,persone che saluti con un cenno del capo,persone che non riconosci o con le quali intrattieni piacevoli conversazioni..beh,queste persone non hanno nulla a che vedere con gli "esperti",ma fra queste persone,una può rimediare al tuo guasto.
La particolarità sta nell'involontarietà del gesto e nell'ingenuità con cui avviene.
Lei sembrava non ricordare la prima volta che si innamorò di quello che era solita definire il suo "grande amore",ma ricordava benissimo la seconda volta che uno sconosciuto le marchiò il cuore.
L'estate era finita da molto e andando via aveva portato con sè rancori,delusioni e indifferenze,lasciando un retrogusto amarognolo sulla pelle di quanti l'avevano vissuta in questo modo.
La pioggia aveva ormai spodestato il caldo soffocante e sollevava dal suolo polvere,pulviscolo e malinconia. Quella malinconia che riporta indietro ricordi,voci,profumi.
Era solita poggiarsi a peso morto al vetro della finestra della sua stanza e osservare distrattamente la pioggia che scivolava su quella lastra vetrata e picchiettava sul pavimento del balcone. Inerme in quella posizione vegetale sperava che quella pioggia terminasse presto,così avrebbe allontanato la sua nostalgia.
Sua madre si impegnava nel renderle queste giornate,tanto pesanti di per loro,ancora più sconfortanti. Un continuo dito puntato contro e le stesse squallide parole che le echeggiavano nei timpani.
"Ti prego,basta,basta,basta!" - Lo ripeteva a bassa voce,o forse,lo confessava al suo vetro per farsi coraggio,per darsi un alibi che giustificasse il suo esser sorretta da un'impalcatura tanto più fragile di lei.
Non ricordava bene i pensieri rievocati da quello stato parassitario,ma ricordò bene quella chiamata : -"Ehi,preparati. Sono quasi arrivato"- Indossò rapidamente il suo cappotto,afferrò la sua borsa a tracolla,così straordinariamente comoda e dopo aver chiuso la porta di casa,si precipitò giù per le scale cercando di allontanarsi quanto più potesse dalle urla di quell'isterica.
Lo vide. Era in auto, le lampeggiò. Reggeva la borsa sospesa sul suo capo,per proteggersi dalla pioggia battente e a passi svelti si affrettò a salire in auto.
Conosceva quell'auto più di quanto conoscesse casa sua.
E ancora meglio conosceva il ragazzo alla guida di quell'auto. Non era il suo grande amore,era solo il suo "chiodo".
Era il ragazzo con cui aveva fatto sesso la prima volta,era il ragazzo che le aveva regalato piccoli ma intensi piaceri quando ne aveva voglia e,ora,era il ragazzo che dopo averla fissata,le chiese:
-Devi dirmi qualcosa?
Lei non rispose. Si limitò a dirgli no con un movimento del capo e iniziò a cercare il suo pacchetto di sigarette nella borsa. Lucky Strike,rosse. Pacco da dieci. Si nascondevano sempre ottimamente fra le cianfrusaglie che portava con sè nella sacca, e spesso impiegava quei soliti due minuti per trovare quel pacchetto.
Il nervosismo di quella sera fece in modo che i minuti diventassero quasi tre.
Prese il pacchetto,compiaciuta,tirò fuori la quarta sigaretta della giornata e l'accese.
Lui mise in moto e si diressero al solito posto. Giunti lì,questa volta,non abbassò i sedili. Continuava a fissarla. Non voleva fare l'amore con lei,voleva capirla,aiutarla.
Lei,dal canto suo,iniziò ad innamorarsi di lui quella sera stessa,semplicemente non se ne rendeva ancora conto.
-Ok,va bene! Appena finisco di fumare ne parliamo,ma smetti di tenermi gli occhi puntati addosso!
Cercò di far durare quella sigaretta quanto più potesse. Non voleva parlarne. Non voleva sembrargli così fragile,non voleva esporsi. Ma si sa,per fumare una sigaretta ci vogliono in media quattro minuti,e anche meno a volte,ecco perchè dopo quei quattro minuti fu costretta a rivolgersi a lui ed iniziare a raccontargli la causa del suo malessere:
- Stavo ricordando il giorno in cui scoprii che il mio ex ragazzo mi aveva tradita. Ricordo le mie vertigini quando seppi con chi mi aveva tradita. Ricordo ogni cosa di quel giorno,ogni minimo particolare. Ma,è anche vero,che non ricordo nessuna delle belle esperienze vissute con lui. Al suo nome,la mia mente associa solo brutti episodi. Tristi,privi di vitalità. Io non so perc..
-Ne sei ancora innamorata
-No,che domande fai!?
-Non è una domanda- Il volto di lui delineava una durezza mista a paura di non poterla mai del tutto avere.
-Domanda o no,la riposta a quanto hai appena detto rimane la stessa : non sono innamorata di lui!- Era sincera -Quello che mi manda in bestia e mi rovina la giornata è questo tempo di merda!
Lui inarcò il sopracciglio. Lei adorava vederlo in quell'espressione. Riprese: -Cioè,odio quando in una brutta giornata come questa,con i brutti pensieri che fa tornare in mente,quella che dovrebbe essere mia madre,indifferente come sempre,esalta tutti i miei aspetti negativi. Sono la solita menefreghista di turno. La solita che non è mai in casa,anzi,è sempre in giro con amici incogniti,frequentando posti incogniti. Sono la solita che vive nella sua camera e che non si rende conto delle gioie e dei dolori che avvengono nel resto della casa.
Sono la solita a non avere una madre quando ne ha bisogno..
Riuscì ad inserire in quel discorso di vittimismo la sua solita ironia con cui affrontava ogni amarezza,ma questo non bastò per non trasformare le immagini chiare e nitide del lampione e del cartellone pubblicitario in un insieme di punti indefiniti che sembravano fondersi e riallontanarsi. Aveva gli occhi lucidi. Lo sguardo rivolto verso il finestrino dell'auto. Durante il suo discorso di era voltata di tre quarti,per evitare che lui notasse quegli occhi sommersi dal dolore.
-Sei la solita che non si rende conto che io,invece,ci sono sempre!
La voce di lui interruppe quel momento di angoscia. La tirò a sè e la strinse. Lei sentiva il suo odore farsi largo fra le sue narici e invadere la sua memoria,persino. Non avrebbe mai più scordato quell'odore. Sentì un forte bisogno di ricambiare quell'abbraccio,ma era vincolata dalle sue possenti braccia e si limitò a stringergli forte il bicipite,rischiando di sprofondare con le unghie nel tessuto della sua maglia. Gli pareva di avvertire la sua pelle. Sentiva il suo respiro scandire un ritmo lento,rilassante e rassicurante.
In quell'abbraccio le sembrò di ricevere la sicurezza che qualora lui l'avesse mai vista in lacrime,non avrebbe mai approfittato della sua debolezza. Si lasciò andare ad un pianto silenzioso. Le lacrime gli rigavano il volto in maniera netta. Facilmente si staccavano dal suo occhio e con la stessa facilità ricadevano sulla manica della maglia del ragazzo.
Lui le accarezzò i capelli,le baciò il capo e poggiandovi sopra la sua guancia le trasmise quel calore materno di cui tanto ne avvertiva la mancanza. La veemenza del suo abbraccio le restituì l'affetto di un padre sempre più distante,del quale non parlava mai,perchè,diceva "non è possibile parlare di persone che non si conoscono. Non è eticamente corretto ed è immaturo".
In quel solo abbraccio e in quei piccoli,dolci gesti le diede tutto quello che le mancava : l'amore che solo una famiglia può donare. La sicurezza di proteggerla da qualsiasi triste realtà,la garanzia di non abbandonarla mai.
Aveva bisogno di lui. Realizzò che quel ragazzo era diventato tutto per lei e il suo buon odore contribuì a trasformare quella necessità razionale in bisogno sentimentale. Si era innamorata di lui,nel tempo di un abbraccio. Tutto in un abbraccio.
Cosa c'è di più realistico? E lei aveva bisogno di certezze.
Cosa c'è di più sconvolgente del sapore che immagini di avvertire da un abbraccio in grado di perforarti l'anima e ricucirti il cuore?
E lei aveva bisogno di un cuore sano. Aveva bisogno di essere amata. Aveva bisogno di ricominciare ad amare.