E improvvisamente, dal pallore di un foglio bianco, una figura apparve - "Salve, il mio nome è Rothchild, e sono una povera anima bianca, abbiate pietà del mio lungo peregrinaggio". E., sebbene colto da una certa incredulità, non lasciò trasparire segni di turbamento, tutt'altro, cercò mi mantenere la calma e con voce forzatamente pacata chiese "Come ha fatto lei, signor Rothchild, ad apparire nel bel mezzo dei miei fogli di lavoro, e dov'è finito il suo corpo? Non ha consistenza fisica?". Rothchild, inumidendosi leggermente le labbra (il rumore però ricordava di più lo sfogliare di un libro) rispose "La meta delle nostre ostensioni ci è ignota, è il vento di Baphomet, un vento molto sabbioso, a farci peregrinare involontariamente. Il mio corpo? Ho qualche reminiscenza di percezioni fisiche, ma ahimè è tutto molto confuso". E., visibilmente turbato da ciò che aveva appena sentito, e spinto da un' ignota curiosità chiese "Ma lei, signor Rothchild, conosce il senso di tutto ciò?" "Purtroppo, caro mio interlocutore, noi anime bianche non siamo a conoscenza di nessuna notizia veritiera, in quanto la verità è semplicemente soltanto una faccia del prisma. Ciò che le ho detto fino ad ora potrebbe essere totalmente falso, forse non mi chiamo Rothchild, molto probabilmente non sono un'anima bianca e il mio peregrinaggio è soltanto una sfiancante paralisi". E. era spaventato, tutto ciò gli sembrava ridicolo "Ma cosa state mai dicendo? Cosa sareste, allora?".
Ad un tratto, Rothchild si svegliò come da uno stato di inebetitimento, con un foglio bianco in mano, con sopra scritto "E.". "Che bizzarria, devo essermi proprio ammattito" disse Rothchild, gettando il foglio accartocciato nel grande caminetto di pietra rossa del suo elegante ufficio.