C'era un uomo molto felice perché alla fine del lavoro (momento che attendeva con ansia) si sedeva a riordinare la sua collezione di vecchie conchiglie.
Quello della felicità è un argomento serio e dalle molte facce,da questa storiella vengono fuori diverse grandi verità. La prima è che non è male attendere con ansia la fine del lavoro, perché ciò vuol dire che ti aspetti di fare qualcosa di più gradevole, ed hai una vita tua, che supera la routine. La seconda è che la felicità può derivare da piccole cose, apparentemente semplici ed insignificnti. La terza è la lezione più importante: la felicità non è, e non può essere, uno stato di continuo godimento. Se questo si riuscisse ad ottenere, finirebbe per annoiare.
La felicità è equilibrio di piacere e dolore, e che può arrivare solo dopo un periodo più o meno lungo di attesa.
La felicità è, prima di tutto, attesa della felicità. Una persona che ha sete e che non riesce a trovare un po' d'acqua avrà un piacere raddoppiato nel bere, dopo una lunga attesa. Il soddisfacimento di un bisogno fisico sarà anche motivo di felicità. Colui che avesse subito a disposizione una bottiglia d'acqua, placherebbe soltanto la sete.