Salve a tutti, ho 50 anni e forse sono un po' oltre l'età media degli utenti.
Lascio questo messaggio per segnalarvi la mia storia.
Ho scoperto solo da pochi mesi la mia appartenenza all'autismo e all'Asperger pertanto solo di recente ho potuto inquadrare correttamente i miei disturbi.
Non ho mai ricevuto una diagnosi ufficiale in quanto al momento in cui i disturbi si sono fatti evidenti, cioè nella mia adolescenza, erano gli ani 80 e nessuno sapeva cosa fosse l'autismo. Mi sono diagnosticata da sola leggendo su internet articoli, seguendo conferenze e video che parlavano del problema. Mi sono riconosciuta pienamente nei tratti caratteristici. Ho fatto un test di diagnosi riportando un punteggio di 174 su 200.
Purtroppo la mia vita è stata irrimediabilmente danneggiata dalla malattia. Non ho mai ricevuto alcun aiuto né trattamento per le mie difficoltà (all'epoca non c'erano medici preparati sull'argomento tanto meno associazioni che fornissero aiuto o indicazioni, non esisteva nemmeno internet! ), non ho mai avuto una diagnosi corretta. Ho passato anni da psicologi, psichiatri, neurologi e psicoanalisti ma nessuno ha mai capito cosa avevo. In genere parlavano di depressione, qualcuno mi ha definito schizofrenica, molti dicevano che non mi impegnavo abbastanza per guarire. Ho preso senza risultati molti psicofarmaci: tranquillanti, antidepressivi e persino neurolettici. Avrei fatto qualsiasi cosa per guarire ed avere una vita normale ma purtroppo ciò non è avvenuto.
In famiglia non mi ha aiutato nessuno, anzi, quando ho avuto insormontabili problemi nell'andare a scuola, al liceo, tutti mi hanno accusato di essere pigra, sfaticata, nullafacente ecc. La mia sofferenza è stata ritenuta semplicemente pigrizia e rifiuto di studiare o lavorare al solo scopo di oziare e farsi mantenere dalla famiglia. Sono stata ripetutamente rimproverata, punita, umiliata, presa a schiaffi, minacciata di TSO ogni qualvolta chiedevo di essere aiutata, o semplicemente di non essere lasciata sola nella mia sofferenza.
La mia è una famiglia di persone molto disturbate e, retrospettivamente, ho ricollegato all'autismo molti comportamenti e vicende dei miei parenti: donne rimaste zitelle o che si facevano suore, uomini concentrati sul lavoro e chiusi in sé stessi in un'estrema forma di misantropia.
I miei genitori si sono sposati senza amore, mio padre era nevrotico, fobico e ossessionato dalla perfezione, mia madre schizofrenica con delirio paranoico.
Non ho avuto la possibilità di curarmi e uscire fuori da un complicato sistema familiare di ricatti, vendette, controllo sadico sulle persone. I miei tratti autistici mi hanno reso particolarmente vulnerabile a tutti i disturbi psicologici che comunque ci sarebbero stati nel crescere con genitori psicologicamente malati e instabili.
Ora ho 50 anni, sono sola, non ho mai avuto amici, non ho mai avuto un compagno, non ho mai lavorato, ho trascorso almeno l'80% della mia vita chiusa in casa. Non ho un'indipendenza economica e ormai restare in vita è diventato molto difficile. Negli ultimi mesi, avendo finalmente scoperto il mio disturbo, pensavo di fare un tentativo usando il mio talento nello scrivere per cercare lavoro nell'editoria, purtroppo, non avendo alcun contatto, il tentativo è fallito. Avevo scritto un libro sulla mia vita, descrivendo le difficoltà, le sofferenze, le speranze, e tutto ciò che mi è successo in questa terribile esistenza, avevo pensato di presentarlo a delle case editrici sperando in una pubblicazione ma a questo punto non mi resta nemmeno il tempo per farlo.
L'ho trasformato in un blog che potete trovare in lettura libera e gratuita all'indirizzo:
ilcoraggiodivolersibene.blogspot.com.
Se potrà interessarvi sarà proprio come leggere un libro, in cui parlo di me ma anche della storia della mia famiglia a partire dai miei nonni. Vi avverto che si tratta di un racconto disturbante, angosciante e penoso in cui viene descritta una lunga serie di violenze affettive e psicologiche che si tramanda da almeno tre generazioni.
Non so se potrà essere utile a qualcuno, ma ormai poter lasciare la mia testimonianza nel mondo è la sola cosa che mi resta. Spero che la mia sofferenza non sia stata inutile e che qualcuno possa imparare dalla mia esperienza.
Grazie.
Arianna