Tratto dal corriere della sera
E per Malachia è il terz' ultimo dei papi Le inquietanti profezie del santo, un vescovo irlandese del XII secolo Dopo Wojtyla "De gloria olivae "e "Petrus Romanus ", poi verrà il Giudice di Michele Brambilla
Come sarà il dopo - Wojtyla? A viste umane, per cercare di immaginare la Chiesa del futuro, bisognerebbe innanzitutto scorrere il lungo elenco dei cosiddetti "papabili", e cercare di ragionare sulle loro caratteristiche, sulle loro "tendenze pastorali". Poi, bisognerebbe valutare qual è l'eredità di Giovanni Paolo II, capire insomma "quale Chiesa lascia". Dopo di che, si potrebbe, come dicono gli esperti, "disegnare uno scenario futuro". Ma, se si scegliesse un approccio meno razionalista, si potrebbe cercare una risposta nelle famose "profezie sui papi" di san Malachia, un vescovo irlandese nato nel 1094 (o nel 1095: la data non è certa), morto nel 1148 e canonizzato nel 1190. Costui stilò un elenco di 111 pontefici: tanti quanti ce ne sarebbero stati, a suo dire, da Celestino II, che fu papa dal 1143, sino all'ultimo successore di Pietro. Ciascuno di questi 111 futuri pontefici fu chiamato da san Malachia con un motto in latino.
Va detto subito che questo elenco, secondo la maggior parte degli studiosi, è falso, nel senso che non sarebbe stato san Malachia a redigerlo. Si legge per esempio nell'autorevole Il Grande libro dei santi edito recentemente dalla San Paolo (tre volumi in cui sono riportate le biografie di tutti i santi e beati della Chiesa): "Le Prophetiae Malachiae non sono attribuibili a Malachia: furono infatti scritte durante il conclave del 1590 da un autore sconosciuto, e Arnold Wion le trascrisse nel suo Lignum Vitae". Sta di fatto, comunque, che questo elenco esiste. Wion, che era un monaco benedettino, lo pubblicò nel 1595, sostenendo che fino ad allora quelle profezie erano circolate manoscritte. E non mancano studiosi seri che su quel Lignum vitae, e su quei motti attribuiti a san Malachia, si sono arrovellati per anni trovando qualche motivo di credibilità. Ebbene, in queste "profezie sui papi", Karol Wojtyla è il pontefice numero 108: il terz'ultimo, dunque, della serie.
Fantasticherie? Può darsi. Ma val la pena - prendendo pure il tutto per un semplice divertissement - di riflettere su quei "motti" con cui san Malachia aveva definito ciascun futuro papa. Dunque: il pontefice numero 108 è chiamato De labore solis, ossia "dallo sforzo del sole"; e Wojtyla è il papa che viene dall'Est, cioè da dove il sole si leva. Un collegamento forzato? Forse. Ma ancor più impressionante è il vaticinio riservato al successore di Wojtyla: De gloria olivae, "dalla gloria dell'ulivo". Cioè un papa che viene da un periodo in cui, in quella Roma che è sede della Chiesa universale, era stato al governo, "nella gloria", una forza politica chiamata Ulivo. Sempre restando a metà fra il gioco e la doverosa apertura al mistero: Paolo VI era Flos florum, fiore dei fiori, e nello stemma di papa Montini ci sono tre gigli; Giovanni XXIII, che era stato patriarca di Venezia, la città marinara per eccellenza, era Pastor et nauta; Pio XI, che sfidò senza paura Mussolini, Stalin e Hitler (nel '37 pubblicò l'enciclica Mit brennender Sorge per denunciare il razzismo e l'antisemitismo nazista) era Fides intrepida; Benedetto XV, che fu papa durante (1914 - 1922) i massacri della Grande Guerra e il flagello della "spagnola", era Religio depopulata, religione spopolata. E continuando ad andare a ritroso: Leone XIII, l'ultimo papa del XIX secolo, era Lumen in coelo, una luce nel cielo, e il simbolo della sua casata, quella dei Pecci, era una cometa. Pio IX, il papa del Risorgimento, che dai Savoia subì vessazioni e sequestri, era Crux de cruce, la croce (dunque, la sofferenza) che viene dalla croce: e una grande croce bianca in campo rosso è lo stemma, appunto, dei Savoia.
Coincidenze singolari, come quella - tanto per citare ancora un esempio, ma ce ne sarebbero altri - di Pio VII (1800 - 1823): per lui, il motto di san Malachia era Aquila rapax, l'aquila che rapisce, e il 3 luglio del 1809 Pio VII fu prelevato al Quirinale, arrestato e portato a Parigi ("rapito", insomma) dai soldati francesi di Napoleone. E l'aquila, come tutti sanno, era il simbolo dell'impero napoleonico. Discorsi da salotto, costruiti su "falsi" intepretati come conviene, oppure messaggi inviati nel chiaroscuro della profezia? Vedremo. Intanto, arriverà De gloria olivae, che per san Malachia sarà il penultimo papa. Chiude infatti l'elenco dei 111 Petrus Romanus: un Pietro II, insomma. + scritto nel Lignum vitae: "Nell'ultima persecuzione della Santa Chiesa, risiederà Pietro il Romano che farà pascolare le sue pecore fra le tribolazioni. Passate queste, Roma sarà distrutta e il giudice giudicherà il popolo". Chissà se c'è da tremare, o solo da sorridere.
Che ne pensate?
contributo alla discussione vi dei materiali di partenza :
http://roswell.fortunecity.com/quate...1/malachia.htm
http://www.vitella.it/mikami/cattoli..._profezia.html