Nella nostra epoca tutto sembra fare riferimento, più o meno implicito, al sesso: pubblicità, film e programmi televisivi contengono una quantità enorme di allusioni erotiche, in alcuni casi romantiche, a volte finalizzate solo a destare scandalo, spesso esplicite, ma sempre e comunque estremamente lucrose. Per molti sociologi è proprio il sesso il business più redditizio del XXI secolo, in tutte le sue forme e le sue possibili spettacolarizzazioni.
Eppure esiste un rappresentativo numero di individui non coinvolti in questo mercato e di cui, proprio per questa ragione, si parla poco: sono gli a-sexuals, uomini e donne accomunati dal fatto di non riuscire a provare alcuna attrazione sessuale. Si calcola che costituiscano il 3% della popolazione mondiale, una percentuale significativa se si considera che la maggior parte di noi non ne ha mai sentito parlare. Gli a-sexuals non sono rivoluzionari, non perseguono particolari fini politici né sognano rivendicazioni sociali, meno che mai desiderano imporre agli altri il loro stile di vita; guai poi a definirli moralisti o bigotti: il loro rifiuto del sesso, affermano, non deriva da una scelta ideologica, ma è una condizione intrinseca della loro persona, come avere i capelli biondi o gli occhi verdi insomma. Tengono a precisare che non si ritengono più intelligenti delle altre persone, né più sensibili o nobili d'animo: hanno caratteristiche diverse esattamente come le persone "normali"; la condanna del sesso, come attività sporca, materialistica o addirittura diabolica, non fa parte del loro programma: essere a-sexuals, affermano, non significa odiare la sfera sessuale, ma semplicemente non esserne attratti.
Chi crede che questi individui siano condannati alla solitudine eterna sbaglia di grosso: l'amore, per fortuna, si può esprimere in mille modi diversi, di cui l'intimità fisica costituisce solo una piccola percentuale. E' possibile vivere un rapporto di coppia coinvolgente anche escludendo il sesso; tutti saranno d'accordo che farsi le coccole seduti su un divano, parlare delle proprie paure e dei propri desideri, condividere interessi ed attività comuni sono espressioni efficaci (ed anche molto romantiche) del proprio amore verso un'altra persona, anche se non includono propriamente un rapporto esclusivamente fisico. Per un a-sexual semplicemente non esiste la connessione automatica tra la sfera dei sentimenti e quella dell'attrazione corporea: amore e sesso non sono inscindibili e soprattutto il primo non comporta necessariamente il secondo.
Un vero e proprio movimento collettivo, quindi, soprattutto se si considera che nel 2001 David Jay ha fondato l'AVEN (Asexual Visibility and Education Network), che si prefigge due scopi nell'immediato futuro: far conoscere ed accettare al mondo l'a-sexual "philosophy" e contribuire alla crescita di una comunità in cui chi si trova in questa condizione possa parlare e confrontarsi. L'iniziativa ha funzionato e il numero degli iscritti, nonché degli a-sexuals "dichiarati", è in costante aumento. Nonostante gli adepti si dichiarino completamente soddisfatti di questa loro filosofia di vita, la comunità scientifica esprime perplessità davanti a questo fenomeno. Per gli studiosi, infatti, il sesso è un istinto naturale, caratteristico della nostra natura, che può essere represso ma non eliminato.
Sarebbe come dichiarare di non aver mai avuto fame in tutta la propria vita: chi ci crederebbe? L'asessualità sarebbe quindi una semplice patologia, curabile, qualora lo si desideri, con una specifica terapia di tipo psicologico; le cause di questa malattia, affermano gli scienziati, andrebbero ricercate proprio nel bombardamento sessuale a cui i mass-media ci sottopongono continuamente, associato ad un eccessivo stress sociale e al timore, frequente nella nostra società dei "modelli perfetti", di non essere sempre all'altezza della situazione. Una tesi non condivisa da alcuni esperti, che individuano l'origine di questa mancanza di "appetito" in un fattore genetico e, a sostegno della loro tesi, sostengono dichiarano che il 12% dei topi usati per gli esperimenti, mammiferi come gli esseri umani,si rifiuta di avere rapporti con partners di qualsiasi genere.
Il verdetto non è ancora unanime e forse non lo sarà mai, ma poco importa, perché gli a-sexuals affermano di non sentire la necessità di nessuna cura e di vivere felici e in tranquillità questa loro condizione. Una cosa è sicura però: in un mondo dove la trasgressione è ormai diventata di moda e viene sbandierata senza vergogna, forse sono loro gli unici davvero contro-corrente.
ne avevate mai sentito parlare? che ne pensate?