Originariamente inviata da
Lucien
Uhm... occhio a non confondere genere fantastico con genere fantascientifico... Verne ad esempio era più propriamente di fantascienza, anche se, quando le tecnologie di cui si parla sono completamente irrealistiche, il fantascientifico sconfina nel fantastico.
Per come la vedo io è l'uomo moderno che non sente più il bisogno della fantasia. In un mondo che lo tartassa di incertezze e paure, gli ci vuole un certo coraggio a leggere racconti che mettono in forse i fondamenti scientifici delle sue certezze con magie e visioni, o che aprono lo sguardo su futuri lontanissimi, facendogli immaginare un tempo in cui di lui non resteranno che gli atomi dispersi per il cosmo.
E tanto più coraggio ci vuole per scriverli.
Io che ho una mentalità abbastanza
quadrat preferisco la fantascienza
Quanto alla sterilità degli autori contemporanei, si sa che in periodi scialbi si tende al manierismo. Ma per come la penso, se uscisse un racconto davvero rivoluzionario rischierebbe di non avere molto favore di pubblico: e chi scrive per vivere (e non il contrario) preferisce seguire sentieri battuti e di sicuro successo.