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Originariamente inviata da pupetta
senza offesa, ovviamente
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Originariamente inviata da pupetta
senza offesa, ovviamente
Questo momento me lo segno.....è uno dei pochi in cui sono d'accordo con te ;) :ok:Quote:
Originariamente inviata da filosofo
allora. dico solo questo:
lasciate in pace l'Islam, e pensate ai fondamentalismi che sono del tutto d'origine OCCIDENTALE.(volebdo usare uno stereotipo contro sè stesso).
E poi, la storia del contrasto fra due mondi mi sembra il trito luogo comune alla base di un'apocalittica sceneggiatura holliwoodiana.
non c'è l'ISLAM, ci sono gli Islam, e finchè non lo si capirà si produrranno sterili discussioni su chi ha ragione, chi ce l'ha avuta e chi ce l'avrà...
ma non si va da nessuna parte...
filosofo, mi trovi abbastanza d'accordo con te su molti punti...ma... marxismo???
un pò troppi fantasmi...e cito derrida...
io andrei oltre la dialettica, e purtroppo il marxismo la implica e si incarta un pò..con tutto l'onore e il rispetto... :D
Sono perfettamente d'accordo :ok:Quote:
Originariamente inviata da rhoda81
Marx fece poggiare la dialetta sulla prassi e non più sulle idee, ma l'ossatura non è cambiata :(Quote:
Originariamente inviata da rhoda81
Questo è stato il grande errore di Marx, però per i motivi già illustrati non credo che lo si debba accantonare definitivamente.
Dobbiamo superare la dicotomia Marxlatria-Marxfobia per approdare a uno studio critico del pensiero marxiano, al fine di appropriarci di quello che può ancora servire :ok:
E' sulla gente come te che contano i terroristi...Quote:
Originariamente inviata da rhoda81
e chi sono i terroristi??Quote:
Originariamente inviata da darkness_creature
voglio nome, cognome, indirizzo...se tu li conosci tutti e puoi giocarti qualunque cosa e dire con CERTEZZA che "tutti" i terroristi sono islamici vampiri mangia bambini azzannatori di creature indifese, allora posso anche darti ragione.
se poi i terroristi contano su chi ha studiato la cultura e la lingua araba nelle sue profonde differenze e contraddizioni, mi sa che contano sulle persone sbagliate...
è per passione che parlo così, perchè questa lingua mi è entrata nell'anima come espressione della caleidoscopica varietà culturale di cui anima le voci.
maa as-salama...e non dico più niente.
ma ti consiglio il mondo arabo-islamico di P. G. Donini.
poi mi dici se i musulmani sono tutti terroristi oppure se devi guardare meno tv.... :lol: :lol:
ps. confronto pacifico eh? ;)
La lista di terroristi islamici è interminabile, così come quella di imam compiacenti, e persino uno con le tue idee non può negarlo...perchè invece non mi dici i terroristi non islamici?...Quote:
Originariamente inviata da rhoda81
E poi non ho mai detto che gli islamici sono tutti terroristi, e infatti non lo penso...ma penso che la stragrande maggioranza di terroristi di oggi siano islamici
Prendimi un Bush che continua a terrorizzare mezzo universo facendoli cacare sotto con la storia dei terroristi islamici?Quote:
Originariamente inviata da darkness_creature
Sapevi che nei filmati che propinava dopo l'11settembre si intravedeva nel fumo delle torri gemelle la faccia di Bin laden? Ci aveva piazzato messaggi subliminali...
Sapevi che gli americani avevano paura di uscire di casa anche nei paesi + sperduti x colpa del lavaggio del cervello fattogli dal loro bel governo?
ti rendi conto che sei fra queste persone che l'hanno subito?
Per te questo non è terrorismo???
kmq per la cronaca...la persona precedentemente quotata da te è mia sorella...laureanda in arabo.
si ma dell'islam nn se ne fregano niente...basta puntargli il dito contro.Quote:
Originariamente inviata da darkness_creature
vogliono i soldi del petrolio...proprio come la metà del mondo occidentale se ti piace vederla in questi termini.
Quote:
Originariamente inviata da darkness_creature
qualcosa non quadra :shock: :| :?Quote:
Originariamente inviata da darkness_creature
filosofooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo ooooooooooooooooooooooooooooooo
Quadra perfettamente....non tutti gli islamici sono terroristi, ma quasi tutti i terroristi sono islamici.Quote:
Originariamente inviata da AvaAdore
E per rispondere al resto, quindi secondo te la minaccia islamica è un'invenzione...azz, ancora la dovevo sentire questa. Quindi gli attentati in Egitto, a Madrid, l'assassinio di Theo Van Gogh, la fatwa a Salman Rushdie e alla sceneggiatrice di Submission le ha inventate Bush? Per favore, dai....
Che c'è?Quote:
Originariamente inviata da Che
:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: ti voglio beneeeeeeeeeeeeeeeee :kiss: :kiss: :kiss: :kiss: :kiss:
Quote:
Originariamente inviata da Che
Grazieeeeee Che!!!!!!!!!! :D
mi leggi sempre nel pensierooooooooooo
:ok:Quote:
Originariamente inviata da Che
posso "introdurmi"?
Volentieri! ;) :ok:
puoi spiegarmi un po?
Cosa? :)Quote:
Originariamente inviata da Che
com'è la solfa qui :)
Io avevo aperto questo topic prefigurandolo come un raccolta di riflessioni, tra le quali anche le nostre (e infatti quella di "Marco Machiorletti" appartiene al sottoscritto)... poi - non per causa mia - è diventato un mattatoio... :(Quote:
Originariamente inviata da Che
La prossima volta mi spiegherò meglio, do troppe cose per scontate... ;)
ok :-) ma...scusa la critica che poi critica non è...riflessioni su cosa? io ho capito la tua idea ma devi dare degli argomenti :)
Quote:
Originariamente inviata da Che
sui grandi temi :) basta leggerne qualcuna per farsi un'idea :ok:
ok..per me un grande tema può essere il socialismo e l'uomo a cuba ma per darkness no...per lui un grande tema può essere la pizza per me no...come vedi, nel secondo caso, vado per assurdo
:)
Sulla base delle nostre conoscenze sulle capacità intellettive e sulla consapevolezza in genere dei primati superiori, possiamo ritenere che essi possano verosimilmente raggiungere una consapevolezza generica della morte sulla base delle proprie esperienze. Ma nulla più. Si tratterebbe, in ogni caso, della consapevolezza di una morte altrui, e qui sta il limite, e la diversità, con la nostra specie. Solo nella nostra specie (di norma in individui di età superiore ai sei-sette anni, secondo i dati della psicologia dello sviluppo) sorge l’apparentemente semplice ragionamento: se tutti prima o poi muoiono, ciò significa che anch’io dovrò morire. Ragionamento semplice e insieme terribile, considerato che, con la raggiunta autoconsapevolezza, questo sé viene ad assumere un’importanza incommensurabile. Il senso biologico della vita, se un senso c’è, consiste nel mantenimento della vita stessa, e tale mantenimento viene ottenuto con un continuo ricambio, sostituzione, evoluzione, degli individui. L’individuo, ogni individuo, non è che un limitato segmento di una lunghissima trama che si muove e si evolve nello spazio e nel tempo. Va tutto bene finché non si raggiunge la consapevolezza, soprattutto quella del sé. È a questo punto che diviene inevitabile il conflitto tra il valore della sopravvivenza della specie e quello della sopravvivenza dell’individuo. L’individuo, infatti, col procedere dell’evoluzione, acquisisce una sua complessità, una sua storia, una sua sapienza, una sua affettività. Ogni individuo è, in definitiva, unico, al di là di ogni diversità genotipica e fenotipica, proprio per la sua unicità esperienziale. E l’individuo umano, che nella sua storia e nelle sue esperienze identifica il sé, è pienamente consapevole del valore di questo sé. Valore immenso, che nella consapevolezza raggiunta di gran lunga travalica, nell’ottica individuale, quello della sua funzione di segmento nella trama della vita. È facile dedurre come la raggiunta consapevolezza della propria morte possa rappresentare un incubo, un nemico da sconfiggere, da cancellare con ogni mezzo. Qualcosa di ben diverso dal generalizzato istinto di sopravvivenza che ogni animale possiede. Questo è il bel regalo che ci hanno fatto la consapevolezza del sé sommata con la capacità di ragionare. Non credo di dire niente di nuovo affermando che è stata proprio la paura della morte a stimolare la produzione di ogni tipo di fantasia che faccia sperare in una vita oltre la morte. Non ci vuole molto a supporlo, se si ragiona laicamente, e infatti in molti l’hanno supposto.
(Danilo Mainardi – “L’animale irrazionale”, Mondadori)
Quando gli uomini si vedono diversi da quello che sono davvero, quando immaginano di trovarsi in una condizione diversa da quella reale, evitano sì il tragico, ma sorvolano su ciò che realmente sono. Io non disprezzo i credenti, non li trovo né ridicoli né penosi, ma temo che preferiscano rassicuranti finzioni infantili alle crudeli certezze degli adulti. Meglio le rassicurazioni della fede che le inquietudini della ragione – anche al prezzo di un eterno infantilismo mentale: ecco un gioco di prestigio metafisico a un prezzo mostruoso! Perciò avverto quello che sempre sale dal più profondo di me stesso quando mi trovo davanti a un evidente caso di alienazione: compassione per le vittime dell’inganno, ma insieme una collera violenta contro coloro che continuamente le ingannano. Non l’odio per chi si inginocchia, ma la certezza di non scendere mai a patti con coloro che li spingono in questa posizione umiliante e ve li tengono. Chi potrebbe disprezzare le vittime? Ma come non combattere i carnefici? La miseria spirituale genera la rinuncia a sé; essa è all’origine delle miserie sessuali, mentali, politiche, intellettuali e quant’altro. È strano come lo spettacolo dell’alienazione del prossimo faccia sorridere colui che non si accorge della propria. Il cristiano che non mangia pesce di venerdì sorride al musulmano che non mangia carne di maiale, il quale a sua volta si burla dell’ebreo che non mangia crostacei. L’ebreo fondamentalista che dondola davanti al Muro del Pianto guarda con stupore il cristiano genuflesso su un inginocchiatoio, mentre il musulmano stende il tappeto in direzione della Mecca. Tuttavia nessuno conclude che la pagliuzza nell’occhio del vicino è identica alla trave nel proprio. E che sarebbe meglio estendere lo spirito critico, così pertinente e sempre benvenuto quando si tratta degli altri, anche alla propria condotta. La credulità degli uomini supera l’immaginazione. Il loro desiderio di non vedere ciò che è evidente, il bisogno di uno spettacolo più divertente, anche se dipende dalla più assoluta delle finzioni, la loro volontà di accecamento non conoscono limiti. Meglio favole, finzioni, miti, storie per bambini, che assistere alla scoperta della realtà e riconoscere l’evidente tragicità del mondo. Per scongiurare la morte l’homo sapiens la congeda. Per evitare di dover risolvere il problema, lo cancella. Dover morire riguarda solo i mortali: il credente, lui, ingenuo e sciocco, sa di essere immortale, che sopravviverà all’ecatombe planetaria.
(Michel Onfray – “Trattato di ateologia”, Fazi Editore)
Guardando alla storia del mondo, la disponibilità al dialogo fra le persone di diversa fede non è mai stata spiccata. Esaminando un millennio di storia sia del Medio Oriente sia dell’Europa, non si può certo concludere che le tre grandi religioni monoteiste abbiano contribuito alla convivenza fra i popoli. Anche volendo dimenticare le crociate e le stragi che precedettero l’idea laica di tolleranza e per venire ai fatti più recenti, qualsiasi persona sensata si è chiesta se la guerra civile che per decenni ha insanguinato l’Irlanda non si sarebbe ricomposta assai prima, e con meno morti, qualora non si fossero mobilitati gli apparati dogmatici e intimidatori di due religioni contrapposte; e se per caso gli ebrei e gli arabi non avrebbero già trovato il modo per accordarsi qualora non fossero stati ricattati precisamente dagli individui più religiosi, e cioè da chi nell’uno e nell’altro campo è convinto di fare soltanto la volontà di Dio.
(Giovanni Jervis – “Contro il relativismo”, Laterza)