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Originariamente inviata da darkness_creature
Considerando che non condividi quella parte della filosofia di Marx, cosa intendi per speranza collettiva? E poi sei tu che hai detto che in un'ipotetica società comunista tutti lavorerebbero per il bene di tutti...io ho solo citato te ;)
Una speranza che non coinvolga solo il singolo, ma la collettività... non tutta, neanche Marx riteneva possibile raccogliere in consensi di tutti intorno alla sua teoria, e si scagliava contro i socialisti utopisti che disegnavano società a tavolino e le proponevano ai borghesi nella speranza che le accettassero.
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Originariamente inviata da darkness_creature
Tu vuoi lavorare per il bene di TUTTI, filosofo? O per il bene tuo e al massimo di chi ti è veramente caro? Pensaci bene....io ho il coraggio di ammettere che per dei perfetti estranei, fossero anche miei concittadini, io non mi muovo. Sarei pronto a muovermi per me stesso e per chi mi sta veramente a cuore, per il resto non mi sento in dovere di fare sacrifici particolari.
io di sicuro nn mi muovo x qualcuno ke nn conosco, ma x qualcuno ke vive come me, nella mia stessa città, con le mie abitudini
ma dai, è impossibile ke tu nn abbia un minimo di senso patriottico
cosè ke rende uno stato, tale?
se nn fosse cosi allora non si direbbe "l'unione fa la forza" :D
di certo partendo dalla tua prospettiva socialista nn si sconfigge il terrorismo islamico
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Originariamente inviata da filosofo
Una speranza che non coinvolga solo il singolo, ma la collettività... non tutta, neanche Marx riteneva possibile raccogliere in consensi di tutti intorno alla sua teoria, e si scagliava contro i socialisti utopisti che disegnavano società a tavolino e le proponevano ai borghesi nella speranza che le accettassero.
La collettività non è un oggetto unico...è formata da tanti singoli ognuno con una mente, delle ambizioni, delle voglie e dei bisogni. Se tanti singoli hanno speranze e possibilità di raggiungere i loro obiettivi...allora la collettività ha speranze. Ma è utopistico pensare di riuscire a mettere la comunità REALMENTE al di sopra dei singoli, perchè chi più chi meno ognuno di noi tende a curare più il proprio orticello, e intendo se stesso e i propri cari, e poi...se rimangono tempo, voglia e mezzi, quello di altri. Ecco uno dei motivi principali secondo me per cui il comunismo non ha e non può avere futuro...oltre ad essere completamente inaccettabile per come sono io.
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Originariamente inviata da vedalken
io di sicuro nn mi muovo x qualcuno ke nn conosco, ma x qualcuno ke vive come me, nella mia stessa città, con le mie abitudini
ma dai, è impossibile ke tu nn abbia un minimo di senso patriottico
cosè ke rende uno stato, tale?
se nn fosse cosi allora non si direbbe "l'unione fa la forza" :D
di certo partendo dalla tua prospettiva socialista nn si sconfigge il terrorismo islamico
Io infatti non sono un sostenitore del proverbio "l'unione fa la forza"...sono un individualista, l'ho sempre ammesso. Io mi muovo e mi sacrifico per gente che mi sta realmente a cuore, e intendo familiari, amici veri ed eventuale donna che amo. Porto avanti personalmente le mie battaglie, quando posso, senza ricorrere a rappresentanti...perchè è difficile che arrivi a fidarmi davvero di loro. Per gli stessi motivi non ritengo di avere senso patriottico...sarà strano per uno di destra, ma è così. E poi io sono un socialista? Davvero? Se è davvero così...mi sa che ho sempre inteso male il significato di socialista
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Originariamente inviata da darkness_creature
Sbaglio o era l'impero Ottomano che per primo tentava l'espansione in Occidente?...e le Crociate, infami per quanto fossero, erano almeno sulla carta, una risposta all'occupazione di Gerusalemme ;)
Le abbiamo fatte tutti queste cose, filosofo, e anche grazie a questo molti popoli hanno conosciuto periodi di grande splendore (vedi impero romano). Se dici che l'uomo è un animale, devi anche accettare che abbia gli stessi impulsi di espansione del territorio...considerando che però l'uomo, pur derivando dagli animali, non lo è più del tutto, occorre valutare anche le idee che sono alla base delle azioni. Io le ho valutate...ecco perchè non mi offendo se mi dai del Fallaciano ;)
Beh, se è per questo fra il VII e il XII secolo, nei nostri "secoli bui", il mondo islamico, dopo aver conquistato rapidamente vasti territori, ha visto un periodo di relativa calma in cui sono fiorite le arti e le scienze; si sono sviluppate la medicina, l'astronomia e l'ingegneria e sono stati tradotti e commentati i classici della filosofia greca, tanto che molti dotti europei si andavano a formare nella Spagna del califfato o studiavano sui libri che ivi erano stati scritti. Non è casuale che un simile sviluppo sia avvenuto nel periodo di maggiore apertura del mondo arabo, quando i cristiani e gli ebrei (spesso fuggiti dall'Europa o appartenenti a sette orientali che non vi erano tollerate) erano liberi di vivere, studiare e lavorare come sudditi di Baghdad e Cordoba, professando la loro religione senza limitazioni (salvo il divieto di convertire i musulmani) ....
L'uomo non deriva dagli animali, è un'animale anch'esso, con un sistema nervoso diversamente sviluppato.
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Originariamente inviata da filosofo
Beh, se è per questo fra il VII e il XII secolo, nei nostri "secoli bui", il mondo islamico, dopo aver conquistato rapidamente vasti territori, ha visto un periodo di relativa calma in cui sono fiorite le arti e le scienze; si sono sviluppate la medicina, l'astronomia e l'ingegneria e sono stati tradotti e commentati i classici della filosofia greca, tanto che molti dotti europei si andavano a formare nella Spagna del califfato o studiavano sui libri che ivi erano stati scritti. Non è casuale che un simile sviluppo sia avvenuto nel periodo di maggiore apertura del mondo arabo, quando i cristiani e gli ebrei (spesso fuggiti dall'Europa o appartenenti a sette orientali che non vi erano tollerate) erano liberi di vivere, studiare e lavorare come sudditi di Baghdad e Cordoba, professando la loro religione senza limitazioni (salvo il divieto di convertire i musulmani) ....
L'uomo non deriva dagli animali, è un'animale anch'esso, con un sistema nervoso diversamente sviluppato.
Se apprezzi l'espansione araba, allora perchè ti scagli contro quella occidentale? So anch'io che gli arabi "d'epoca" erano un po' meglio di quelli di oggi, ciò non toglie che anche noi diamo libertà di religione, di pensiero e di parola, molto di più di quanto faccia oggi l'Islam...quindi come la mettiamo?
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Originariamente inviata da darkness_creature
Se apprezzi l'espansione araba, allora perchè ti scagli contro quella occidentale? So anch'io che gli arabi "d'epoca" erano un po' meglio di quelli di oggi, ciò non toglie che anche noi diamo libertà di religione, di pensiero e di parola, molto di più di quanto faccia oggi l'Islam...quindi come la mettiamo?
E chi ti ha detto che la apprezzo? Sei tu che spari sempre e solo a zero, quindi ho portato una testimonianza storica per metterti di fronte al fatto che l'Islam storicamente non è stato sempre e solo un cancro da combattere o confinare.
E comunque la mettiamo come ho già detto e ridetto fino allo sfinimento... io non sono affatto disposto a regredire per mettermi al livello degli intolleranti. La medicina che ho sempre consigliato e che consigliero fino a quando non avrò più fiato è la laicità. Se anche costoro ci raggiungessero in massa - cosa che escludo - e la laicità venisse affermata e reggesse, non ci sarebbe alcun problema.
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Semmai ci dovessero raggiungere in massa...cosa che non mi auguro per niente, sai meglio di me che la laicità non potrebbe mai esserci...certo che sei strano....sei un fanatico sostenitore della laicità, e spari molto di più contro la Chiesa, a cui comunque si può dire di no, e te ne freghi dell'Islam che è l'emblema dell'unione fra religione e politica...c'è una certa incongruenza non trovi?
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Originariamente inviata da darkness_creature
La collettività non è un oggetto unico...è formata da tanti singoli ognuno con una mente, delle ambizioni, delle voglie e dei bisogni. Se tanti singoli hanno speranze e possibilità di raggiungere i loro obiettivi...allora la collettività ha speranze. Ma è utopistico pensare di riuscire a mettere la comunità REALMENTE al di sopra dei singoli, perchè chi più chi meno ognuno di noi tende a curare più il proprio orticello, e intendo se stesso e i propri cari, e poi...se rimangono tempo, voglia e mezzi, quello di altri. Ecco uno dei motivi principali secondo me per cui il comunismo non ha e non può avere futuro...oltre ad essere completamente inaccettabile per come sono io.
Si può far quadrato attorno a un principio, e mettere in secondo piano speranze secondarie.
Ma ovviamente la realtà ci/vi/ti sembra ormai immutabile, assuefatti come siamo alla sua routine...
Io curo il mio orticello ma facendo politica mi propongo di curare anche quello degli altri. Non siamo soli in questo mondo, un pò più di filantropia non farebbe male a nessuno.
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Originariamente inviata da darkness_creature
Semmai ci dovessero raggiungere in massa...cosa che non mi auguro per niente, sai meglio di me che la laicità non potrebbe mai esserci...certo che sei strano....sei un fanatico sostenitore della laicità, e spari molto di più contro la Chiesa, a cui comunque si può dire di no, e te ne freghi dell'Islam che è l'emblema dell'unione fra religione e politica...c'è una certa incongruenza non trovi?
Anche questa tratta da: "le solite trite e ritrite argomentazioni contro i laici"
La Chiesa ora come ora rappresenta un problema, l'Islam, tranne in casi marginali, no.
Qualora l'Islam dovesse dilagare nel nostro Paese chiaramente sarebbe necessario occuparsi anche di esso. Ma ora come ora non rappresenta un vero problema.
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Originariamente inviata da filosofo
Si può far quadrato attorno a un principio, e mettere in secondo piano speranze secondarie.
Ma ovviamente la realtà ci/vi/ti sembra ormai immutabile, assuefatti come siamo alla sua routine...
Io curo il mio orticello ma facendo politica mi propongo di curare anche quello degli altri. Non siamo soli in questo mondo, un pò più di filantropia non farebbe male a nessuno.
Che intendi con assuefatti alla realtà? E con principio e speranze secondarie?
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Originariamente inviata da filosofo
Anche questa tratta da: "le solite trite e ritrite argomentazioni contro i laici"
La Chiesa ora come ora rappresenta un problema, l'Islam, tranne in casi marginali, no.
Qualora l'Islam dovesse dilagare nel nostro Paese chiaramente sarebbe necessario occuparsi anche di esso. Ma ora come ora non rappresenta un vero problema.
Tranne in casi MARGINALI?!?!?! Che ti è successo filosofo? Questa non l'ho proprio capita!
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Originariamente inviata da darkness_creature
Che intendi con assuefatti alla realtà? E con principio e speranze secondarie?
Assuefatti dalla realtà: la realtà circostante cambia nel particolare ma non nel generale, tutto fondamentalmente è sempre uguale, quasi stereotipato, nessuno è in grado di avanzare una profonda istanza di cambiamento, pur sentendone il bisogno; e la cosa più grave e che in molti questo bisogno di cambiamento si scolora sempre più fino a scomparire, un evidente segno di resa verso una realtà che pare destinata a proseguire eternamente con le proprie storture.
Principio: ci saranno ideali che più di altri ci catturano, non credi? Libertà, pace, uguaglianza,ecc. E qualora maturi la possibilità di perseguirli e raggiungerli si è disposti ad accantonare almeno momentaneamente -oppure anche a rinunciarci - alle speranze secondarie, che potremmo tradurre più efficacemente con il vocabolo "desideri".
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Originariamente inviata da darkness_creature
Tranne in casi MARGINALI?!?!?! Che ti è successo filosofo? Questa non l'ho proprio capita!
Non mi risulta che l'Islam in Italia abbia creato problemi eclatanti, e soprattutto in Italia non è legato a doppio filo con la politica e non beneficia più di tanto dei suoi servigi.
Stai ingigantendo troppo le cose, non ti individio, si vive male...
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Nelle persone degne di questo nome le speranze secondarie non collidono contro i principi. I principi che seguo io sono la libertà, l'onore, la dignità e il rispetto...la pace è inarrivabile perchè ci sarà sempre qualcuno pronto a perturbarla e ad andare contro questi principi, o anche contro i tuoi, quindi non perdo neanche tempo ad auspicarla...preferisco sperare in una società capace di liberarsi in fretta di chiunque voglia appunto andare contro i principi sopra citati.
Per quanto riguarda l'assuefazione alla realtà...bè, onestamente è un problema che non mi sono posto...non te lo sto dicendo con tono derisorio, ci penso raramente per davvero. Diciamo che cerco di vivere al meglio e di raggiungere i miei scopi cercando il più possibile di seguire ciò in cui credo...ovvio che non sono perfetto, ma ci provo.
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Originariamente inviata da filosofo
Non mi risulta che l'Islam in Italia abbia creato problemi eclatanti, e soprattutto in Italia non è legato a doppio filo con la politica e non beneficia più di tanto dei suoi servigi.
Stai ingigantendo troppo le cose, non ti individio, si vive male...
Un momento...prima dici di non voler vedere solo il tuo orticello...poi ti disinteressi completamente di ciò che succede fuori dall'Italia invece di dedicarci almeno qualche pensiero...saranno anche le 3.25, ma sono ancora abbastanza lucido da rilevare incongruenze di questo genere ;)
Se sei abbastanza lucido anche tu, vorrei che passassi dal mio topic in argomento libero, "The corporation"...il tuo è uno dei pareri che aspetto di più :)
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Originariamente inviata da darkness_creature
Un momento...prima dici di non voler vedere solo il tuo orticello...poi ti disinteressi completamente di ciò che succede fuori dall'Italia invece di dedicarci almeno qualche pensiero...saranno anche le 3.25, ma sono ancora abbastanza lucido da rilevare incongruenze di questo genere ;)
Se sei abbastanza lucido anche tu, vorrei che passassi dal mio topic in argomento libero, "The corporation"...il tuo è uno dei pareri che aspetto di più :)
E chi l'ha detto che non mi interesso?
Semmai sei tu che ingigantisci le cose!
Vado a dare un'occhiata
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Originariamente inviata da filosofo
E chi l'ha detto che non mi interesso?
Semmai sei tu che ingigantisci le cose!
Se davvero te ne interessi, allora non puoi minimizzare in questa maniera...è impossibile anche per te...li abbiamo visti tutti gli attentati, i sermoni contro l'Occidente e Israele, la ripresa del conflitto Israelo - Libanese, le condanne a morte fatwa per chi non la pensa come loro e diffonde il suo pensiero...come fai a liquidare tutto come una mia paranoia?
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Originariamente inviata da darkness_creature
Se davvero te ne interessi, allora non puoi minimizzare in questa maniera...è impossibile anche per te...li abbiamo visti tutti gli attentati, i sermoni contro l'Occidente e Israele, la ripresa del conflitto Israelo - Libanese, le condanne a morte fatwa per chi non la pensa come loro e diffonde il suo pensiero...come fai a liquidare tutto come una mia paranoia?
E tutto questo è successo in Italia? :roll: Perché stavamo discutendo della laicità in Italia, no? :?
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Originariamente inviata da filosofo
E tutto questo è successo in Italia? :roll: Perché stavamo discutendo della laicità in Italia, no? :?
Forse allora avevo perso di vista l'inizio del discorso...ogni tanto capita, se parto per la tangente :D Ok, se è soltanto dell'Italia che stiamo parlando e di cui vogliamo parlare, allora posso anche darti ragione...ma per me è riduttivo parlare solo dell'Italia...mi piacerebbe pure, considerando il mio individualismo, ma purtroppo è praticamente impossibile.
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E quindi qual è il quesito o l'osservazione che mi sottoponi?
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Era solo per dire che nel conflitto fra religioni, anzi proprio fra civiltà, considerare soltanto l'Italia mi sembra pesantemente riduttivo, tutto qua :)
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Secondo i pensatori e i filosofi occidentali come Hobbes, Locke e Adam Smith, fino ai teorici attuali del capitalismo competitivo mondiale, la «passione per il possesso» sarebbe un fenomeno naturale, innato. Sarebbe il fondamento della «naturalezza» del diritto di proprietà privata. Nessuno potrebbe limitare il diritto naturale alla proprietà privata, all’appropriazione individuale delle cose. Per alcuni, il ruolo primordiale dello Stato consisterebbe precisamente nel definire e far applicare le regole relative alla garanzia e alla tutela del diritto di proprietà privata. Se la ricchezza è identificata con la proprietà e con il godimento delle cose, tuttavia non sono il possesso e il godimento dei beni come tali che spiegano la passione per l’appropriazione. Ciò che conta, fondamentalmente, è lo status sociale che il valore simbolico del possesso e del godimento dei beni dà ai loro proprietari. Essere ricco «significa» essere più in alto nella gerarchia sociale. Da qui il desiderio, il sogno di possedere più e meglio degli altri. Oggetto del desiderio, più che il bene in sé, sono il potere sociale e l’immagine pubblica che le nostre società attribuiscono, in una misura mai raggiunta finora, alla ricchezza. Apparire ricco, più degli altri, essere riconosciuto come «potente», da invidiare: ecco cosa emerge dietro il sogno di «diventare ricco».
(Riccardo Petrella – “Il diritto di sognare”, Sperling & Kupfer Editori)
La data epocale del 1989 segna la fine di un mondo, il sipario che cala sull’utopia concreta del marxismo, relegandolo in quel museo delle antichità in cui, ad avviso di Engels, doveva finire lo stato. Si rimargina così la voragine tra due universi - separati dalla «cortina di ferro» - socialmente e filosoficamente opposti: solo uno dei due è sopravvissuto, inglobando l’altro, rendendolo simile a sé. La conseguenza di tale situazione, che marca la fine di quello che è stato definito un «secolo breve», è l’instaurarsi di un unico grande Impero, rizomatico e dotato di innumerevoli gangli più che di una sola testa, che assorbe ogni angolo del mondo entro i suoi confini in espansione: alla vecchia distinzione tra Paesi allineati con un blocco anziché con l’altro, si sostituisce quella tra ciò che è interno e ciò che ancora non lo è e che, pertanto, è combattuto come un nemico pericoloso perché non ancora riassorbito. In un simile contesto dai nuovi contorni, il capitalismo diventa come l’aria che respiriamo, qualcosa a cui siamo assuefatti e di cui non riusciamo più a fare a meno: nella misura in cui si eleva a unico modello su scala mondiale, diventa impossibile sottoporlo a critica in nome di qualcos’altro, che è venuto meno, assorbito dal suo antico rivale. Crolla la speranza nell’altro proprio perché l’altro è venuto a mancare.
(Diego Fusaro – “Filosofia e speranza”, Il Prato)
Il primo abuso è costituito da quell’enorme sproporzione, che ovunque si osserva, tra i differenti stati e le differenti condizioni degli uomini, alcuni dei quali sembrano essere nati soltanto per dominare tirannicamente sugli altri, e per avere sempre, nella vita, piaceri e soddisfazioni; mentre gli altri, al contrario, sembrano essere nati soltanto per essere schiavi vili, miserabili e infelici, e per gemere tutta la vita nella pena e nella miseria. Questa sproporzione è assolutamente ingiusta e odiosa. Ingiusta, perché non è affatto fondata sul merito degli uni e sul demerito degli altri; e odiosa, perché serve soltanto a ispirare e mantenere l’orgoglio, la superbia, l’ambizione, la vanità, l’arroganza e l’alterigia negli uni, e d’altra parte a generale odi, invidie, collere, desideri di vendetta, lamenti e mugugni, tutte passioni che sono poi fonte e causa di un’infinità di mali e di cattiverie che ogni giorno hanno luogo nel mondo. Questi mali e queste cattiverie certamente non esisterebbero se gli uomini stabilissero tra di loro una giusta proporzione di stati e di condizioni, nella misura necessaria per stabilire e conservare tra di loro una giusta subordinazione, e non per dominare tirannicamente gli uni sugli altri. Tutti gli uomini sono eguali per natura, tutti hanno egualmente diritto di vivere e di camminare sulla terra, di godervi della loro libertà naturale e di aver parte ai beni della terra, lavorando tutti utilmente per avere le cose necessarie o utili alla vita. Ma siccome vivono in società – e una società o comunità di uomini non può essere ben regolata né mantenersi in buon ordine senza che tra di loro vi sia qualche forma di dipendenza e di subordinazione – è assolutamente necessario che vi sia tra gli uomini una dipendenza e una subordinazione reciproca. Ma occorre anche che questa dipendenza e subordinazione sia giusta e ben proporzionata, cioè non giunga fino a elevare troppo gli uni e abbassare troppo gli altri…, né a dare troppo agli uni e non lasciare niente agli altri…: infatti una tale dipendenza e subordinazione sarebbe manifestamente ingiusta e odiosa, e contro lo stesso diritto di natura.
(Jean Meslier, ne “Le teorie della proprietà da Lutero a Babeuf”, a cura di Giuliano Gliozzi, Loescher)
Se una contadina dell’Appennino ritorna agitatissima dal suo campo dicendo di essere stata assalita da una pantera, i giornali meno seri titolano «Contadina assalita da una pantera»; quelli più seri invece non nascondono ai lettori che il fatto è un altro, non che la contadina sia stata assalita dalla belva ma che essa riferisce di essere stata assalita. Altre volte il problema è meno innocente. Se, nei giorni in cui la stampa parla dell’eccessivo costo dei libri di testo, due studenti vengono fermati per spaccio di Ecstasy e affermano che avevano bisogno dei soldi per comprarsi i libri, il pubblicare titoli come «Spacciano droga per comprarsi i libri di testo» è un atto giornalistico che, nella sua irresponsabilità, ignora le più elementari considerazioni sull’interesse di quegli studenti ad adottare, per difendersi dall’accusa di spaccio, un atteggiamento vittimistico.
(Giovanni Jervis – “Contro il relativismo”, Laterza)
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"Se una contadina dell’Appennino ritorna agitatissima dal suo campo dicendo di essere stata assalita da una pantera, i giornali meno seri titolano «Contadina assalita da una pantera»; quelli più seri invece non nascondono ai lettori che il fatto è un altro, non che la contadina sia stata assalita dalla belva ma che essa riferisce di essere stata assalita. Altre volte il problema è meno innocente. Se, nei giorni in cui la stampa parla dell’eccessivo costo dei libri di testo, due studenti vengono fermati per spaccio di Ecstasy e affermano che avevano bisogno dei soldi per comprarsi i libri, il pubblicare titoli come «Spacciano droga per comprarsi i libri di testo» è un atto giornalistico che, nella sua irresponsabilità, ignora le più elementari considerazioni sull’interesse di quegli studenti ad adottare, per difendersi dall’accusa di spaccio, un atteggiamento vittimistico.
(Giovanni Jervis – “Contro il relativismo”, Laterza)"
Il senso di questa riflessione non tanto l'ho capito...in particolare la seconda metà mi ha lasciato CONSIDEREVOLMENTE perplesso...cosa vorrebbe dire? Che i giornali devono chiedersi il perchè delle azioni di spaccio di quegli studenti, o dare addosso alla società per gli alti costi dei libri, giustificando così le azioni di quei ragazzi?
In parte sono d'accordo, anche se magari non con toni così accesi, ma in parte mi trovo d'accordo con la teoria di Meslier
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Originariamente inviata da darkness_creature
Il senso di questa riflessione non tanto l'ho capito...in particolare la seconda metà mi ha lasciato CONSIDEREVOLMENTE perplesso...cosa vorrebbe dire? Che i giornali devono chiedersi il perchè delle azioni di spaccio di quegli studenti, o dare addosso alla società per gli alti costi dei libri, giustificando così le azioni di quei ragazzi?
I giornalisti non devono cavalcare il vittimismo di quegli studenti :) Un vittimismo dietro il quale nascondono le proprie negligenze.
E per far ciò devono condurre un'indagine approfondita, non certo interrogare 4 o 5 studenti per poi spacciare interpretazioni frettolose per veritiere.
Ma si sa che i giornalisti "meno seri" pur di fare del sensazionalismo sarebbero disposti a qualsiasi cosa, in primis cestinare il senso critico :( :no:
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Originariamente inviata da filosofo
I giornalisti non devono cavalcare il vittimismo di quegli studenti :) Un vittimismo dietro il quale nascondono le proprie negligenze.
E per far ciò devono condurre un'indagine approfondita, non certo interrogare 4 o 5 studenti per poi spacciare interpretazioni frettolose per veritiere.
Ma si sa che i giornalisti "meno seri" pur di fare del sensazionalismo sarebbero disposti a qualsiasi cosa, in primis cestinare il senso critico :( :no:
Se è possibile, ho capito ancora meno della tua riflessione che dell'articolo di quella persona di cui non ricordo il nome......
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Originariamente inviata da darkness_creature
Se è possibile, ho capito ancora meno della tua riflessione che dell'articolo di quella persona di cui non ricordo il nome......
urge riposino... :nice:
Quella persona è Giovanni Jervis, docente di psicologia dinamica all'Università La Sapienza. Ed è tratto da un libro non da un articolo :no:
urge riposino... :nice:
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Originariamente inviata da filosofo
urge riposino... :nice:
Quella persona è Giovanni Jervis, docente di psicologia dinamica all'Università La Sapienza. Ed è tratto da un libro non da un articolo :no:
urge riposino... :nice:
Va bene, ma non mi interessa sapere chi è, voglio capire nei dettagli che accidenti intendeva dire! :D
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Originariamente inviata da darkness_creature
Va bene, ma non mi interessa sapere chi è, voglio capire nei dettagli che accidenti intendeva dire! :D
Ma si capisce... :cry: :D
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senza offesa ma commento senza aver letto niente!! :yawn: :yawn: