premetto che cerchero di farla breve:
Quasi 100 anni fa,per l'esattezza 97, un certo G.A. Borghese usava per la prima volta in ambito letterario la parola "crepuscolare".
Con l'uso di questo aggettivo il critico d'arte di quei tempi definiva il grigiume e l'aspetto smorto che le poesie e le opere di narrativa di quei tempi stavano assumendo.
Ora a noi nelle scuole,nelle università e in tutti i luoghi squisitamente pedagogici che voi sarete soliti frequentare ci parlano di letteratura come parlassero di una scienza arcana,parlano della letteratura alla stregua dell'alchimia! qualcosa di cui DIFFICILMENTE si potrebbe essere partecipi!
questo modo di approcciarsi al fantastico mondo della carta stampata non fa altro che distaccarci ancora di piùdall'idea di "pensare".
Ma qual'è il nocciolo della questione direte voi? ecco la risposta...se 100 anni fa eravamo al crepuscolo dell'arte,non credete che ora inizzi a fare veramente tardi?
....non voglio aggiungere altre righe...non mi piace parlare da solo...ma se vedo un minimo di interesse...avrei qualcos'altro da dire!