Prima di battutine maliziose, è bene che leggiate cosa è davvero una Geisha, a me incanta moltissimo questa cosa:
La GEISHA
Espressione dell’IKI
La Geisha, letteralmente "esperta nelle belle arti", è l’incarnazione di un canone estetico, l’Iki, che è l’essenza stessa dell’essere giapponese.
Maestra di una seduzione spiritualizzata che rivela la fragilità della carne e allo stesso tempo esprime la forza dello spirito, studia la parte coinvolgendo tutto il suo essere e penetrando perfino nella modulazione del respiro, ora leggero, lieve, ora vivo, affannoso, seppure impercettibile.
La sua silhouette deve essere snella, sottile e slanciata, il volto affilato; le sue guance, dal colore "del pallido fior di ciliegio" o "glaciali da somigliare all’autunno" devono essere capaci di orchestrare tutta una gamma di sorrisi dalla tonalità malinconica fino a quella briosa; la sua bocca va modellata in modo da mostrare col ritmo dell’incresparsi delle labbra, rilassatezza e tensione assieme. I suoi occhi devono assumere quella specie di bagliore che da solo sa evocare la dolcezza del passato; il suo sguardo usa sapientemente del movimento della pupilla per lasciar scorrere la civetteria.
La sua voce è quella del mezzo soprano che ha qualcosa di profondo ed espressivo assieme, il suo modo di parlare è particolarissimo, così che dalla cadenza delle parole nasca un contrasto tra la parte pronunciata in modo strascicato e quella troncata bruscamente.
I suoi capelli corvini, disprezzatissimi quelli biondi dal pacchiano colore dell’oro, possono essere acconciati "a crocchia a foglia di gingko", "a crocchia da camerino di teatro", oppure "shimada schiacciata" e "shimada semplificata", due tipi di pagnottelle gonfie.
I suoi piedi anche d’inverno sono nudi, mentre il corpo è interamente coperto dal kimono per esprimere la dualità della seduzione. Questo rapporto fra kimono e piedi nudi è di segno del tutto opposto alla sfacciataggine di stampo occidentale che fa indossare calze e scarpe a dei corpi nudi o quasi.
La Geisha peraltro, per distinguersi dalle prostitute deve avere un aspetto poco appariscente e quindi anche i colori del suo abito saranno delicati, sobri e preferibilmente tono su tono.
Il colletto del kimono deve essere scostato sul retro in modo da lasciare scoperta la nuca, perché esibire l’attaccatura dei capelli è molto seducente e poi per suggerire in modo discreto un varco che conduce alla intimità del corpo.
Con sapienza, di sfuggita, a tempo col passo, mostra lo scarlatto degli indumenti intimi, costituiti da una fascia in crespo di seta che cinge i fianchi fra il "candore di neve" della sua pelle.
Innumerevoli sono i particolari, gli atteggiamenti, le posture, i gesti che contraddistinguono la Geisha, che deve esprimere emblematicamente in sé quell’insieme di sfumature che noi occidentali definiamo col termine di "grazia".
L’Iki è il suo stile di comportamento, la quintessenza della seduzione che ignora le mediocri certezze della realtà e che esige un’anima libera, disponibile al mutamento, e che si traduce nella capacità di saper coniugare spontaneità e artificio, raggiungendo quel grado di raffinatezza supremo che riassume l’essenza della cultura giapponese.
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