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killuminato
Può essere indossato anche otto ore prima. In Europa stenta a decollare, ma è boom nei paesi dove c'è l'aids. Ora si sperimenta a Roma.
Arriva anche in Italia il preservativo dedicato alle donne.
Dominique, Femy, Reality, Lady condom: tanti nomi per un prodotto finora sconosciuto che ha appena superato la sperimentazione dell'équipe della asl di Roma in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità. Lungo 17 centimetri, molto più largo dei preservativi maschili, per adattarsi alle pareti della vagina, ha due anelli flessibili, uno per estremità, di cui uno sigillato
da spingere con le dita fino alla cervice dell'utero, l'altro aperto che termina all'esterno. Costruito in poliuretano, «è adatto anche per chi è allergico al lattice e può essere lubrificato sia all'esterno sia all'interno, anche con sostanze a base di oli, non utilizzati nei normali preservativi maschili» spiega la dottoressa Laura Spizzichino, coordinatrice della sperimentazione.
L'unico produttore mondiale di lady condom però non è una multinazionale ma un'organizzazione internazionale non-profit, con base a Chicago e fabbrica in Malaysia, la Female health company, che nonostante le autorizzazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, della Food and drug administration americana e dell'Unione Europea, non riesce a riempire gli scaffali di supermercati e farmacie. In vendita in Francia e in Gran Bretagna sin dal 1993, infatti, in molti altri stati, fra cui l'Italia, non è ancora in commercio e si può acquistare soltanto tramite internet (
www.comodo.it) alla non proprio modica cifra di 6,90 euro per una confezione da tre pezzi. Il motivo? Non si tratta soltanto di infrangere i tabù di molte donne.
Il lady condom ha un aspetto che non suggerisce intimità, le dimensioni sono di tutto riguardo (non si arrotola fino ad assumere le dimensioni di una moneta come quello maschile) e richiede un po' di pratica per inserirlo correttamente. La stessa casa produttrice suggerisce almeno tre prove prima di utilizzarlo durante un rapporto vero.
Alla fine degli anni Novanta la commercializzazione del lady condom andava così male che la presidente della Female health company, Mary Ann Leeper, stava per abbandonare il progetto quando ricevette due telefonate.
«La prima da una donna di colore di Harlem, New York» racconta Leeper «che ringraziava e benediceva il profilattico da donna perché era l'unico che potesse utilizzare dato che il suo compagno alla sola richiesta di mettere su quello maschile la riempiva di botte».
L'altra del ministero della Salute dello Zimbabwe che dava notizia di una petizione firmata da 30 mila donne che chiedevano la distribuzione del preservativo femminile. Da allora sono molti i paesi in via di sviluppo e dell'America Latina che hanno inserito nei programmi di lotta all'aids la distribuzione del profilattico per donne. Resistente al calore e all'umidità (pur essendo più sottile e sensibile di quello maschile), in Occidente il profilattico femminile può rappresentare un passo avanti nell'emancipazione delle donne, finora costrette a chiedere al partner di indossare il loro. Ma nei paesi dove l'aids è la prima causa di mortalità, grazie anche al fatto che si può indossare fino a otto ore prima del rapporto, il lady condom diventa un autentico salvavita.
Un po' strano vero? cosa ne pensate?